Sarà vero? Secondo me l’affermazione è molto vicina
alla realtà, pur avendo degli ovvi limiti visto che le condizioni di vita sono
molto cambiate nel corso dei secoli. Eppure, ancora oggi continuiamo ad usare,
a proposito, detti latini vecchi di oltre 2000 anni. E poi ci sono quelli
greci, quelli cinesi e praticamente se ne trovano in qualunque cultura di
qualsiasi parte del mondo.
Come per la maggior parte dei miei post, anche in
questo caso c’è una causa ed è stata una stampa della prima metà del ‘600 che
ha attirato la mia attenzione al Rijksmuseum di Amsterdam, visitato la
settimana scorsa.
Su quel foglio Claes Jansz Visscher (incisore,
disegnatore e cartografo) ha rappresentato in forma caricaturale 8 proverbi con
schizzi acquerellati, accompagnati dal relativo testo. Purtroppo i due olandesi
ai quali ho mostrato disegni e didascalie non sono riusciti a comprendere tutto
con esattezza in quanto si tratta di fiammingo antico. Non sono riuscito a trovare la traduzione neanche in rete, ma nel corso della ricerca mi sono imbattuto in un altro “gioiello”, ancora più affascinante: “Proverbi fiamminghi” di Pieter Brueghel il Vecchio (1559, olio su tavola, 117x163 cm). (foto in basso)
Nei tantissimi personaggi, animali, oggetti e
situazioni rappresentati in questo dettagliatissimo dipinto tutti gli studiosi
hanno identificato molte decine di proverbi, alcuni addirittura oltre 100. Qui di seguito propongo alcuni dettagli con traduzione e breve spiegazione dei detti.
Concludo con un proverbio spagnolo che sembra essere proprio quello del primo disegno dell'incisione in apertura ed il fatto è più che ragionevole considerato il dominio della Spagna nelle Fiandre fra il a cavallo fra il XVI e il XVII secolo:
Cuando guían los ciegos, ¡ay de los que van tras
ellos!
(Quando guidano i ciechi, poveretti quelli che li
seguono!)
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