Sono esperti vecchi, antiquati
e ancorati al passato coloro che votano e partecipano ai vari sondaggi o effettivamente non c’è paragone fra
il Cinema di decenni fa e quello attuale?
Voi che ne pensate?
Ieri sera ho inaugurato il
sesto anno di attività del GioVis Movie Theatre (“GMT” la mia saletta 8 posti casalinga) con la proiezione di “Viaggio
a Tokio” (int. “Tokyo Story”, or. “Tôkyô monogatari”), quasi unanimemente giudicato
il miglior lavoro di Yasujirô Ozu e sempre incluso fra i primi di tutti i tempi
e di tutto il mondo nelle tante classifiche periodicamente stilate da registi,
storici e critici.
Per celebrare degnamente il quinquennale mi ero infatti regalato i 6
film del grande maestro giapponese restaurati in qualità 4k pochi anni fa e
attualmente in commercio in due cofanetti separati.
Con “Tarda primavera”
(1949) avevo concluso il quinto anno della mia ripresa attività di cinefilo-filmofago-movieholic-cinemaniaco
a quota 1607 film visti nel lustro, a casa e in giro per il mondo, pari a una
media complessiva di poco superiore ai 321/anno, tendenzialmente in aumento.
Sulla base di questa
esperienza che ha compreso tanti film che in Italia non sono neanche giunti o hanno
avuto distribuzione limitatissima (penso ai numerosi film indiani, iraniani, di
altri paesi asiatici e ai tantissimi dell’America Latina, soprattutto Messico) la quale si va ad aggiungere ai miei trascorsi di una quarantina di anni fa (per un
periodo fra i ’70 e gli ’80 guardavo circa 300 film/anno, nel 75-76 gestii una sala quasi d'essai) continuo a credere, e
sempre più fermamente, che il “vero Cinema” stia progressivamente scomparendo e
ciò è ampiamente dimostrato da quanto la maggior parte dei cinefili e critici (anche
quelli meno noti) continuino a guardare e ri-guardare film perfino di un
secolo fa, elogiandoli, discutendone e studiandoli minuziosamente piuttosto che
approfondire l’analisi di film degli ultimi decenni che vengono visti, valutati
e spesso finiscono ben presto nel dimenticatoio non essendo, evidentemente,
abbastanza stimolanti.
Oltretutto, fatte salve
poche decine di questi ultimi, mi sembra che gli altri giudicati più o meno positivamente
siano ricordati più per l’uso di innovazioni tecnologiche come CGI e 3D o la
spettacolarità del digitale che per reali qualità relative alla "Settima Arte".
Chiedo a chi mi legge, ma
senza bisogno di una effettiva replica, quanti registi della fine del secolo
scorso e di questi primi anni del XXI secolo pensano possano superare in fama i
tanti "immortali" di vari decenni fa?
Quanti spettatori si ricorderanno di loro
fra 40-50 anni, ammesso che esista ancora il Cinema nel senso classico del
termine?
Portando un esempio, relativamente
da poco ho scritto di Erich von Stroheim, Karl Theodor Dreyer, Satyajit Ray, registi per i quali contavano
inquadrature, tempi, luci e posizioni degli attori e non effetti speciali e/o
storie incredibili.
Leggendo vari blog e
rubriche mi sembra di capire che le nuove generazioni siano molto più interessate
al genere fantastico e horror, e per il resto si preferiscano adattamenti di
romanzi, fumetti, storie vere e biopic alle vecchie ma intramontabili sceneggiature
originali, scritte appositamente per il Cinema, ... merce ormai rara.
Sarò vecchio e "obsoleto"
ma, in via generale, continuo a preferire un qualunque buon film di 30 o oltre
anni fa a quelli moderni tanto decantati oggi che tuttavia, molto probabilmente,
fra una decina di anni ben pochi ricorderanno.
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