Torno
su questo argomento già trattato in più post (li trovate utilizzando il motore
di ricerca interno) proponendo un breve racconto buddista sul tema. Come spesso
accade in questi casi, la storia è volutamente esagerata per essere esemplificativa
e, per rendere meglio l’idea e (si spera) farla rimanere più impressa nella
mente, il concetto viene ribadito narrando due eventi diversi molto simili. Mi
è sembrata divertente (nel suo genere) anche se limitata alla nota questione del “rimedio
peggiore del male”.
Due
ragazzi stupidi
C’era
una volta un vecchio falegname calvo, con la testa talmente lucida da
riflettere i raggi del sole ed abbagliare la gente. In un giorno assolato una
famelica zanzara, attratta dalla testa del falegname, vi si posò e cominciò a
pungere. L’uomo, impegnato a piallare un pezzo di legno, sentì la zanzara e
cercò di cacciarla, ma il famelico insetto non voleva lasciare il pasto che
sembrava così appetitoso. Così l’uomo chiamò suo figlio e gli chiese di
liberarlo dall’ostinata scocciatrice.
A differenza della testa splendente del
padre, il figlio non era altrettanto brillante. Ma era lavoratore e obbediente e
quindi rispose: “Non ti preoccupare, sii paziente, ucciderò quell’insetto con
un solo colpo!”. Così prese un’ascia affilata, mirò con cura la zanzara e,
senza pensarci due volte, la tagliò di netto in due! Sfortunatamente, dopo aver
affettato la zanzara, l’ascia spaccò in due anche la testa calva e splendente
del vecchio falegname.
In
tutto questo, un consigliere del re si trovava a passare da lì e quelli che lo
accompagnavano, avendo visto quanto accaduto, rimasero sconcertati di quanto si
potesse essere stupidi. Il consigliere disse: “Non siate sorpresi dalla
stupidità umana! Appena ieri, una donna stava pulendo il riso nel mortaio
usando il pestello. Appena cominciò a sudare uno sciame di mosche cominciò a
ronzare attorno alla sua testa. Tentò di allontanarle, ma le mosche non se ne
andavano. Allora chiamò sua figlia e le chiese di cacciare i fastidiosi insetti.
La ragazza, benché abbastanza sciocca, tentava sempre di accontentare sua
madre. Così lasciò il suo mortaio, alzò il pestello e mirò con cura la mosca
più grande e tenace. Senza pensarci oltre, schiacciò la mosca uccidendola! Ma
ovviamente, lo stesso colpo che uccise la mosca pose anche fine alla vita della
madre.”
Il
consigliere concluse la storia dicendo: “Sapete come si dice: Con amici come
questi, chi ha bisogno di nemici?”
Morale:
Un nemico saggio è meno pericoloso di un amico
stupido.
Aggiungo
questa mezza dozzina di aforismi che dovrebbero far riflettere (attività mai praticata
a sufficienza):
- “La stupidità è come il male, se si giudica dai risultati.” Margaret Atwood
- “Il massimo dell’ignoranza è rigettare qualcosa che ancora non si conosce per niente.” Wayne Dyer
- “Se pensate che la cultura costi troppo, provate l’ignoranza.” Derek Bok
- “Essere coscienti della propria ignoranza è una grande passo verso la saggezza.” Benjamin Disraeli
- “La cultura è la progressiva scoperta della propria ignoranza.” Will Durant
- “La stupidità è per sempre, all’ignoranza si può rimediare.” Don Wood
Concludo questo breve post riproponendo la
mia massima preferita (anch’essa appartenente alla tradizione buddista) che ho
scelto anche come mio motto nel profilo Google+:
Io brandisco una sola spada, la spada della Saggezza, e riconosco un solo nemico: l’Ignoranza.
In pratica, come suggerito anche in
qualcuno dei succitati aforismi, si sottolinea il desiderio di conoscere nuovi
stili di vita, teorie e idee, senza mai accontentarsi di quel poco che già si
sa (o si pensa di sapere) in contrasto con il rifiuto di conoscere e
confrontarsi, restando nel solito ambiente, facendo le stesse cose e seguendo
passivamente masse e mode.
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