Se
passate per Honolulu (lo suggerisco
e auguro a tutti), visitate almeno qualcuno dei cinque Orti Botanici, ognuno
molto diverso dagli altri.
Si va dallo storico Foster proprio al centro
della città, a pochi minuti a piedi dal business
district e Chinatown, all’Ho’omaluhia
(il più grande, 160 ha, foto a sx) attorno ad un lago ai piedi delle ripidissime balze del
Koʻolau Range, al Koko
Crater all’estremità SE dell’isola, situato sul fondo di un cratere e
dedicato alle specie dei climi aridi, a quello di Wahiawa (al centro
dell’isola) che grazie alle sue più copiose precipitazioni si presenta quasi
come una foresta tropicale, al piccolissimo Lili`uokalani, anch’esso
in centro, attraversato da un ruscello. Parlo con cognizione di causa in quanto posso affermare di conoscere i primi 3 a menadito per aver passato molto del tempo nel corso del mio ultimo soggiorno mappandoli in dettaglio.
Koko Crater Botanical Garden (l'intero fondo del cratere)
il ponte sulla vallone del Wahiawa Botanical Garden
Si
paga solo al Foster (5 dollari), per gli altri l’ingresso è gratuito così
come le cartine (ora anche online) e qualunque di essi visitiate troverete uno staff
estremamente disponibile anche se solo al Foster sono previsti regolari tour
guidati (giornalieri e gratuiti).
Dopo
questa molto sommaria descrizione, mi sento in dovere di aggiungere un commento
in merito ai dirigenti, dipendenti e volontari che popolano e fanno vivere i Botanical
Gardens. Ancor più che in altri ambienti della città e dell’isola si
nota la serenità con il quale ognuno svolge i propri compiti, probabilmente
aiutati anche dalla tranquillità fornita della vegetazione che li circonda e che la fa
da padrona. Risalta il grande spirito di collaborazione fra i “regolari” e
fra questi e i volontari (numerosissimi in genere negli Stati Uniti e qui in particolare)
che con molta professionalità si occupano di tanti aspetti che vanno dalla
piccola manutenzione, alle visite guidate, alle lezioni divulgative per
scolaresche, alle decorazioni e a tanto altro come per esempio (nel mio caso) la
mappatura dei giardini.
Molte
volte piccoli gruppi mangiano insieme nell’ora di spacco e almeno ogni due
settimane si organizzano party o potluck. Ovviamente ne hanno organizzato uno negli ultimi giorni del mio soggiorno, non solo per il mio commiato, ma anche
per festeggiare la realizzazione delle 3 nuove cartine e per invitarmi
ufficialmente a tornare per mappare anche Wahiawa (cosa che spero di fare fra 2 o 3 anni).
Molti
dei membri dello staff (direttore, botanici, amministrativi, giardinieri e volontari)
hanno partecipato alla festa d’addio onorandomi di un bellissimo Haku
Lei (la ghirlanda intrecciata che si indossa come corona, il tipo più
composito a tre fili intrecciati) composto da Iris, una vera specialista.
Fra le tante le foto di rito alle quali mi sono prestato in quanto specificamente richieste (non le amo per niente) ne ho scelte due, la prima è quella con Naomi (la botanica che, oltre ad assistermi talvolta nei rilievi, mi indicava le specie da riportare in mappa) ed l'altra di una parte dei convenuti schierati ai piedi di un "esile alberello", l’Adansonia digitata (comunemente noto come baobab) di una dozzina di metri di circonferenza, uno dei simboli del Foster.
Fra le tante le foto di rito alle quali mi sono prestato in quanto specificamente richieste (non le amo per niente) ne ho scelte due, la prima è quella con Naomi (la botanica che, oltre ad assistermi talvolta nei rilievi, mi indicava le specie da riportare in mappa) ed l'altra di una parte dei convenuti schierati ai piedi di un "esile alberello", l’Adansonia digitata (comunemente noto come baobab) di una dozzina di metri di circonferenza, uno dei simboli del Foster.
... the wonderful new maps that she and our amazing volunteer Giovanni Visetti created. ... Good work, Naomi and Giovanni! (dal comunicato ufficiale degli Honolulu Botanical Gardens)
Grazie a tutti! * Thanks to everybody!
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