domenica 29 settembre 2019

58° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (286-290)

Cinquina con netta prevalenza di film dei primi anni ’30, tre giapponesi ed un capolavoro di Fritz Lang del suo periodo tedesco ... M - il mostro di Dusseldorf. Completa il gruppo un “intruso”, un film di Spike Lee, peraltro un po’ fuori diverso dal suo stile. I film giapponesi, pur essendo nel pieno della rivoluzione portata dall’avvento del sonoro, sono muti e diretti da due registi poi divenuti più che rispettati: Ozu e Naruse.

   

290  M - Il mostro di Dusseldorf (Fritz Lang, Jap, 1931) tit. or. “Eine Stadt sucht einen Mörder” * con Peter Lorre, Ellen Widmann, Inge Landgut * IMDb  8,3  RT  100% *  all’85° posto nella clasifica IMDb di tutti i tempi
Uno degli indimenticabili film di Fritz Lang, il primo sonoro dopo i grandi Mabuse (1922), I Nibelunghi (1924) e Metropolis (1927) e parecchi altri meno conosciuti ma sempre più che buoni, senz’altro il suo periodo migliore.
Si potrebbe scrivere molto in merito ai meriti di questo film, le particolari inquadrature dall’alto e dal basso, la voce fuori campo che descrive le azioni intraprese per catturare il killer, i dettagli che spiegano eloquentemente ciò che accade pur senza mostrarlo palesemente, l’ottima interpretazione di Peter Lorre (che a questo film deve molto della sua fama), protagonista al suo terzo film e nel primo fu uncredited.
Avendo trovato il dvd della versione restaurata, l’ho guardato con attenzione e con enorme piacere, pur essendo la mia ennesima visione. Si sappia che per molti non ottenne il visto della censura e giunse nelle sale italiane solo nel 1960.
Assolutamente da non perdere, non vi fate condizionare dallo stupido preconcetto, purtroppo diffuso, “film d'epoca e in bianco e nero = noioso e soporifero” ... niente di tutto ciò.
    
286  I was born, but ... (Yasujirô Ozu, Jap, 1932) tit. or. “Otona no miru ehon” * con Tatsuo Saitô, Tomio Aoki, Mitsuko Yoshikawa, Takeshi Sakamoto * IMDb  8,0  RT  100% 
Non ricordo esattamente cosa come sono giunto a recuperare questo muto di Ozu (e il successivo  Passing Fancy) ma sono molto contento di averli guardati, pur sapendone ben poco. Si tratta di due originali commedie i cui protagonisti sono dei vivaci ragazzini. L’ineffabile Tomio Aoki, 9 anni all’epoca, ma già con una quindicina di film alle spalle, è uno dei due fratellini che, essendosi trasferiti in un nuovo quartiere, devono avere a che fare con un gruppetto di coetanei, fra un po’ di inevitabile solito bullismo e giochi vari. Fra di loro c’è anche il figlio del proprietario dell’azienda in cui lavora loro padre. A quell’età le cose cambiano velocemente sia nei rapporti fra ragazzi, sia in quelli genitori-figli.
Storia molto ben narrato da Ozu che si distingue anche in questa commedia giovanile leggera, cogliendo l'occasione per fornire anche una visione critica del sistema della scala gerarchica nell’ambiente lavorativo giapponese dell’epoca ... e non mancano i suoi classici panni stesi ad asciugare, infilati sulle canne.
Molto piacevole e divertente, assolutamente consigliato.

      

288  Inside man (Spike Lee, USA, 2006) * con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Christopher Plummer * IMDb  7,6  RT  88% 
Come anticipato nel cappello, in questo lavoro di Spike Lee la componente razziale è meno marcata che nella maggior parte degli altri suoi film, eppure non manca. Pur essendo una cronaca quasi in tempo reale di una rapina molto particolare, ci sono comunque tante battute riferite a varie etnie, all’intolleranza razziale e al non rispetto delle religioni altrui.
Storia intricata che parte come una qualunque rapina in banca, ma man mano si comincia a capire che non è proprio così. Clive Owen è la mente dell’audace assalto alla banca, Denzel Washington è l’ispettore che tenta di trattare con lui anche in considerazione della presenza di varie decine di ostaggi, Jodie Foster è un’ambigua fixer che agisce per conto dell’equivoco presidente della banca, interpretato da Christopher Plummer.
Pochi sono i veri colpi di scena in quanto quasi tutto è abbastanza prevedile (probabilmente volutamente) per i tanti indizi forniti e qualche flashforward. Buone le interpretazioni tranne quella di Jodie Foster che comunque, secondo me, grande attrice non è mai stata e deve la sua notorietà solo al suo fortuito e fortunato esordio nel ruolo della giovanissima prostituta Iris in Taxi Driver (1975, Martin Scorsese).
Film in ogni modo sufficiente, anche se certamente meno incisivo della maggior parte dei film di Spike Lee.

287  Passing Fancy  (Yasujirô Ozu, Jap, 1933) tit. or. “Dekigokoro  ” * con Takeshi Sakamoto, Tomio Aoki, Nobuko Fushimi, Den Ohinata * IMDb  7,4  RT  72%p 
Ritroviamo l’ineffabile Tomio Aoki di I was born, but ..., ma stavolta non ha a che fare con un gruppo di suoi coetanei, bensì con adulti. Anche questo film è una commedia ma i protagonisti sono un male assortito trio, composto da due colleghi di lavoro (uno dei quali padre single del bambino) ed una giovane ragazza spuntata più o meno dal nulla. Tomio Aoki e il vicinato forniscono un variopinto contorno umano in un ambiente al limite della povertà.
Piacevole, ma certamente non all’altezza di I Was Born, but ... dell’anno precedente.

289  Flunky, Work Hard  (Mikio Naruse, Jap, 1931) tit. or. “Koshiben ganbare” * con Shizue Akiyama, Seiichi Katô, Tomoko Naniwa * IMDb  6,8 
Per concludere la mia incursione nel periodo finale del muto giapponese e fra i primi passi du registi poi divenuti famosi anche a livello internazionale nel dopoguerra, ho recuperato questo corto (28’) di Mikio Naruse.
Commedia passabile, ma niente di più.
  
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

3 commenti:

  1. Obietto su Jodie Foster. Forse non è grande attrice ma deve la sua notorietà a parecchi film, oltre al famoso esordio in Taxi Driver. Film magari non da cineclub ma di botteghino e mainstream. Là dove ci si fa conoscere da ampio pubblico. Ti ricordo "Sotto accusa"1988;"Il silenzio degli innocenti",1991;"Nell",1994;"Contact",1997.
    E molti altri. Abbastanza recente "Elysium",2013.
    E la sua presenza, molto incisiva, nell'episodio "Arkangel" di Black Mirror 4. É un volto notissimo e famoso nelle produzioni mainstream.

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    1. Se una "attrice" diventa famosa per un buon film nel 1975 e riesce a far parlare di sé solo nel 1988 e 1991 per essere stata protagonista di un film "discusso per l'argomento" e poi di uno indubitabilmente di ottimo livello, ma certamente non per sue grandi performance, e se è stata scritturata per soli 44 film in 45 anni passando per lo più inosservata ... direi che qualcosa non va, nonostante i 2 Oscar.

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    2. Soli 44 film in 45 anni sarebbe poco ? Inosservata è tua opinione personale. Negli ultimi anni non ha quasi più lavorato ma tieni conto che dopo i 55 anni solo pochissime attrici ci riescono.

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