Proposto
da Public Domain Movies, Rain (di Lewis Milestone, USA, 1932, tit. it. “Pioggia”, con Joan Crawford, Walter Huston) mi ha subito incuriosito in quanto le poche righe di
presentazione “Una prostituta si redime a Pago Pago grazie ad un duro
missionario” mi hanno fatto tornare in mente una short story di Somerset
Maugham (1874-1965) che mi era molto piaciuta. Approfondendo, ho appreso che il
soggetto era proprio quello e, dopo aver visto il film, posso anche aggiungere
che si tratta di un felicissimo
adattamento, cosa relativamente rara.
La
storia, con pochissimi personaggi (praticamente due: il missionario-predicatore
e la prostituta), è ristretta in spazi limitati e si sviluppa nei pochi giorni
di una sosta forzata a Pago Pago (isola tropicale del Pacifico), sotto una continua pioggia battente.
Bravissimi
gli interpreti principali, in particolare Walter Huston che riesce ad apparire
esattamente come descritto da Maugham: arrogante, aggressivo, presuntuoso e
viscido. La falsa immagine di missionario non riesce a coprire la sua meschinità
e malvagità. Uno di quei predicatori che vogliono “salvare” anche e soprattutto
chi non vuole essere salvato e ai primi ostacoli passano alle minacce verbali
e, in un certo senso, fisiche. Nel suo piccolo uno dei tanti che nei secoli passati
ed ancora oggi predicano e seminano terrore e odio in nome di una religione.
Moltissimo
ovviamente si deve al testo Somerset Maugham che penso sia lo scrittore che
abbia fornito il maggior numero di soggetti per film e TV (150 in tutto),
superando anche Graham Greene, un altro fra i miei scrittori preferiti (The
Third Man, Our Man in Havana, Brighton Rock, The Quiet American, ...).
Anche
Joan Crawford interpreta benissimo la sua parte e ciò non meraviglia essendo una
di quelle poche brave attrici riuscite a passare dal muto al sonoro e a “resistere”
negli anni pur non essendo di una bellezza folgorante, ma solo perché sapeva
recitare. A sua detta, il punto di svolta fu l’interpretazione di Nanon in The
Unknown (consigliato, 1925, di Tod Browning - poi regista del cult Freaks, 1932) al
fianco del “maestro” Lon Chaney nel ruolo di Alonzo, un circense senza braccia
... solo lui poteva riuscirci all’epoca, prima delle manipolazioni digitali.
Nello
stesso anno di Rain uscì anche Grand Hotel nel quale la Crawford recitò al
fianco di Greta Garbo e John Barrymore, e in seguito ottenne l’Oscar per Mildred
Pierce (di Michael Curtiz, 1945) e Nomination per Possessed (1947) e Sudden
Fear (1952), ma molti la ricorderanno per essere la Vienna di Johnny Guitar
(1954, di Nicholas Ray). Quindi un’attrice assolutamente non limitata ad un solo genere visto che riuscì a brillare in film drammatici, noir, commedie e
western! Joan Crawford è stata l’eterna rivale di Bette Davis e fra loro c’è sempre
stato un dichiarato odio viscerale; su quanto si sono dette e fatto è stato
addirittura scritto un libro Bette & Joan - The Divine Feud e
proprio quest’anno è iniziata la serie TV Feud (faida) dedicata appunto ai
loro pessimi rapporti.
Pur trovandosi su un'isola dei "mari del sud", Lewis Milestone concede poco o nulla all'iconografia classica, limitandosi a poche scene esterne e al coinvolgimento di comparse locali; le brevi scene di pesca dalla spiaggia che a metà del film sembrano essere state inserite solo per spezzare per un attimo la montante tensione si rivelano essere un sapiente aggancio per l'inaspettato finale. Anche
se in alcuni passaggi Rain può apparire un po’ teatrale, il film vale senz’altro
una visione attenta non solo alle immagini ma anche alle parole. In
alternativa, consiglio caldamente di leggere la short story originale, scritta
nel 1921 e altri testi di Maugham, che includono lavori teatrali e romanzi che
contano varie versioni cinematografiche. Per citarne giusto qualcuno, The
Razor’s Edge (1946, Il filo del rasoio) con Tyrone Power, Of
Human Bondage (Schiavo d’amore) nel 1934 con Bette Davis e Leslie Howard, remake
nel 1946 e 1964, The Paited Veil (Il
velo dipinto) nel 1934 con Greta Garbo e Herbert Marshall, con un adattamento (The 7th Sin) nel 1957 e infine il remake del 2006 con Naomi Watts e Edward Norton.
Mi
sembra di aver divagato abbastanza fra cinema e letteratura e quindi concludo
suggerendo di guadare Rain, leggere l’omonima short story e altri scritti di Somerset
Maugham e di non dimenticare di leggere gli affascinanti romanzi e racconti di
Graham Greene il quale, tuttavia, è stato spesso “maltrattato” da sceneggiatori
e registi ... anche famosi.
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