mercoledì 23 ottobre 2013

Escursionismo: divieti, avvisi e responsabilità

In questo post esprimo le mie convinzioni in merito, suffragandole con esempi e citazioni. 
In linea di principio penso che sia necessario avvisare di possibili pericoli, ma non stabilire divieti a meno che non ci sia il rischio di danni a terzi.
Per fare un esempio pratico, trovo giusto che sia vietato fumare nei locali pubblici, scuole, ospedali, mezzi di trasporto, ecc. perché si danneggiano gli altri. Ed è altrettanto giusto lasciare la libertà di fumare nelle aree consentite, dove non si danneggia nessun altro oltre i fumatori stessi. Lo Stato provvede a informarli chiaramente in merito ai rischi (pur essendo quasi certezze) che corrono. Su tutti i pacchetti di sigarette sono stampati diversi tipi di avvisi, ben chiari, seppur concisi. Pertanto chi fuma lo fa deliberatamente, a proprio rischio e pericolo e quindi si assume la responsabilità di eventuali conseguenze per la propria salute.
Se si volessero proibire tutte le attività potenzialmente pericolose non potremmo fare più niente.
Per rimanere nel nostro territorio, certamente dovrebbe essere interdetta la circolazione sulle uniche due strade di accesso alla Penisola Sorrentina. Infatti tutti sanno benissimo che nonostante le innumerevoli “reti” il rischio caduta massi è sempre presente per la natura stessa del calcare dei Monti Lattari. Anche se si imbrigliassero tutte le pareti più in basso, in prossimità delle strade, un qualunque masso proveniente da quote superiori non incontrerà alcuno ostacolo nella sua caduta libera. Ed è impensabile (e per fortuna irrealizzabile) imbrigliare tutte le falesie, i pendii e le rocce.
Inoltre, si dovrebbero vietare la pratica degli sport ritenuti “pericolosi”, come (per esempio) parapendio e mountain bike, ma anche quelli molto più diffusamente praticati come il calcio a 5 o lo sci che fanno ancor più danni (basta chiedere agli ortopedici …).
Passando a un approccio più “filosofico” si giunge inevitabilmente al libero arbitrio, questione dibattuta da tutti i maggiori pensatori degli ultimi 500 anni, ma qui voglio solo riportare alcuni paragrafi del Catechismo della Chiesa Cattolica (dal sito del Vaticano http://www.vatican.va):
LA LIBERTA' DELL'UOMO
1730 Dio ha creato l'uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell'iniziativa e della padronanza dei suoi atti. « Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in balia del suo proprio volere" (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l'adesione a lui, alla piena e beata perfezione »:« L'uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere ».
I. Libertà e responsabilità
1731 La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé.  …
1734 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari.  …
1736 Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie  …

E passando ad una fonte completamente diversa, vale a dire il Regolamento dell’art. 39 del Codice della Strada, si vede che l’argomento del “pericolo caduta massi” viene affrontato e risolto con un segnale di pericolo e non di divieto.
B) SEGNALI DI PERICOLO -  Art. 98/2 - Il segnale CADUTA MASSI deve essere usato per presegnalare un tratto di strada ove esiste pericolo per la caduta di pietre e di massi o l'eventuale presenza dei medesimi sulla carreggiata. …
Quindi in linea generale si avverte dell'esistenza di un pericolo, ma non si impedisce il transito.
Per fortuna al momento siamo (quasi sempre) ancora liberi di scegliere le nostre attività ricreative e chiaramente questo lungo preambolo serve per introdurre il discorso della responsabilità nel campo dell’escursionismo e della montagna. 
Una delle peculiarità dei sentieri è proprio quella di non essere livellati, privi di ostacoli e protetti. Chiunque si avventuri su un sentiero, anche il meno “sveglio”, per non dire il più demente, si rende conto di non essere su una strada con fondo liscio e duro e con ringhiere ove ci fosse un dislivello superiore al mezzo metro.
Tante volte si parla di responsabilità delle P.A. verso gli escursionisti, di “mettere in sicurezza” i sentieri e altri discorsi simili. Ma a quanto mi risulta gli escursionisti non fanno causa a Comuni, Parchi o Regioni per distorsioni o fratture subite a seguito di una caduta su un sentiero, mentre è vero che spessissimo ricorrono ai giudici persone che (vero o falso che sia) dichiarano di essere inciampati in una radice sporgente dal marciapiede, o in una mattonella sollevata, o scivolati sulle scale non adeguatamente rese antisdrucciolo  Una dose di rischio (certamente da limitare il più possibile) è nell'essenza stessa dell’escursionismo in quanto si procede in ambiente naturale mentre i “cittadini” si aspettano (e pretendono) che tutto sia perfetto. Sarebbe plausibile chiudere per questo tutte le strade dissestate per evitare di pagare i risarcimenti richiesti?
Tornando al dilemma “divieto o avviso?” ricordo che al momento esiste il divieto assoluto di transito, pedoni inclusi, lungo via Campanella a seguito della caduta di un masso. 
E’ difficile promuovere il turismo, ed in particolare l’escursionismo, vietando (a mio modesto parere inutilmente) il transito pedonale lungo il sentiero di accesso al sito di Massa Lubrense più frequentato dai camminatori, nostrani e stranieri. Se da un lato si permette agli escursionisti “ignari” di passare, dall'altro verso l’Amministrazione stessa si preclude la possibilità di promuovere una qualunque attività (escursionistica, archeologica, naturalistica, ecc.) in quell'area in quanto non può “ignorare” le proprie disposizioni.
Un’ordinanza di chiusura, oltretutto non adeguatamente pubblicizzata e segnalata, solleva dalle responsabilità? Non sarebbe molto meglio un cartello di avviso, in più lingue, che lasci la libertà di scegliere (libero arbitrio) visto che il transitare non causerebbe danni a terzi ma solo, eventualmente, a chi decide di correre un rischio del quale è stato è stato chiaramente informato?
Per la Riserva Naturale Orientata di Cava Grande del Cassibile (SR), area molto frequentata dove in passato si è anche verificato un incidente mortale conseguente alla caduta di un grosso masso, l’Azienda Foreste Regione Sicilia ha risolto così:
E’ quindi lecito dedurre che (almeno per una certa corrente di pensiero) anche in Italia si può avvertire e non vietare. Del resto lo si fa normalmente anche negli U.S.A. dove notoriamente si fa causa a chiunque per qualsiasi motivo. Per esempio, all'ingresso dei Parchi o di singoli percorsi si trovano avvisi generici come i seguenti (La vostra sicurezza è vostra responsabilità Questa escursione include passaggi su roccia. Gli escursionisti dovrebbero essere adeguatamente attrezzati ed esperti) il che fa presupporre che siano sufficienti per mettere gli amministratori al riparo da eventuali successive azioni legali. 
 

Ho raccolto un po’ di segnali e cartelli di vari paesi del mondo con i quali si avvisa di possibili pericoli, ma non si vieta il transito o la fruizione dell’area. Si va dai “normali” massi cadenti, allo sfinimento, al pericolo “lions” (in questo caso puma), ghiaccio sottile, rocce scivolose, alta tensione, nuotare e cavalcare a proprio rischio, ecc.
Indipendentemente da come si faccia all'estero, per quanto mi (ci) riguarda è importante che si trovi al più presto una soluzione per via Campanella, eventualmente riattivando l'ordinanza precedente che non prevedeva un divieto assoluto, ma solo alcune limitazioni (transito solo diurno, in fila indiana, ...).
Chi deve decidere in merito ha tutta la mia considerazione avendo un compito difficile, stretto com'è fra mille norme, leggi e regolamenti, spesso in contraddizione fra loro, ma urge trovare una soluzione. 
Chiudo con una significativa immagine, humor nero assolutamente attinente all'argomento affrontato: 
Caduta massi? eravate avvisati

2 commenti:

  1. Caro Giovanni, sono perfettamente d'accordo con te.
    Vietare quella passeggiata é ridicolo. Tanto secondo me tutti ci andranno lo stesso ( stranieri a parte).
    La strada di Positano allora ? Ogni volta che la faccio alla fine tiro un respiro di sollievo.C'est la vie.
    Chi ha posto quel divieto è solo uno che pensa così di poter stare con l'animo in pace.
    La cosa si commenta da sola.....
    Buon lavoro!
    La tua dirimpettaia.

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  2. ...Salve, da noi, zona Amalfitana se è pur vero che vari sentieri sono in pericolo, come in tantissime zone in alto e lontano per chi non è escursionista, non si vieta affatto la loro percorrenza...In effetti si ragiona come se chi frequenta determinate zone battute solo da "turisti" debba trovare tutto lindo e pinto, senza pietre di nessun genere in mezzo al sentiero...e, poco importa per tutte le altre zone frequentate da escursionisti veri, che pur restando sulle tracce si trovano a passare in zone quasi impossibili da attraversare (vedere le mie foto di domenica 12 e 19 gennaio su Free Ramblers Amalfi). In pratica vengono solo liberati i sentieri di grossa percorrenza, ma tutti gli altri tratti che collegano le vie tra loro risultano improponibili. E' la stessa storia che "turisticamente " tutto vicino al mare "deve essere perfetto e funzionale" per accogliere chi viene a soggiornare e, poco importa che a monte esistono problemi serissimi di instabilità dovuto al fatto che la manutenzione delle nostre zone (completamente montane) non esiste, o quasi...! Poi succede quello che è accaduto dopo le copiose scorse piogge e tutti ci rendiamo conto della vulnerabilità delle nostre zone...uguale a tante altre !!! Matteo FREE

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