Molti conoscono la piccola Pineta di San Costanzo, che copre circa
13 ettari della parte alta dei pendii meridionali del monte omonimo, dal
crinale fino a quote di circa 200 inferiori. Fu impiantata a metà del secolo scorso e furono anche costruiti una marea di bassi muretti a secco
creando una lunga teoria di stretti terrazzamenti collegati fra loro in più
parti con lunghi sentierini longitudinali (quindi quasi assolutamente in piano)
e qualcuno diagonale o zigzagante per consentire agevoli cambi di quota. Queste
tracce sono tuttora facilmente individuabili ed in discreto stato, ma sono
pochissimi quelli che le hanno percorse e ancor meno coloro che continuano a
frequentarle. Pur non conoscendole tutte, io le ho percorse numerose volte,
soprattutto percorrendo l’Alta Via dei
Monti Lattari (CAI300) da Nerano,
per passare direttamente al sentiero verso Campo
Vetavole senza dovermi sobbarcare la ripida e più assolata salita che bordeggia
il limite orientale del bosco.
Essendomi recato in loco per rendermi
conto degli effettivi danni riportati dalla vegetazione a seguito dell’incendio
del 13 agosto scorso, mi è balenata in mente l’idea (certamente balzana per
alcuni) di profittare del disastro dell’incendio (che ha bruciato quasi tutto
il sottobosco) per ricavarne almeno qualcosa di buono. Eccola:
- ripristinare ed evidenziare i sentieri della pineta per consentire facili passeggiate,
- rilevarli e mapparli eventualmente proponendo un percorso circolare,
- facilitare l'accesso all’area in caso di emergenze,
- creare una scorciatoia per il percorso CAI300,
- rendere facilmente fruibili punti panoramici e/o meditativi (entrambi non mancano) con il posizionamento di qualche panchina, anche semplicemente in pietra,
- ovviamente non prevedere alcuna area barbecue!!!
- si è trattato di puro incidente (dovuto a leggerezza, irresponsabilità o sfortuna poco importa non dovendo giudicare),
- i giovani piromani accidentali hanno poi tentato di fare qualcosa per limitare i danni anche se senza successo,
- buona parte di loro sono stati identificati,
- gli stessi si sono dichiarati “pentiti”.
Se questa fosse una strada praticabile, con la loro volontaria collaborazione i giovani incendiari involontari potrebbero dimostrare in modo tangibile la loro buona fede e il loro “pentimento”, agendo in modo pratico per riparare, seppur in minima parte, ai danni accidentalmente provocati.
Sono sicuro che non sarebbe neanche
necessario contattarli direttamente in quanto un semplice appello diramato via
social network, internet o stampa locale potrà fungere da convocazione
informale e giungerà alle loro orecchie. Chi vorrà potrà partecipare, anche con
amici solidali, e a nessuno verrà chiaramente chiesto se effettivamente fosse
presente al party (e quindi è venuto ad “espiare”)
o se è venuto per puro spirito civico e collaborativo.
Vedendolo come un inusuale
parco pubblico, sarà senz’altro opportuno e gradito il coinvolgimento della comunità
terminese in senso lato, al di là delle appartenenze ad
associazioni e gruppi politici.
Similmente ad altre mie proposte, anche
questo programma non esige grandi progetti redatti da supertecnici e tantomeno
budget esorbitanti. Buonsenso, criterio e buona volontà saranno più che
sufficienti, sempre e comunque nel rispetto delle norme.
Al più presto formalizzerò una richiesta
ufficiale in tal senso al Comune, allegando planimetria e un buon numero di
foto.