Stimolato dall’articolo apparso sul Il Mattino, stamane scrivo del Progetto di riforestazione del Monte San Costanzo (proposto dal Comune di Massa Lubrense) del quale già avevo notato alcune illogicità nei vincoli imposti dal bando e le avevo fatte presente a vari tecnici, laureati e politici interessati che, già a prima lettura, avrebbero dovuto accorgersi dell’irrealizzabilità del programma in questione, a maggior ragione chi fra loro conoscesse l’area dell’intervento.
Non disquisisco in merito alla legittima e opportuna idea
di piantare alberi, ma semplicemente della impossibilità di soddisfare le
condizioni imposte dal bando in base alle quantità e misure stabilite ... ai
miei tempi compitino proponibile anche ai discenti delle scuole medie.
I 14.000 alberi (in realtà 10.000 alberi e 4.000 arbusti)
dovrebbero essere piantati su un’area di 14 ha (ha = ettaro = 10.000 mq), ad una
distanza fra loro di 7 – 10 metri (gli arbusti potrebbero stare anche a soli 3
metri).
Dividendo la superficie di 140.000 mq (14 x 10.000) fra i
soli 10.000 alberi, si evince che ciascuno avrebbe a disposizione 14 mq, che
corrispondono ad un quadrato di 3,74 m di lato, quindi appena poco più della
metà della distanza minima richiesta ...
Con procedimento inverso, ipotizzando di piantumare a una
distanza di 7 o 10 metri, per ciascun albero avremo bisogno di 49 mq (7 x 7) nel
primo caso e di 100 mq (10 x 10) nel secondo il che evidenzia l’impossibilità di
realizzazione del progetto. Infatti, quanti alberi si potranno piantare in
ciascun ettaro? Nel primo caso (arrotondando la superficie necessaria a 50 mq)
se ne potranno sistemare 200 e nel secondo appena 100, per un totale
rispettivamente di 2.800 e 1.400 alberi nei 14 ha complessivi.
Risulta quindi più che evidente che le condizioni sancite nel bando non possono essere numericamente soddisfatte, se non con sostanziali deroghe e/o creativi escamotage. Si deve oltretutto considerare che nei suddetti calcoli non ho inserito i 4.000 arbusti e che, in effetti, per la riforestazione si prevede di “... rimboschire, nei tratti privi da copertura arborea o ricoperti da rovi, ...” che stimo in non più di 3 o 4 ettari, ma certamente meno della metà dei 14 dell’intera pineta. (valuta le proporzioni nella mappa)
In ultimo, ma non di minor importanza, gli apparati
radicali di varie delle 10 essenze previste nel progetto avrebbero bisogno di
un tipo di terreno ben differente da quello pietroso della pineta di San
Costanzo che presenta anche tante rocce affioranti. Ne deriva che risulterebbe
abbastanza difficile piantare "in zolla (alberi) con circonferenza del
tronco a 1 m di 16-18 cm e altezza 2,5/3 m” come stabilito.
Qualcuno ha anche inopinatamente proposto di sfruttare il
declivio a valle della pineta senza rendersi conto dell’impossibilità di
piantumare alberi in quella zona, non solo per la tipologia di terreno (ancor
più pietroso e roccioso di quello dell’area alberata) ma soprattutto per la
fortissima pendenza. In questo caso, per fortuna, un giovane agronomo coinvolto
nel progetto ha apertamente condiviso le mie perplessità visto che aveva già
calcolato che tale china presenta l’80% di pendenza media ed è quindi difficile
lavorare lì in sicurezza, a meno di voler trovare operai, attrezzi e alberi da
piantumare affastellati sulla spiaggia grande di Jeranto.
Pur apprezzando le intenzioni, mi chiedo quali esperti
abbiano redatto il bando (mi dicono europeo), quali dirigenti di quale
ministero o ufficio abbiano copiato le loro corbellerie senza porsi alcun problema
e sarebbe anche interessante conoscere chi ha approvato questo specifico
progetto ... è possibile che NESSUNO dei suddetti si sia accorto di niente?
Sono tutti semplici passacarte ai quali basta accontentare
i politici o i loro superiori a buttare fumo negli occhi ai cittadini, si deve
intravedere una certa malafede perseguendo interessi puramente economici o sono
realmente incompetenti?