266 Le avventure del Principe Achmed (Lotte
Reiniger, Ger, 1926) tit. or. “Die Abenteuer des Prinzen Achmed” * animazione *
IMDb 7,8
RT 80%
Piacevolissima sorpresa questo che
dovrebbe essere il primo lungometraggio animato (potrebbe essere stato
anticipato da un paio di produzioni argentine delle quali tuttavia non esistono
copie) e oltretutto con tecnica, stile e soggetto molto particolari. Si rifà
infatti al classico teatro delle ombre orientale e la trama è una combinazione
di leggende e racconti ambientati in paesi arabi, India ed Estremo Oriente. Consiglio
di leggere questo interessante ed esplicativo post pubblicato su Cinemafrica ma, ovviamente, c’è tanto altro
in rete in merito al film, essendo una pietra miliare dell’animazione.
Imperdibile e da guardare più di una
volta per apprezzare dettagli tecnici e non.
269 Uomini di domenica (Robert Siodmak,
Ger, 1930) tit. or. “Menschen am Sonntag”
* con Erwin Splettstößer, Brigitte Borchert, Wolfgang von Waltershausen *
IMDb 7,4
RT 100%
Film d’esordio di Robert Siodmak (poi
divenuto famoso oltreoceano soprattutto per i suoi noir, come per esempio La scala a chiocciola) con sceneggiatura
firmata da Billie Wilder, proprio
quello che divenne famoso in USA e nel mondo come Billy (penso sia inutile ricordare i suoi 6 Oscar e tanti altri
successi), basata su un reportage realizzato Kurt Siodmak, fratello di Robert. Con alcuni inserti di tipo quasi
documentaristico, segue le avventure di un paio di amici che in una domenica d’estate
flirtano con delle coetanee in giro per la città e sulla spiaggia Nikolassee. Piacevole, essenziale, ben girato e con buona
fotografia. I giovani Siodmak (all’epoca
30enne) e Wilder (24enne) dimostrano
di avere già idee ben chiare. Interessante anche per lo spaccato di vita
berlinese del 1930, per molti potrebbe essere una sorpresa.
Da guardare con attenzione.
268 Diario di una donna perduta (G.W.
Pabst, Ger, 1929) tit. or. “Tagebuch einer Verlorenen” * con Louise Brooks,
Josef Rovenský, Fritz Rasp * IMDb 7,9 RT 100%
Questo è il secondo dei due film
interpretati dalla star americana Louise
Brooks sotto la direzione di Pabst.
Il primo, Il vaso di Pandora (aka Lulù) aveva riscosso un gran
successo da entrambe i lati dell’oceano e quindi giustificò questa nuova
produzione appena pochi mesi dopo. Insieme con La via senza gioia (1925,
Die
freudlose Gasse), costituisce una di “trilogia della donna perduta”, non ufficialmente riconosciuta.
Si tratta di un melodramma d’epoca,
tratto dall’omonimo romanzo del 1905 di Margarete
Böhme, con notevoli risvolti “femministi”.
La regia di Pabst è come sempre precisa
e incisiva, l’interpretazione di Louise
Brooks vigorosa, tutto il contesto funziona più che bene con, forse, una
sola caduta nel finale (ma pare che fu imposta).
Da guardare senza esitazione alcuna ... a me ha
fatto venire anche voglia di una nuova visione di Lulù, visto l’ultima volta oltre 5
anni fa.269 L’opera da tre soldi (G.W. Pabst, Ger, 1931) tit. or. “Die 3 Groschen-Oper” * con Rudolf Forster, Lotte Lenya, Carola Neher, Fritz Rasp * IMDb 7,4 RT 86%p
Dopo Tartufo
di Molière nell’ adattamento di Murnau guardato pochi giorni fa, ecco
un altro famoso lavoro teatrale portato sullo schermo: L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht. Questo, a sua volta, è
basato sulla commedia satirica inglese The Beggar's Opera (L'opera del
mendicante, John Gay, 1727) e ciò spiega
l’ambientazione londinese. Chiaramente, partendo da un tale soggetto, il lavoro di Pabst non poteva essere che di gran qualità. Essendo in fondo una commedia, non mancano satira né personaggi né situazioni al limite del grottesco.
Anche in questo caso ci sono alcune
variazioni di trama, ma il film è certamente molto ben girato e ben interpretato e conta selle
note canzoni già inserite nell’opera teatrale. Chi non ricorda, per esempio, il motivo della Ballata di Mackie Messer proposta appena dopo i titoli di testa? Questa la versione proposta nel film:
267 Berlino - sinfonia di una grande città (Walter
Ruttmann, Ger, 1927) tit. or. “Berlin - Die Sinfonie der Großstadt” * documentario
* IMDb 7,6 RT 86%
Documentario ben realizzato, ma non
proprio appassionante. Descrive per immagini una giornata feriale berlinese,
dalle prime ore fino a notte fonda, mostrando operai, massaie, lavoratori di
ogni genere, bambini, studenti, che si muovono per le strade berlinesi.
Da notare che il regista Walther Ruttmann è stato anche direttore
della fotografia di soli due film, ma che film! Muti diretti da Fritz Lang, fra i più famosi non solo del
regista ma della storia del cinema: I Nibelunghi: Sigfrido (1924) e Metropolis
(1927).
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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