Comincio con quello più raro in Penisola Sorrentina, quasi
impossibile da incontrare: un tasso
europeo (Meles meles). Ne è stato trovato
uno nella nottata di ieri 29 settembre a Roncato (Termini, Massa Lubrense), purtroppo
morto, quasi sicuramente investito. Ecco la foto, precedentemente annunciata, scattata da Aldo Ercolano, che ieri mi ha segnalato l'evento:
Non mi sembra possano esserci dubbi in merito
all’identificazione considerato il suo aspetto pressoché unico, caratterizzato
dalla livrea brizzolata e dal muso a strisce bianche e nere, queste ultime
sugli occhi. Un esemplare adulto può raggiungere i 70cm di lunghezza e i 12kg
di peso. Questa in basso è invece una foto scaricata da internet, di tre simpatici esemplari per loro fortuna vivi e vegeti.
Non è certo il primo tasso censito in Penisola Sorrentina, quindi non è una
novità, ma è una conferma del fatto che i tassi sono
ancora sono presenti in quest’area. Parlandone al bar un qualcuno mi ha
anche raccontato di altri avvistamenti pochi anni fa in zona Santa Maria della
Neve, descrivendo l’animale (non conosciuto da tutti) con precisione, prima di
aver visto la foto, ... indicazione che reputo affidabile e quindi riporto. Non
come le tante segnalazioni di vipere lunghe ben oltre il metro (per molti
qualunque serpente è una vipera) anche se gli esemplari adulti raggiungono solo
i 60cm circa e solo in casi eccezionali arrivano ad essere qualche centimetro
più lunghi.
Gli avvistamenti di tassi
(mustelidi assolutamente non pericolosi)
sono estremamente rari in quanto sono animali attivi quasi esclusivamente in
ore notturne e passano la maggior parte della loro vita nelle gallerie-tana che
essi stessi scavano. A chi volesse approfondire la conoscenza dei tassi (abitudini,
distribuzione, alimentazione, ...), suggerisco di leggere questo interessante edettagliato articolo specifico pubblicato sul sito altovastese.it
L’altro avvistamento, non raro come il precedente ma senz’altro
poco comune (in vita mia, con tutti i chilometri percorsi ne ho visti non più di 10), è quello di un cervone
(Elaphe quatorlineata), colubride
quasi mitico il zona dove è conosciuto con il nome di scurzunaro. L’ho visto io
stesso su Monte San Costanzo (Termini, Massa Lubrense) martedì 27 settembre, in zona molto aperta, ma si
è subito “dato alla macchia”
(letteralmente).
Sono riuscito a
scattare una foto al volo riprendendo però solo la coda del cervone che scappava. Per quanto
pessima possa essere, si distinguono le linee longitudinali, chiaramente simili
a quelle della foto “buona” scaricata da internet (in alto). Di conseguenza, anche a
freddo, ho avuto conferma della mia prima e immediata identificazione fatta in
base al colore brunastro, la lunghezza e , soprattutto, per le distintive
striature dorsali dalle quali deriva l’appellativo quatorlineata (con quattro linee).
Viene indicato come il più grande serpente italiano, robusto e talvolta
lungo oltre 2 metri. Ha dato adito a numerose leggende fra le quali la più
comune era quella che sosteneva che andasse a succhiare latte direttamente
dalle mammelle delle vacche. Personalmente l’ho sentita in Penisola, ma ho
letto che tale “fantasia” (di fatto impossibile) è diffusa anche in Calabria. Gli
erpetologi descrivono il cervone come uno dei serpenti più mansueti che, neanche se
infastidito, minaccia, attacca e tantomeno morde.
Non c’è alcun bisogno di ucciderlo!