261 Die
Puppe (Ernst Lubitsch, Ger, 1919) tit. it. “La bambola di carne” * con Ossi
Oswalda, Hermann Thimig, Victor Janson * IMDb
7,4
262 Die
Austernprinzessin (Ernst Lubitsch, Ger, 1919) tit. it. “La principessa
delle ostriche” * con Ossi Oswalda, Victor Janson, Harry Liedtke * IMDb 7,2
La protagonista di
queste due farse è Ossi Oswalda, una
delle star del muto tedesco, non per niente
soprannominata The German Mary Pickford, che fu interprete di una dozzina di
film di Lubitsch. Commedie a dir poco leggere, lampantemente
esagerate, provocatorie e ironiche, che comunque riescono ad essere divertenti e
piacevoli grazie al rapido ritmo e alle estremamente creative messe in scena.
Nei 4 atti di Die Puppe si prendono di
mira, fra gli altri, i monaci ipocriti e mangioni, appaiono cavalli “umani”, i
fondali sono disegni di grande fantasia e ci sono tanti personaggi singolari e
caricaturali quali l’inventore di bambole meccaniche, il ragazzino terribile,
la governante.
L’altro film è ufficialmente presentato
come “commedia grottesca in 4 atti” e
in questo caso al centro dell’attenzione c’è un ricchissimo (palesemente
arricchito) padre con una viziatissima figlia in cerca di marito. Alla messa in
ridicolo della loro spropositata ricchezza e della enorme magione, popolata da una miriade di servitori specifici
per ogni attività, anche la più banale e routinaria, si contrappongono due
amici scapestrati, uno dei quali è un principe decaduto, assolutamente squattrinato.
Nel loro genere, i film sono due vere perle
e meritano di essere guardati.
263 Michael
(Carl-Th. Dreyer, Ger, 1924) tit. it. “Desiderio del cuore” * con Walter
Slezak, Max Auzinger, Nora Gregor * IMDb
7,1 RT 90%
uno dei pochi film di Dreyer prodotti
in Germania. Il maestro danese si cimenta nell’adattamento dell’omonimo romanzo
di Herman Bang, un’opera controversa al limite dello scabroso per la morale
dell’epoca in quando narra di un triangolo amoroso (seppur non del tutto
esplicito) fra un modello, il grande artista suo mecenate e padre putativo
(allusivamente amante) ed una principessa russa assolutamente al verde che
circuisce il giovane. Al di là della trama, spicca una ottima regia, buone
interpretazioni e una fotografia di alto livello.
265 Herr
Tartüff (F.W. Murnau, Ger, 1925) tit. it. “Tartufo” * con Emil Jannings, Hermann
Picha, Rosa Valetti, André Mattoni * IMDb
7,2 RT 80%
Adattamento non pedissequo e abbastanza
abbreviato della famosa tragicommedia di Molière
(1644). Notevole la messa in scena con un ottimo cast nel quale, ancora una
volta, la parte del leone la fa Emil
Jannings nei panni di Tartufo. La
pesante satira nei confronti della nobiltà, del clero e della religione (più
che altro bigottismo), creò non pochi problemi a Molière, grattacapi che ovviamente Murnau non ebbe.
Lavoro preciso e ben realizzato, ma
certamente non è fra i migliori film del regista tedesco.
264 Das Wachsfigurenkabinett (Leo Birinsky,
Paul Leni, Ger, 1924) tit. int. “Waxworks” * con Emil
Jannings, Conrad Veidt, Werner Krauss * IMDb
6,7 RT 50%p
Nettamente il più deludente di questo
gruppo, soprattutto per la sceneggiatura, debole e poco bilanciata, e nonostante
la presenza di due ottimi attori quali Emil
Jannings (L’ultima risata, The Last Command, ...) e Conrad Veidt (da poco apprezzato in Orlac's
hands e famoso per i suoi ruoli in Caligari e Casablanca), impiegati
molto al di sotto delle loro possibilità. Tuttavia, c’è da dire che le
scenografie e fondali di chiaro stampo espressionista sono più che interessanti,
spesso affascinanti.
Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.
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