Vi propongo un
altro stralcio del foglio 15 della Carta dei contorni di Napoli redatta dagli
Ufficiali Borbonici nel secondo decennio dell’800.
Si tratta della
zona a monte di Positano, quindi adiacente a quella di Nocelle esaminata
qualche giorno fa per la quale le indagini sono in corso. Come già accennato su FB Camminate, anche in questo caso c’è
un quesito da risolvere, .
Per facilitare i riferimenti ai vari elementi rappresentati, sulla carta ho affiancato alle sottili linee nere originali linee colorate evitando la sovrapposizione in modo da poter osservare il disegno.
Potete facilmente notare che sono chiaramente descritti i collegamenti con
Montepertuso (in rosa, in basso a destra) e, seppur di difficile lettura a causa dei tanti tratti di
pendenza, sono rappresentate anche le Tese e la bretella da queste alla Croce
di Capodacqua evidenziati anch'esse in rosa nella parte centrale della carta, verso sinistra. La viabilità principale di Santa Maria del Castello è praticamente identica a quella attuale (tratteggiate marroni).
Il percorso
Montepertuso - Corvo (con linea verde a monte) è più che evidente ed ha andamento molto simile alla
attuale rotabile.
Ora veniamo all'argomento di questo post, la perplessità che mi è sorta interpretando la carta che in linea generale è affidabile nelle parti che sono rimaste simili fino ad oggi.
Non essendo esperto
della zona e non avendo mai sentito parlare di un collegamento che corresse parallelo al Fiume Pozzo fra l'attuale strada di Montepertuso e la statale mi ha incuriosito, e non poco, la parte centrale di questo stralcio (pallini rossi).
Osservate la zona fra T. Gianmarino (posta sul pinnacolo calcareo poco a valle della fontana di Montepertuso) e la scritta POSITANO.
Valle Pozzo è inequivocabilmente identificata con la linea nera un po’ tremolante (evidenziata dalla mia azzurra, usata anche per gli altri corsi d'acqua) che passa sotto la C di S. M. a Castello e continua fino alle case fra la T e la A di POSITANO per poi scomparire (ma la valle è comunque leggibile con i trattini di pendenza) e riapparire nei pressi del mulino (c’è il simbolo della ruota).
Da nordest arriva un’altra sottile linea nera (molto più diritta di quella di Pozzo) che interseca il sentiero Montepertuso - Corvo (in verde) poco a nord della T della Torre. E qui sorge il dilemma: la suddetta linea sembra attraversare il Fiume Pozzo e poi volgere verso sud-sudovest e continuare parallela a Valle Pozzo. Ma è impossibile che due corsi d’acqua possano correre paralleli in una stretta forra, l’acqua può solo scorrere sul fondovalle.
Inoltre si deve osservare che la linea più occidentale (pallini rossi) corre attraverso i trattini di pendenza (quindi in costa) e non alla loro base, quindi non dovrebbe rappresentare un corso d’acqua.
Quindi la domanda è: esisteva un collegamento fra il sentiero Montepertuso - Corvo e la zona a nordovest de Li Parlati che correva parallelo a occidente del Fiume Pozzo? O si tratta di un marchiano errore dell'incisore nel copiare i rilievi degli ingegneri? Nel caso fosse esistito sarebbe stato estremamente pendente e avrebbe dovuto essere una ripida scalinata o avrebbe dovuto comprendere numerosi tornati.
In entrambe i casi dovrebbero esserne rimaste tracce.
Il tornate della statale con il quale si supera il fiume Pozzo si trova a quota 127m, la corrispondente curva a gomito della strada di Montepertuso dalla quale dovrebbe partire l'ipotetico sentiero è a 285m. Quindi si sarebbe dovuto coprire un dislivello di ben 158m in meno di 170m (in pianta), vale a dire una pendenza media prossima al 100%.
Ho avuto modo di consultare le carte catastali di una sessantina di anni fa e di questo percorso non esiste traccia, né come strada vicinale e tantomeno come comunale.
Vista l'orografia penso che, anche se fosse stato possibile effettuare il percorso in questione, non sarebbe certamente stato un itinerario principale avendone altri su ambo i lati molto più comodi e quindi non doveva essere riportato in carta.
Sarebbe stata, almeno per me, una scoperta interessante, ma purtroppo comincio a pensare che stavolta la (da me) tanto decantata carta borbonica del 1819 riporti indicazioni errate.
Nel caso che qualcuno abbia invece notizie certe dell'esistenza del percorso sarò ben lieto di ricredermi e fare pubblica ammenda.