Altro film che merita un post in questo blog.
Guerra e pace (Sergey
Bondarchuk, URSS, 1966-7) tit. or. “Voyna
i mir”
con Sergey Bondarchuk, Lyudmila
Saveleva, Vyacheslav Tikhonov
nel 1969 vinse l'Oscar come miglior film non in lingua inglese
Oltre
ad avere dalla sua un soggetto eccezionale quale l’omonimo famoso romanzo
storico di Lev Tolstoj, il film è quasi un manuale di tutti i possibili effetti
ottici e movimenti di camera possibili all’epoca, tutti magistralmente
realizzati e assolutamente appropriati e, come se non bastasse, Bondarchuk
sperimentò varie nuove tecniche. Non si contano doppie esposizioni e
dissolvenze - sia al nero che incrociate - divisione schermo in parti uguali o
un terzo e due terzi (talvolta, p.e., con campo lungo esterno da un lato e primo piano in interno
dell’altro), riprese dall’alto (da mongolfiera, elicottero e altissime gru, non
esistendo ancora i droni), lunghe carrellate all’indietro nei corridoi dei magnifici
palazzi, piani sequenza spettacolari e perfetti (impressionanti quelli del
ballo), trasparenze e velature usando vetri, veli e fiammelle di candele in
primo piano, sfocature, profondità di campo sempre diverse. Per quanto riguarda
il ballo, ho scoperto che buona parte delle riprese furono realizzate con
camera a spalla, da un operatore su pattini a rotelle! Per le scene delle battaglie campali utilizzò (per primo al mondo) cineprese comandate a distanza tramite cavi lunghi anche varie centinaia di metri.
Il
più grande kolossal russo, prodotto in pieno periodo di guerra fredda, in risposta
a quelli americani dell’epoca. All’epoca si combatteva soprattutto con la
propaganda e le due superpotenze si “sfidavano” in qualunque campo, non solo in
quello tecnologico, ma anche in quello artistico, e quindi anche con il cinema.
Pare che il progetto di Bondarchuk (già nel ’51 insignito dallo stesso Stalin dell’onorificenza
"Artista del Popolo dell'Unione Sovietica") fu visto come una vera e
propria ripicca nei confronti degli americani che avevano “osato appropriarsi” del
più famoso romanzo russo adattandolo per il film di King Vidor, versione nella
quale - ovviamente - i sovietici non si riconoscevano.
Pressoché
unanimemente il film in stile hollywoodiano (1956, 2h58, 3 Nomination Oscar) con
un cast internazionale di qualità che includeva Audrey Hepburn, Henry Fonda, Mel
Ferrer, Anita Ekberg, Vittorio Gassman, fu considerato troppo riassuntivo
rispetto al testo di Tolstoi e dal momento in cui giunse nelle sale la versione
russa lunga oltre il doppio nessuno ebbe dubbi nel vedere in questa un adattamento
molto più fedele e di qualità molto migliore.
Ovviamente,
i russi ebbero il vantaggio di poter utilizzare scenari molto più realistici, sia
per gli esterni, sia per gli interni per i quali furono sfruttati palazzi
storici, arredi originali (molti dei quali avuti in prestito dai musei) e, non
da ultimo, volti molto più “russi” di quelli delle comparse americane. A tal
proposito è bene sottolineare che furono impiegate circa 120.000 comparse, fra
le quali numerose migliaia di soldati dell’Armata Rossa, in quanto gli unici in
grado di marciare e muoversi a cavallo perfettamente allineati.
La
produzione durò circa 6 anni e ciò comportò non pochi problemi derivanti dai
cambiamenti naturali nelle apparenze degli attori, in particolare i più
giovani. Fu scelto i formato 70mm ma la qualità della pellicola russa risultò
molto scadente e Bondarchuk dovette ri-girare non poche scene solo a causa del
supporto molto scadente. Il film fu distribuito in una infinità di versioni, da
quella originale completa russa di 484 minuti (8h04’), a quella in due parti di “soli”
263 minuti (4h33’), ma quella che si trova più facilmente è quella in 4 parti
(parti, non film) di 403’ (6h43’):
- Andrei Bolkonsky (aka Austerlitz)
- Natasha Rostova (aka Natascia)
- 1812 (aka La battaglia di Borodino)
- Pierre Bezukhov (aka L’incendio di Mosca)
Avendo
già detto della regia (e montaggio), passo agli ottimi attori. L’unica critica
che più di uno mosse a Bondarchuk (che, oltre ad essere regista, interpreta il
protagonista Pierre Bezuchov - foto a sinistra) è quella di essere troppo
“vecchio” per quel ruolo, ma sulla performance non si discute.
Vyacheslav Tikhonov (Andrej Bolkonskij - nella foto in basso con Boris Zakhava che interpreta Mikhail Kutuzov) era il più apprezzato e amato attore russo dell’epoca mentre per il ruolo di Natascia fu scelta l’esordiente Lyudmila Saveleva (nella foto a destra), già affermata ballerina, ma anche tutti gli altri personaggi principali sono interpretati magistralmente.
Le
location nei palazzi (quasi tutti originali) sono a dir poco spettacolari e
certamente i sovietici non fecero economie per i costumi e addobbi, buona parte
dei quali provenivano direttamente dai musei. Del commento sonoro si incaricò Vyacheslav Ovchinnikov e le
musiche risultano coinvolgenti, appropriate e di ottimo livello.
Corre
voce che si stia provvedendo ad un nuovo restauro con le tecniche più all’avanguardia.
Il precedente era stato realizzato utilizzando la versione 35mm in quanto l’originale
70mm era troppo rovinata. Oggi, per fortuna dei cinefili, con il restauro
digitale si riescono a fare miracoli e quindi si può sperare che prima o poi
riusciremo a guardare una versione di “Guerra e pace” di qualità, probabilmente
ancora migliore di quella del 1966-7.
Se così fosse, sarebbe assolutamente imperdibile!