Come anticipato in
un recente post, comincio a trattare della quantificazione del dispendio energetico
e dell’aumento dei tempi derivante non solo dai dislivelli assoluti, ma anche
dalle pendenze, talvolta significative. Velocità, tempi, distanze,
pendenze, qualità del percorso e dislivelli sono tutti elementi fondamentali
per la pianificazione, e quindi la buona riuscita, di un’escursione.
Visto che non tutti
usano il buon senso, ritengo sia necessario ribadire che tutti ragionamenti in
merito a come e quanto le variazioni di quota, sia positive che negative,
incidano sui valori già proposti per le camminate in piano sono soggettivi e sperimentali, seppur
basati su migliaia di chilometri di esperienza.
Ottenere
valutazioni assolutamente precise per l’escursionismo è impossibile. Alle ovvie
difficoltà per valutare il dispendio energetico preciso per qualunque movimento
(superabili accontentandosi di una decente approssimazione) se ne sommano varie
altre.
Per esempio, i lunghi
percorsi in piano sono di solito su fondo duro o comunque livellato. Si può
precedere con passo regolare e costante e i piedi si sollevano pochissimo da
terra, ma sui sentieri, anche quelli poco accidentati, si sollevano molto di
più e si deve spesso cambiare l’ampiezza del passo. Ulteriori energie saranno
necessarie per rimettersi in equilibrio, per affrontare scale non regolari
e per compensare la probabile peggior trazione.
Tralasciando
fattori per noi poco influenti quali l'altitudine (per incidere significativamente dovremmo andare al di sopra
dei 2.000m) o temperature “estreme” (che per fortuna dobbiamo affrontare
raramente), dovremmo comunque considerarne altri estremamente personali a cominciare dall'equilibrio. Ho visto escursionisti fortissimi di gambe che in
salita volano e poi si attardano molto in discesa per lentezza nella scelta di
dove mettere i piedi, scarsa sicurezza negli appoggi, poca continuità
nell'avanzamento, timore di cadere, ecc..
Non da ultimo si
deve tener presente che camminare su percorsi asfaltati, cementati o selciati è
ben diverso dal procedere in un sottobosco pieno di radici e ramaglie, o su terreno
pietroso, sabbioso, fangoso e via discorrendo.
Nel prossimo post (Conversione
dei dislivelli in distanza virtuale equivalente) analizzerò i criteri della
tabella dei tempi di percorrenza proposta dall'Ente Sentieri Svizzeri cercando
di giungere ad una formula semplificata della previsione tempi che consideri sia
i dislivelli che le pendenze e, possibilmente, il tipo di terreno. Questo
metodo è quello che sto regolarmente adottando e perfezionando da quando 5 anni
fa ho cominciato a proporre lunghe camminate come la MaraTrail, Animal Trail
(50km), Vagrant Trail (60km) (vedi www.maratrail.com).
Per ognuna di esse
ho previsto una specifica tabella di marcia che, come molti di voi sanno, si è
rivelata più che realistica tant'è che abbiamo sempre rispettato gli orari dei
passaggi tranne, talvolta, concludere in leggero anticipo a causa della
“frenesia” dei miei compagni di
escursione, ansiosi di mettersi a tavola …
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