Delle tante antipatiche chiusure di sentieri quest'ultima (ordinanza n. 276 Comune di Sorrento, del 23/8/2023), ufficialmente relativa al Sentiero delle Sirene (in effetti Sirenuse) anche se più propriamente ci si riferisce solo ad un tratto della ben più importante Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300), inserita nel grande progetto del Sentiero Italia (SI), mi sembra essere una delle più insulse. Viene giustificata dal drammatico evento di ottobre scorso dell’escursionista che, pur facendo parte di un gruppo guidato, inopinatamente si allontanò dallo stesso e abbandonò il sentiero (cosa che, se non proprio vietata, è sconsigliata in qualunque parte del mondo) e malauguratamente precipitò dalla falesia con conseguenze fatali.
Inoltre, se il tratto oggettivamente più accidentato (vedi foto sopra), ma non per questo esposto o più pericoloso di tanti altri sentieri della rete escursionistica del CAI in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana, è lungo solo un paio di centinaia di metri, perché interessare l'intero tratto non comunale?
Oltretutto, dalla relazione si evince che il sopralluogo della parte bassa - quella più o meno in quota, attorno ai 350 metri di altitudine - non è stato neanche effettuato tant'è che descrivono i primi 2 tratti e poi aggiungono che "è possibile supporre con ragionevole certezza" (?) che il tratto rimanente "sia anch'esso in cattivo stato manutentivo”. L'asserzione è assolutamente infondata in quanto il tracciato fra la cosiddetta Casa Rosa e le prime case di Monticello è largo mediamente 1,5m ed è ben livellato, tant'è che è facilmente percorso dai quad dei proprietari degli appezzamenti per le proprie necessità.
Si ordina di mettere in sicurezza il sentiero anche se l’escursionista è precipitato da un piccolo belvedere naturale al di fuori di esso ... ma che significa “mettere in sicurezza” un sentiero con le sue staccionate? Quale legge o regolamento stabilisce i parametri? E quindi, cosa si dovrebbe effettivamente fare? E poi, quali "tecnici abilitati" avrebbero titolo per rilasciare la richiesta certificazione dell’avvenuta “messa in sicurezza”? Se semplicemente si eliminassero visto che da anni non solo sono oggettivamente inservibili, ma dannose in quanto forniscono una falsa sicurezza? La responsabilità non sarebbe di chi le ha installate senza preoccuparsi della successiva manutenzione?
Al punto 3) delle conclusioni si ribadisce la necessità
di provvedere “all’esecuzione di inter(v)enti di messa in sicurezza delle
staccionate presenti”, dimenticando che le suddette furono montate dalla
Comunità Montana Penisola Sorrentina (soppressa nel 2008) che comprendeva 10
Comuni, fra i quali anche Sorrento e Sant’Agnello e che gli stessi avrebbero dovuto
provvedere alla manutenzione.
L’installazione di recinzioni che impediscano l’accesso
alle aree in esame, significherebbe recintare ognuna delle 23 particelle? Nella
zona speciale di conservazione (ZSC) IT8030006 - Costiera Amalfitana tra Nerano
e Positano? Vi sembra una idea opportuna?
Volendo interdire il passaggio su quel sentiero, non
sarebbe stato molto più semplice e “onesto” (senza coinvolgere i privati) emanare
una semplice ordinanza di chiusura, con segnaletica apposta dal Comune di
Sorrento alla fine del tratto coincidente con la comunale Calcara di Torca,
unico accesso occidentale, e chiedere al Comune di Sant’Agnello di procedere
similmente dal lato opposto?
Ci sarebbe altro da evidenziare, specialmente in merito a leggi secondo me richiamate a sproposito e a leggi pertinenti ma non prese in considerazione, a cominciare dalla Legge 26 gennaio 1963, n. 91 “Riordinamento del Club Alpino Italiano” che attribuisce al CAI la competenza della piccola manutenzione dei sentieri, che comprende la segnaletica
e la Legge Reg. 14 del 24 giugno 2020 “Norme per la valorizzazione della sentieristica e della viabilità minore”, della quale qui di seguito riporto alcuni stralci.