Nella tua casa-fortaleza riceveva artisti, musicisti, letterati, di solito nella sala di musica, con una scultura di Diego Rivera in ciascun angolo, dove furono ospiti Arthur Rubinstein, María Callas, José Alfredo Jiménez, Agustín Lara, Celia Cruz, e tanti altri.
Lì, da autentico e orgoglioso messicano, insegnava a quasi tutti i non compatrioti a bere tequila, quasi obbligando i malcapitati a ripetere innumerevoli volte i gesti rituali, l’uso del sale e del limón, la posizione delle dita. In una intervista, la figlia ricorda che una delle sue vittime fu Vittorio De Sica che terminò la serata con una borrachera (ubriacatura) memorabile. Nella foto a sx si vede invece un momento della lezione impartita a Marilyn Monroe, che (pare) fu anche vittima del fascino del rivoluzionario mestizo, che aveva fama (probabilmente giustificata) di essere un tombeur de femmes. Nella sua particolarissima casa aveva due scale di accesso alla sua camera da letto e il suo factotum era incaricato di avvertirlo tramite un codice musicale dell'eventuale arrivo di un’amante … con “diritto di precedenza", in modo che la prima ospite avesse il tempo di eclissarsi per l'altra scala.
Anche se afferma che tutte le sue donne siano state per lui importantissime, sono tre quelle veramente importanti con le quali ha avuto relazioni che, seppur completamente diverse, sono durate per anni. L'amore platonico della sua vita fu Olivia de Havilland, quello saltuario ma molto duraturo con Dolores del Rio (affermò che non l'amava … "l'adorava") che lo raccomandò nei primi anni di carriera a Hollywood, poi fu compagna e musa a fasi alterne interpretando per lui molti famosi film e quello reale con Columba Dominguez (foto sotto) con la quale si sposò, anche lei protagonista di suoi film indimenticabili come La perla (1945) e Río Escondido (1947). La separazione fra i due, dopo 7 anni di convivenza, spinse Columba a venire in Europa dove conobbe Francisco Rabal del quale divenne buona amica ma, almeno ufficialmente, niente di più. Quando poi l’attore spagnolo andò a girare in Messico, la stampa locale scrisse addirittura che veniva a sposarla, cosa che El Indio non gradì. Finalmente beccò Rabal mentre parlava con il suo compatriota Luis Buñuel negli estudios Churubusco (Cinecittà messicana) e gli si avvicinò già con la mano sulla pistola, pronto a passare a vie di fatto … solo l’intervento del rispettato regista esiliato evitò uno spargimento di sangue!
Singolare, ma per motivi completamente diversi, il suo rapporto con Olivia de Havilland … mai incontrata di persona ma, essendone innamorato perso, le scriveva lettere appassionate che poi faceva recapitare nelle sue mani dal comune amico Marcus Goodrich, scrittore e sceneggiatore americano che lo aiutava con l'inglese, che però finì con lo sposare lui l'attrice. Non è chiaro se questa sia stata una storia alla Cyrano o meno. Non è dato di sapere se l’amico messaggero fece passare per sue le appassionate lettere di Emilio o l’amore nacque in modo diverso. Comunque sia, i puri sentimenti del regista non cambiarono e riuscì a far cambiare il nome della strada che fiancheggia casa sua in Calle Dulce Olivia.
Non ho riportato questi aneddoti come pettegolezzi, ma per far comprendere che, in sostanza, El Indio impersonava lo stereotipo di un certo tipo di messicano, da un lato machista e violento, dall’altro romantico appassionato, disposto a perdere tutto per amore, onore, denaro e finanche la vita … e molti dei protagonisti dei suoi film sono così. Per esempio, in questa scena di Enamorada (1946), il suo (quasi) alter ego Pedro Armendáriz, che interpreta un violento generale rivoluzionario che ha fatto incarcerare un onesto possidente locale, fa cantare il famosissimo e struggente son huasteco (huapango) Malagueña Salerosa alla figlia dello stesso, della quale si è fatalmente invaghito (Maria Felix), in un certo senso contraccambiato.
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