Gli escursionisti di vecchia data, non certo quelli dell'ultima ora o della domenica, di sicuro ricorderanno che il percorso originario (nella sua interezza ideato quasi una cinquantina di anni fa) seguiva da vicino la cresta di Monte Santa Croce e quando ciò diventava impossibile a causa della recinzione del VOR (il cosiddetto "radar") correva parallelo ad esso. Tale tratto dell'Alta Via odierna si sviluppa invece varie decine di metri più in basso senza mai toccare materialmente la rotabile via del Monte, con un collegamento diretto fra la pineta (che si raggiunge provenendo da Nerano) e il tratto di crinale immediatamente a monte di Campo Vetavole. Nella mappa qui sotto sono evidenziati tutti i sentieri principali che corrono lungo i pendii attorno Monte Santa Croce.
Dal giorno in cui il Club Alpino Italiano optò per l'attuale "variante bassa" e la ufficializzò (già molti comunque la percorrevano), quella "alta" è stata sempre meno frequentata e di conseguenza ancor più invasa dalla vegetazione fin quasi ad essere difficilmente riconoscibile. Non conosco le motivazioni di tale cambiamento, ma molto probabilmente fu tenuta in considerazione la maggiore linearità e proprio il fatto di essere soggetta alla prorompente vegetazione che, in particolare in primavera, spesso copre tracciato e segnavia creando non pochi problemi a quelli meno sicuri e/o non conoscitori dell’area.
Personalmente penso che il panorama dal punto più alto di detto percorso, con vista sul crinale digradante verso Punta Campanella e con Capri sullo sfondo (foto di apertura), sia impareggiabile e valga i pochi metri
di dislivello in più. Allo stesso tempo mi rendo conto che il breve tratto
esposto su ghiaia ha sempre creato e continua a creare qualche problema a
quelli più timorosi e a chi soffre di vertigini.
sentiero CAI 300 visto dal CAI 00 *** cappella S. Costanzo e Li Galli dal CAI 00
Lungo il sentiero (ora abbastanza evidente) ci sono adesso anche sufficienti segnavia di colore rosso che si vanno ad aggiungere a quelli
sbiaditi bianco/rossi apposti dal CAI probabilmente una ventina di anni fa. Chi
andrà a percorrere detto tratto noterà anche delle grosse macchie di vernice
verde chiaro con le quali un “furbacchione” (= un vero imbecille incivile) si
affrettò a coprire i segnavia CAI, senza neanche rendersi conto che a quel
punto, per rimanere sul tracciato, gli escursionisti avrebbero semplicemente seguito
le macchie verdi. Si è quasi sicuri che sia lo stesso che all’epoca si diede da
fare per danneggiare o asportare le mattonelle segnavia. Insomma, perse tempo e
sprecò vernice senza concludere niente.
Sono pienamente d'accordo nel rivalutare il percorso alto che, alcuni anni fa, mi trovai a percorrere per caso nella salita da Punta Campanella, allorquando persi i segnali CAI e, proseguendo in linea retta, mi ritrovai a seguire il sentiero di cui discorri.
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