il Sentiero degli Dei com'era una decina di anni fa ... altri tempi
Cogliendo
al volo lo spunto fornito dal post di Andrea Perciato (che conosco da quando
eravamo solo una decina di guide ambientali ed escursionistiche in tutta la Campania) oltre
a sottolineare la mia pressoché perfetta identità di vedute, aggiungo qualche altra breve
considerazione, ma ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia in merito a ciò che
si vede, purtroppo, non solo sul Sentiero degli Dei ma anche su tanti altri sentieri dei Lattari, come quelli della Valle delle Ferriere e quelli dell'area di Monte San Costanzo.
Deduco
che, per sua fortuna, Andrea frequenta il Sentiero solo saltuariamente,
altrimenti si sarebbe disgustato prima. Per quanto mi riguarda, sono ormai 3
anni che non ci metto piede, mi rifiuto categoricamente di accompagnarvi chicchessia e lo
sconsiglio vivamente a chi mi chiede informazioni, cercando di dirottarlo su
altri sentieri meno affollati e polverosi, che oltretutto non hanno niente da
invidiare al “più famoso della Penisola”.
Non
riesco ancora a valutare con esattezza quale sia stata la ragione principale mi abbia fatto allontanare dal Sentiero
... le castronerie declamate dalle pseudo-guide dell’ultima ora (autonominatesi
GUIDE dalla sera alla mattina) o l’incapacità e l’arroganza dei novelli chiassosi escursionisti che pensano solo a scattare selfie. In quanto alle prime, la miglior esibizione risulta ancora
essere quella di chi disse, mostrando un cisto (foto a sx), “Questa è una
margherita (al centro) e da lei deriva il nome della famosa pizza!” ... suppongo che l'ultima la conosciate tutti. Ditemi voi quale sarebbe stato il nesso: colore, forma, sapore, odore???
Rimpiango
i tempi dei miei primi gruppi composti quasi esclusivamente da sessantenni e settantenni che venivano fisicamente
preparati, ben attrezzati con i loro scarponi di cuoio ben ingrassati, con
ottime cognizioni di base di flora, fauna, storia, archeologia e via
discorrendo. Viaggiatori ed escursionisti con interessanti trascorsi con i quali si riuscivano a
intavolare conversazioni più che serie. Al contrario, qualche anno fa - all’estero
- sentii un novellino di 30-40 anni che interruppe la guida che forniva
informazioni in merito a un fiore dicendo “Vabbé, un altro fiore giallo ... che
differenza fa?” ... e questo è il fruitore tipo del Sentiero degli Dei.
Per
non parlare di quelli che si presentano alla partenza di un’escursione con
infradito, tacchi, suole assolutamente lisce o scarpe nuovissime che provocano
vesciche già dopo il primo paio di chilometri.
Molte delle novelle pseudo-guide non si sogna neanche di sfruttare i mesi invernali (quando c’è pochissimo lavoro) per andare ad esplorare altri percorsi o sentieri alternativi a quelli più frequentati, non rendendosi conto che potrebbero risultare molto utili in caso di emergenza (vie di fuga e bypass).Concludo con un altro aneddoto significativo in merito alle guide improvvisate: la “guida”, scendendo dal mini bus che aveva portato il gruppo a Santa Maria del Castello, chiese sottovoce all’autista “dove si imbocca il sentiero per Positano?”.
Passando
ad altro tipo di “guide”, non certo migliori in quanto a preparazione, proprio l’altrieri - in
un noto bar-pasticceria che propone mini-lezioni-assaggi di gelati e simili - ho
sentito urlare, in modo che sentissero tutti, “il semifreddo non contiene
grassi!” (notoriamente e indiscutibilmente fra gli ingredienti base ci sono
uova e panna ... e ho detto tutto!).
L'improvvisazione regna sovrana e troppi scrivono e parlano a schiovere (a vanvera) senza sapere niente di escursionismo e, probabilmente, senza aver percorso il Sentiero degli Dei.
Suggerisco
di leggere il post che pubblicai 3 anni fa in merito a chi possa o non possa percorre il Sentiero degli Dei, nonché quest'altro dedicato agli escursionisti improvvisati.
Nessun commento:
Posta un commento