Avendo cominciato a
erudirmi in questo tutt’altro che approfondito argomento, almeno in Italia,
sono ben presto giunto ad una semplice conclusione: come in tanti altri casi anche
in questo spesso si parla per luoghi comuni e derivanti da una visione dei
fatti molto superficiale, spesso addirittura errata. Dal materiale che ho acquisito ed in parte letto, ho già tratto tante notizie che evidenziano quanto
poco si sappia e quanto male vengano proposti i “contatti” fra l’Impero
Ottomano e gli stati dell’Europa occidentale. Ne fornisco in maniera
estremamente succinta qualche esempio come spunto per chi voglia approfondire
la materia, ma anche per sottolineare ancora una volta che, in particolare per gli eventi
storici, esistono sempre molti punti di vista diversi ed è giusto conoscerne
vari per avere un'idea più realistica dei fatti.
1) Saraceni: Denominazione generica
degli Arabi nel Medioevo cristiano. Pare fosse in origine il nome di una
popolazione (Σαρακηνοί) stanziata sulle coste del Golfo di ‛Aqaba, nella
penisola del Sinai, esteso poi a designare l’intera stirpe degli Arabi nomadi e
in genere i musulmani, specialmente quelli stanziati sulle coste del
Mediterraneo ... (da Enciclopedia Treccani)
2) gli equipaggi delle
galee ottomane non erano quindi Saraceni (non essendo né un’etnia, né una
nazionalità) ed in linea di massima neanche turchi!
3) ciò vale anche per
gli Ammiragli della flotta ottomana; per esempio fra i più famosi del ‘500 solo uno era
turco e c’era anche un italiano (ne parlerò in un prossimo post)
4) buona parte dei
rematori delle galee non erano “galeotti”, nel senso di forzati o prigionieri,
bensì professionisti (i cosiddetti buonavoglia,
quindi volontari) che venivano regolarmente pagati. Per esempio la flotta di
Pialì Pashà che giunse fino a Menorca nel 1558, dopo aver fatto migliaia di prigionieri a Massa Lubrense e Sorrento (13 giugno) contava oltre 100 imbarcazioni
delle quali solo una minima parte aveva equipaggio di forzati e non di buonavoglia (stpendiati).
5) le flotte che
razziavano buona parte delle coste meridionali europee venivano soprattutto a
prendere schiavi, rapire persone per il cui rilascio prevedevano di incassare
ingenti riscatti, ma varie volte sbarcavano il piccole marine esclusivamente
per approvvigionarsi di acqua e viveri.
6) il loro obiettivo primario nel mediterraneo occidentale, quindi, non
era saccheggiare, distruggere e uccidere e tantomeno conquistare come invece facevano nella parte orientale e lungo le coste nord-africane.
7) spesso viene
ricordata solo la loro diversa fede e che la Flotta Ottomana fu
sconfitta a Lepanto (1571) dalla
cosiddetta Lega Santa, ma non si parla quasi mai della loro solida e duratura alleanza
con la Francia (dagli altri stati occidentali bollata come empia alleanza) durata dal 1530 fino alla fine del '700, né dei
loro saltuari accordi con la Repubblica di Genova per motivi per lo più
strettamente commerciali.
8) chi ha tempo e
voglia, per un’analisi generale può guardare il servizio di RAI Storia di circa
45’ dal titolo “La battaglia di Lepanto. Né vinti né vincitori”
“E’ l’ultima grande battaglia navale della
storia, un evento epico anche nei numeri: 150 mila uomini imbarcati, 400 navi,
milioni di scudi spesi e 30 mila morti in una manciata di ore. … nessuno uscì
veramente vincitore.” Seppur abbastanza
approfondito e basato su fonti attendibili resta comunque, e ovviamente, un
punto di vista.
Penso che ora sia più
evidente il fatto che le cosiddette flotte Saracene agissero sotto la bandiera
di uno stato ufficialmente riconosciuto, potente e temuto, progredito in
ambito tecnologico e artistico. Se sono riuscito ad incuriosire qualcuno, gli suggerisco di cominciare a leggere, per esempio, questa
relativamente succinta Storia dell’Impero Ottomano del Dizionario Treccani.
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