domenica 29 maggio 2016

Chavela, Frida e Almodóvar fra tequila, cinema e rancheras

Chavela Vargas, una donna straordinaria che ha vissuto una vita eccezionale, nel vero senso della parola.
Nata in Costa Rica nel 1919, a diciassette anni si trasferì in Messico dove cominciò a guadagnarsi da vivere come donna delle pulizie e vendendo vestiti per bambini. Solo verso i trenta diventò cantante professionista con l’appoggio del compositore e cantante José Alfredo Jiménez (considerato il miglior compositore messicano di musica ranchera di tutti i tempi) del quale era compagna di bagordi. Spesso passavano tutta la notte bevendo ed andando in giro a cantare serenate alle loro amanti, senza curarsi minimamente degli insulti dei passanti, anche se la complicità fra i due era tale che solo loro e le destinatarie sapevano se era per un’amante di Chavela o una di José Alfredo.
Nonostante la sua vita disordinata e il rifuggire dai comportamenti classici degli artisti di grido, alla fine degli anni ’50 guadagnò una notevole fama esibendosi nei locali di Acapulco (all’epoca una delle più famose destinazioni turistiche americane). Cantò al matrimonio di Elizabeth Taylor, conobbe e frequentò Diego Rivera e Frida Kahlo, Picasso, Pablo Neruda, Gabriel García Márquez, Agustín Lara, Ava Gardner, Rock Hudson e Grace Kelly.
Dopo un lungo periodo di lontananza dalla scena a causa dell’eccessivo consumo di alcol, nei primi anni '90 fu riscoperta da Manolo Arroyo-Stephens (editore e scrittore spagnolo) che la sentì cantare nel locale El Hábito, a Coyoacán (Ciudad de Mexico), e la portò a Madrid dove Chavela conobbe, e "stregò", il regista Pedro Almodóvar.
Questi la riportò alla ribalta, la introdusse negli ambienti artistici europei e con lei strinse una profonda amicizia al di là dei rapporti professionali. Inserì nel suo Tacones lejanos (1991) uno dei più famosi cavalli di battaglia di Chavela (Piensa en mi di Agustin Lara) seppur nell’occasione interpretato da Luz Casals. (video in alto)
Due anni dopo fu invece proprio lei a interpretare Luz de luna in Kika e poi En el último trago in La flor di mi secreto (1995) e Somos in Carne trémula (1997).
Sull’onda di questo nuovo successo che la portò anche a esibirsi nei più importanti teatri di tutto il mondo, altre sue canzoni furono utilizzate nel cinema. Il film che le ha dato più fama è stato senz’altro Frida (2002, di Julie Taymor), che vinse 2 Oscar, uno dei quali proprio per la colonna sonora della quale facevano parte due pezzi di Chavela: Paloma Negra e La llorona
In questo film, nel quale certamente non poteva mancare considerato che realmente aveva vissuto con la famosa artista messicana e Diego Rivera, ebbe anche un ruolo da attrice e, nelle vesti de La Pelona, canta a Frida La llorona(video in alto)
Fu attrice a tutti gli effetti, senza cantare, anche in Cerro Torre (Grido di pietra, 1991, di Werner Herzog), numerosi corti e serial televisivi.
Dopo essere stato presentato a Cannes, da poco è arrivato anche in Italia l’ultimo lavoro di Almodóvar Julieta, film che si conclude con l'inconfondibile voce di Chavela che interpreta Si no te vas. (in basso,su foto di scena)

Storie, aneddoti e qualche leggenda sui burrascosi e avventurosi 93 anni di vita di Chavela Vargas ovviamente non si contano.
Sfrontata, radicale, tequilera e irriverente sono alcuni degli aggettivi affibbiati a Chavela ed al suo modo di cantare. Artista assolutamente sui generis, negli anni ‘60 amava andare in giro indossando pantaloni e con un jorongo rosso (una specie di poncho) sulle spalle, fumando il sigaro e con la pistola alla cinta. 
Fu soprannominata la chamana (sciamana), la signora del poncho rosso, ma anche la dama delle 45.000 bottiglie di tequilaLe ci vollero 25 anni per riuscire a controllare gli eccessi della sua vita bohemien da girovaga quasi alcolizzata e farsi conoscere dal grande pubblico diventando una delle più famose cantanti di rancheras e boleros, due stili amatissimi in tutta l’America latina. Grande bevitrice, nel 2012, a 93 anni, pochi mesi prima di morire, affermò:
“Ho bevuto 45.000 litri di tequila e ancora posso donare il fegato.”
Chavela si presentò funerale del suo grande amico e compagno di scorribande notturne José Alfredo Jiménez completamente ubriaca, cantando e piangendo, e a chi la voleva allontanare la vedova disse “Lasciatela stare, sta soffrendo tanto quanto me”.  
Nelle sue notti madrilene fra alcool e feste l’accompagnavano Pedro Almodóvar, Miguel Bosé e Joaquín Sabina e nella cantina di quest’ultimo (El Tenapa), dove ra solita ripetere "Questa tequila è pessima, quella buona ce la siamo bevuta tutta io e José Alfredo", c’è un dipinto di Chavela con Agustín Lara
Nel 1994 Sabina e Álvaro Urquijo in suo onore composero una delle loro più famose canzoni: Por el Bulevar de los Sueños Rotos (video in basso, testo in calce)

Per un periodo abitò con Diego Rivera e Frida Kahlo diventando anche amante di quest'ultima. Frida le scrisse “Vivo solo per Diego e per te, nient’altro” e le disse “Ti ho partorito, ti ho avuto, il mio sangue sta nel tuo sangue”. In una lettera inviata al poeta Carlos Pellicer Frida scrisse: 
Oggi ho conosciuto Chavela Vargas. Straordinaria, lesbica, e per di più mi ha attratto eroticamente. Non so se lei ha provato lo stesso. Ma credo che sia un donna abbastanza aperta davanti alla quale, se me lo chiedesse, non esiterei a spogliarmi ... ripeto, è erotica. Forse è un regalo del cielo. Frida K.”  (la missiva originale fu donata a Chavela nel 2009 da un collezionista che ne era venuto in possesso)
Solo all’età di 81 anni, nel 2000, dichiarò ufficialmente di essere omosessuale anche se era cosa già più che nota.
Nel 2004 si offrì un concerto al Luna Park de Argentina ... il prezzo del biglietto consisteva nel donare un libro per una biblioteca.  
Parlando di uno dei suoi ultimi concerti tenuti allo Zocalo (piazza principale di Città del Messico, sulla quale si affacciano la Cattedrale, il Palacio Nacional e altri edifici governativi), un giorno per lei molto particolare poiché era appena morto il fratello, diceva:
Quel giorno cantai per 40.000 persone, sola, due chitarre e una donna. Ma che donna!”
Leggendo queste poche righe, pochissime per descrivere ciò che pensava e ciò che ha fatto e detto Chavela Vargas, vi è sembrata o no una donna a dir poco fuori del comune? 
Joaquín Sabina Chavela Vargas

POR EL BOULEVAR DE LOS SUEÑOS ROTOS

En el bulevar de los sueños rotos / Vive una dama de poncho rojo
Pelo de plata y carne morena / Mestiza ardiente de lengua libre

Gata valiente de piel de tigre / Con voz de rayo de luna llena

Por el bulevar de los sueños rotos / Pasan de largo los terremotos
Y hay un tequila por cada duda / Cuando Agustín se sienta al piano
Diego Rivera, lápiz en mano / Dibuja a Frida Kahlo desnuda

Se escapó de cárcel de amor / De un delirio de alcohol
De mil noches en vela / Se dejó el corazón en madrid
¡quien supiera reír / Como llora Chavela!

Por el bulevar de los sueños rotos / Desconsolados van los devotos
De San Antonio pidiendo besos / Ponme la mano aquí Macorina
Rezan tus fieles por las cantinas / Paloma negra de los excesos.

Por el bulevar de los sueños rotos / Moja una lágrima antiguas fotos
Y una canción se burla del miedo / Las amarguras no son amargas
Cuando las canta Chavela Vargas / Y las escribe un tal José Alfredo

Nessun commento:

Posta un commento