Comunque si vogliano chiamare film e protagonista, non ve lo perdete!
Ho visto Moana come Vaiana (titolo europeo), ma in italiano il titolo è Oceania, pur essendo Vaiana la protagonista.
Questo di Ron Clements e Don Hall, appena sfornato dalla Disney e serio concorrente di Zootopia per gli Oscar, è uno di quei film d’animazione ambientati in posti reali, solo che questa volta non si tratta di una città o di un luogo preciso, ma di una qualunque delle tante isole sperdute nell’Oceano Pacifico, con le spiagge bianche, le palme, i vari tipi di lava, i fiori appropriati, le capanne, le imbarcazioni tradizionali e via discorrendo.
Ho visto Moana come Vaiana (titolo europeo), ma in italiano il titolo è Oceania, pur essendo Vaiana la protagonista.
Questo di Ron Clements e Don Hall, appena sfornato dalla Disney e serio concorrente di Zootopia per gli Oscar, è uno di quei film d’animazione ambientati in posti reali, solo che questa volta non si tratta di una città o di un luogo preciso, ma di una qualunque delle tante isole sperdute nell’Oceano Pacifico, con le spiagge bianche, le palme, i vari tipi di lava, i fiori appropriati, le capanne, le imbarcazioni tradizionali e via discorrendo.
Per
ricreare questo modo fantastico (nel senso di bellezza e non di fantasia) i
produttori hanno dovuto viaggiare numerose volte (poveretti!) fra le isole del
Pacifico, in quella che è la regione geografica allargata della Polinesia, un triangolo che ha come
vertici Aotearoa (Nuova Zelanda) e Rapa Nui (Isola di Pasqua) a sud, Hawai‘i (Hawai) a nord.
La storia, la riassumo in quanto penso che già la conoscano tutti, è quella di una giovane ragazza che nonostante il divieto del padre, supera la barriera su una imbarcazione che non sa assolutamente manovrare, inizialmente accompagnata solo da un pollo strabico e poi anche dal semidio Maui, per un’impresa quasi impossibile che però, se portata a termine, salverà il suo villaggio, l’isola e la sua famiglia.
Moana è un personaggio quasi
anomalo nei film della Disney in quanto pur essendo giovane (si potrebbe
aggiungere bella e ricca essendo figlia del capo) non soffre di patemi amorosi ed è
solo concentrata sulla sua avventura, sospinta dall'altruismo ma soprattutto dal suo unico amore ... il mare.
La debuttante Auli'i Cravalho (16enne soprano hawaiana) fornisce la voce a Moana e quindi canta la maggior parte delle immancabili canzoncine (unico lato negativo della maggior parte dei film della Disney) mentre per il semidio Maui, grande e grosso, un poco spaccone e non troppo furbo, ma di buoni sentimenti è stato scelto l’ineffabile Dwayne Johnson “The Rock” che negli ultimi 15 anni (una trentina di film) spesso ha interpretato questo tipo di personaggio.
Sono convinto che questo ex wrestler
professionista (come suo padre e suo nonno materno), di origini samoane, quindi
polinesiane come tutti gli altri doppiatori principali (per lo più hawaiani o maori),
sempre molto autoironico - lo ricordate in Be Cool (di Gary Gary, 2005) con John
Travolta, Uma Turman, Harvey Keitel, Danny di DeVito? - si sarà divertito un mondo durante il
doppiaggio immedesimandosi in tutto e per tutto nel personaggio. Penso che gli stessi disegnatori si siano ispirati a lui in quanto Maui fa spesso smorfie identiche a
quelle classiche di “The Rock”.
Il
secondo rappresenta il personaggio “comico” che combina un sacco di guai, si
mette nei pasticci e deve essere salvato, ma ovviamente di tanto in tanto è proprio lui
che, seppur involontariamente, risolve situazioni a dir poco complicate. Infine, a dire il vero, c'è anche l'Oceano che, sotto forma di onda, è sempre pronto a supportare Moana e funge da suo angelo custode. Il porcellino che compare nelle prime scene e in molte foto promozionali (inizialmente doveva avere anche lui un ruolo importante) viene lasciato sull'isola, praticamente una presenza trascurabile.
Conoscendo
qualcosa della cultura polinesiana nel senso più ampio della parola, Moana è ancor più godibile in quanto più facilmente si possono cogliere riferimenti, nomi, tradizioni, osservare tecniche di navigazione, strutture di imbarcazioni e capanne. Tanto per dirne una, nella
mitologia di qualunque cultura del Pacifico viene inclusa la leggenda del
semidio Maui (nome che oggi si
associa quasi esclusivamente ad una delle isole dell’arcipelago hawaiano) ma
con dettagli e sviluppi differenti fra quella maori, la polinesiana e la
hawaiana.
Per
vostra conoscenza, il marchio spagnolo “Moana”
(un profumo) è registrato non solo in patria ma anche in numerosi paesi europei
e per questo in tutta Europa il nome della protagonista è stato cambiato in Vaiana che in polinesiano significa “acqua che sgorga dalla grotta”. In
Italia, pur non essendo necessario il cambio a causa del copyright, il titolo è
diventato Oceania pur lasciando alla protagonista il nome Vaiana.
Ma perché non lasciare il titolo europeo visto che in Italia Moana è stato comunque escluso per
evitare possibili riferimenti e collegamenti alla famosa pornostar che, bene o
male, ha praticamente monopolizzato il nome? Immaginate i bambini che, con o
senza l’assistenza dei genitori, “googlano”
il nome per cercare immagini del film e appare tutt’altro? ... e sapete a cosa
mi riferisco. Questo comunque succederà in altre parti del mondo a chi digita solo "Moana" senza aggiungere altre keywords come Disney, movie, film, 2016 ...
Non è solo per bambini, molto meno melenso o strappalacrime di tanti
altri, ben disegnato, quasi costantemente vivace, arguto e divertente ... peccato che
ci si debba sorbire le solite canzoncine che, oltretutto, doppiate peggiorano
ulteriormente ... ma questo è un “marchio di fabbrica” della Disney e ce lo
dobbiamo sorbire.
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