venerdì 30 agosto 2019

54° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (266-270)

Altra cinquina dedicata completamente al periodo d’oro del cinema tedesco, con alcuni film veramente notevoli e non solo per i nomi dei registi. Quattro muti, dei quali uno di animazione (splendido) e un documentario, l’unico sonoro è uno dei due diretti da Pabst.
  
   


266  Le avventure del Principe Achmed (Lotte Reiniger, Ger, 1926) tit. or. “Die Abenteuer des Prinzen Achmed” * animazione * IMDb  7,8  RT 80%
Piacevolissima sorpresa questo che dovrebbe essere il primo lungometraggio animato (potrebbe essere stato anticipato da un paio di produzioni argentine delle quali tuttavia non esistono copie) e oltretutto con tecnica, stile e soggetto molto particolari. Si rifà infatti al classico teatro delle ombre orientale e la trama è una combinazione di leggende e racconti ambientati in paesi arabi, India ed Estremo Oriente. Consiglio di leggere questo interessante ed esplicativo post pubblicato su Cinemafrica ma, ovviamente, c’è tanto altro in rete in merito al film, essendo una pietra miliare dell’animazione.
Imperdibile e da guardare più di una volta per apprezzare dettagli tecnici e non.

269  Uomini di domenica (Robert Siodmak, Ger, 1930) tit. or. “Menschen am Sonntag” * con Erwin Splettstößer, Brigitte Borchert, Wolfgang von Waltershausen * IMDb  7,4  RT 100%
Film d’esordio di Robert Siodmak (poi divenuto famoso oltreoceano soprattutto per i suoi noir, come per esempio La scala a chiocciola) con sceneggiatura firmata da Billie Wilder, proprio quello che divenne famoso in USA e nel mondo come Billy (penso sia inutile ricordare i suoi 6 Oscar e tanti altri successi), basata su un reportage realizzato Kurt Siodmak, fratello di Robert. Con alcuni inserti di tipo quasi documentaristico, segue le avventure di un paio di amici che in una domenica d’estate flirtano con delle coetanee in giro per la città e sulla spiaggia Nikolassee. Piacevole, essenziale, ben girato e con buona fotografia. I giovani Siodmak (all’epoca 30enne) e Wilder (24enne) dimostrano di avere già idee ben chiare. Interessante anche per lo spaccato di vita berlinese del 1930, per molti potrebbe essere una sorpresa.
Da guardare con attenzione.

      

268  Diario di una donna perduta (G.W. Pabst, Ger, 1929) tit. or. “Tagebuch einer Verlorenen” * con Louise Brooks, Josef Rovenský, Fritz Rasp * IMDb  7,9  RT 100%
Questo è il secondo dei due film interpretati dalla star americana Louise Brooks sotto la direzione di Pabst. Il primo, Il vaso di Pandora (aka Lulù) aveva riscosso un gran successo da entrambe i lati dell’oceano e quindi giustificò questa nuova produzione appena pochi mesi dopo. Insieme con La via senza gioia (1925, Die freudlose Gasse), costituisce una di “trilogia della donna perduta”, non ufficialmente riconosciuta.
Si tratta di un melodramma d’epoca, tratto dall’omonimo romanzo del 1905 di Margarete Böhme,  con notevoli risvolti “femministi”. La regia di Pabst è come sempre precisa e incisiva, l’interpretazione di Louise Brooks vigorosa, tutto il contesto funziona più che bene con, forse, una sola caduta nel finale (ma pare che fu imposta).
Da guardare senza esitazione alcuna ... a me ha fatto venire anche voglia di una nuova visione di Lulù, visto l’ultima volta oltre 5 anni fa.

269  L’opera da tre soldi (G.W. Pabst, Ger, 1931) tit. or. “Die 3 Groschen-Oper” * con Rudolf Forster, Lotte Lenya, Carola Neher, Fritz Rasp * IMDb  7,4  RT 86%p
Dopo Tartufo di Molière nell’ adattamento di Murnau guardato pochi giorni fa, ecco un altro famoso lavoro teatrale portato sullo schermo: L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht. Questo, a sua volta, è basato sulla commedia satirica inglese The Beggar's Opera (L'opera del mendicante, John Gay, 1727) e ciò spiega l’ambientazione londinese. Chiaramente, partendo da un tale soggetto, il lavoro di Pabst non poteva essere che di gran qualità.  Essendo in fondo una commedia, non mancano satira né personaggi né situazioni al limite del grottesco.
Anche in questo caso ci sono alcune variazioni di trama, ma il film è certamente molto ben girato e ben interpretato e conta selle note canzoni già inserite nell’opera teatrale. Chi non ricorda, per esempio, il motivo della Ballata di Mackie Messer proposta appena dopo i titoli di testa? Questa la versione proposta nel film:
Negli anni è diventato uno standard jazz/swing interpretato innumerevoli volte da tanti musicisti e cantanti di fama mondiale fra i quali Louis Armstrong, Pérez Prado, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, The Doors, Tony Bennett, Marianne Faithfull, Sting, Nick Cave, Robbie Williams e Michael Bublé. Le versioni italiane più conosciute sono quelle di Milva, Domenico Modugno e Massimo Ranieri.

267  Berlino - sinfonia di una grande città (Walter Ruttmann, Ger, 1927) tit. or. “Berlin - Die Sinfonie der Großstadt” * documentario * IMDb  7,6  RT 86%
Documentario ben realizzato, ma non proprio appassionante. Descrive per immagini una giornata feriale berlinese, dalle prime ore fino a notte fonda, mostrando operai, massaie, lavoratori di ogni genere, bambini, studenti, che si muovono per le strade berlinesi.
Da notare che il regista Walther Ruttmann è stato anche direttore della fotografia di soli due film, ma che film! Muti diretti da Fritz Lang, fra i più famosi non solo del regista ma della storia del cinema: I Nibelunghi: Sigfrido (1924) e Metropolis (1927).
Deve piacere il genere per apprezzarlo (in tal caso è senz’altro di ottimo livello), altrimenti dopo un po’ risulta noioso.
  
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

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