In
attesa di ricevere da Luigi le tracce per aggiornare la cartina di Capri (vedi commento al post precedente) ritorno sull'argomento gps. Come ho già ribadito più volte, questa tecnologia
può essere utile, deve essere utilizzata con cognizione di causa, i dati devono
essere interpretati, non è il Demonio, ma neanche la Bibbia o sentenza di
Cassazione. Nell'aggiornamento dovrò tenere quindi conto degli spazi e della leggibilità, restando quanto più attinente alla realtà.
Chi
si occupa di cartografia sa bene che questo moderno problema si va ad
aggiungere ai tanti altri che, di fatto, impediscono la realizzazione della
carta perfetta, in particolare se derivata. "La carta perfetta
non esiste" non è una scusa, bensì di un postulato della cartografia,
messo ben in chiaro all'inizio di ogni testo o manuale che tratti la materia. Non
volendomi impegolare addentrare in una discettazione senza fine mi limito ad
accennare ad un paio di problemi irrisolvibili.
Accantonata l'idea della terra
"piatta" e vedendola come è (sferica o, meglio, un geoide) i
cartografi si sono trovati ad affrontare una prima insormontabile difficoltà: rappresentare una
superficie sferica su una piana. La topologia (scienza matematica) dimostra,
senza lasciar spazio a dubbi o eccezioni, l’impossibilità di dell’operazione, se
non rinunciando al rigore scientifico mediante adattamenti. E ciò ancor prima
di considerate l'ulteriore problema della geomorfologia, dei rilievi. Le
proiezioni potranno essere fedeli solo a determinati parametri, a discapito di
altri. Esistono carte equidistanti (mantengono le proporzioni delle distanze),
equivalenti (superfici), isogone (angoli), ma per soddisfare uno qualunque dei
suddetti criteri si devono per forza non rispettare gli altri.
Anche
per il secondo problema, più “filosofico”, si deve effettuare una scelta, o una
mediazione, fra tre qualità specifiche delle mappe: completezza, accuratezza e
precisione.
Ma
torniamo al titolo del post. Ammesso e non concesso che una traccia gps possa
essere assolutamente perfetta, non potrà certamente collimare con i dati di una
carta non perfetta (come detto, non esiste). Introduco ora un nuovo elemento
"destabilizzante": la generalizzazione. Questa tecnica, ineludibile e
soggettiva, si accentua con il diminuire della scala. Quando, come è prassi
comune, si va a sovrapporre una traccia gps ad un disegno esistente (carta
base) si va ad accostare una linea - teoricamente precisa e perfetta - a tante
altre (le isoipse) che sono frutto di generalizzazione, quindi non precise per
definizione. Ecco due ingrandimenti di carte al 25.000 (I.G.M. e Regione) che pur avendo la stessa base hanno un impatto visivo ben diverso.
Immaginate di dovervi sovrapporre una stessa traccia sulle due mappe … oltre ad avere difficoltà a non coprire elementi significativi, passeranno per punti diversi e a quote diverse da quelle reali.
Specialmente
in territori estremamente scoscesi come quello dei Monti Lattari le curve di
livello (isoipse) sono molto ravvicinate e non è possibile tener conto dei
brevi tornanti e delle rientranze che invece possono essere registrate dai gps.
Dico “possono” in quanto può capitare anche l’esatto opposto con valloni
stretti, seppur notevoli, disegnati in mappa ma non rilevati dal gps. Infatti in
presenza di valli strette e rocce (p.e. Riserva Ferriere, Passetiello, Crapolla)
la precisione è ridotta e talvolta addirittura si perde il segnale. Di
conseguenza una sovrapposizione congrua e plausibile risulta estremamente
improbabile, praticamente impossibile.
Che
fare? La soluzione più semplice (= la meno corretta) è quella di collimare i
punti estremi (certi) della traccia senza preoccuparsi del suo andamento e
sperare che fra essi non si creino grosse incongruenze. Non
volendo procedere in questo modo poco ortodosso, basato solo sul caso, restano
due possibilità (combinabili):
- adattare la traccia al disegno
- adattare il disegno alla traccia
Sembrano
equivalenti, ma in effetti la seconda procedura è praticabile solo avendo la
carta base in formato vettoriale. La soluzione migliore, a mio parere, e quella
di trovare soluzioni intermedie caso per caso tentando di riferirsi a punti e
situazioni cospicue. Lavorando su una carta base in formato raster (jpg, tiff,
bmp, ecc.) si potrà intervenire solo sulla traccia gps e ciò è un limite, se
non un controsenso, in quanto si va a modificare la linea che (almeno in
teoria) è la più precisa.
Infine, ci
sono quelli che, senza crearsi tutti questi scrupoli e problemi, non si
avvalgono neanche di una carta base degna di tale nome limitandosi a scaricare
quanto serve da Googlemaps, dopodiché tirano qualche linea colorata "a occhio"
e hanno la carta bella e fatta senza aver tenuto minimamente conto di
dislivelli, transitabilità e qualità dei sentieri.
Nessun commento:
Posta un commento