lunedì 30 aprile 2018

Le città e i popoli si conoscono solo vagando a piedi ...


... possibilmente senza un piano preciso e senza seguire pedissequamente una mappa che tuttavia sarà utile nel momento in cui si decida di rientrare alla base.
Con questa idea ho lasciato l'hotel stamattina dirigendomi semplicemente a nordovest, con l'obiettivo di giungere in un modo o nell'altro al Chora Museum (aka Kariye Müzesi, Chiesa di San Salvatore in Chora) famoso per i suoi splendidi mosaici e affreschi bizantini. 
Lungo il percorso molto zigzagante seguendo minareti e qualunque altro elemento che attirasse la mia attenzione, ho visitato una mezza dozzina di moschee, quasi tutte contornate da giardini ben curati, ho assistito a una cerimonia religiosa riuscendo ad ascoltare, una volta tanto, un canto dal vivo e ben diverso da quelli diffusi dagli altoparlanti dei minareti.
   
Poi ho assistito all'uscita di casa di una sposa (foto di apertura) dopo aver apprezzato la mini-banda, un classico duo zurna e davul, il primo è tipico strumento a fiato mediorientale, simile all’oboe ad ancia doppia, e il secondo una specie di grancassa, con le pelli di diverso spessore, la più spessa (suono basso) percossa con un grosso bastone con la testa ricurva e l'altra con una sottile bacchetta o stecca a ritmo più rapido (suono secco e alto). 
Se avessi scelto il percorso più breve avrei visto poco e sarei arrivato verso le 11, con il tram non avrei visto quasi niente e sarei giunto prima delle 10.30, invece ho iniziato la mia visita alla chiesa/museo dopo le 13, con oltre 2 ore di ritardo, ma contento della mattinata.
   
Dopo aver scattato tante foto dei mosaici (in questo album ce ne sono alcune) e dopo aver trovato chiuso un altro piccolo museo poco distante, sono sceso verso il braccio di mare del Corno d'Oro percorrendo scalette e vicoli tortuosi, fra case quasi in rovina, di sapore antico. 
   
Prima di giungere in riva al mare un'altra sorpresa, un piccolo bar all'aperto, solo parzialmente ombreggiato da alberi ed una tettoia, mentre alcuni tavoli erano posizionati sotto gli archi di sostengo di un antico palazzo (ottomano?). Qui ho deciso di fare una sosta prendendo un classico tè e una fetta di torta (da mangiare c'era solo una limitata scelta di dolci, niente di rustico) e ho scritto la prima parte di questo post.
   
Arrivando quasi al livello del mare, mi sono trovato fra vicoli di Balat, quartiere antico che pian piano, senza ristrutturazioni sostanziali, si sta riconvertendo in area turistica alternativa con una moltitudine di bar e ristorantini di vario livello.
   
Ho assistito ad un asta (per lo più vecchi samovar e altri oggetti d’epoca), mi sono imbattuto nella chiesa cattedrale greco-ortodossa di San Giorgio, e poi ho continuato attraversando i giardini lungo la riva del Corno d’Oro osservando una moltitudine di famiglie che passavano la giornata con ragazzini intenti a giocare come la bambina con l’aquilone della foto di chiusura, barbecue improvvisati, mentre altri si affidavano agli immancabili venditori ambulanti. 

Fra questi ho notato uno che vendeva cetrioli (!), li pelava, ne rimuoveva un’estremità e infine li tagliava longitudinalmente lasciando le quattro parti un po’ pendenti (vedi foto). Ce n’era un’altro che vendeva delle erbe con dei frutti (?) non meglio identificati; la barriera linguistica è stata insormontabile ... comunque indagherò. 
Giornata molto varia e piacevole!

sabato 28 aprile 2018

“Balik emek”, il famoso panino con pesce alla griglia o piastra


Si tratta di una specialità molto amata dai turchi e di una curiosità per quasi tutti i turisti che visitano Istanbul
Tutti ristoranti al piano inferiore del ponte Galata (dove in effetti sono i soli esercizi commerciali) vendono i loro balik emek a 10 TL (circa 2 euro) ma hanno anche un ricco menù, al contrario dei tre barconi finto-antichi ormeggiati alla banchina a ovest del ponte, fra approdo traghetti e terminal bus di Eminönü (Sultanahmet), che smerciano esclusivamente panini con il pesce (per i turisti è tradotto col termine internazionale unico fish bread).
   
Ognuno di questi ultimi tre esercizi serve i panini sotto delle tende che coprono una ventina di tavoli (sul molo al lato di ognuno di essi) fra i quali si aggirano una marea di inservienti in divisa che puliscono e prendono ordinativi mentre altri sono specificamente addetti alla vendita delle bevande che esibiscono su vassoi. Oltre alle varie bibite in lattina e limonate artigianali, ci sono i karışık turşu (sottaceti misti, per lo più cetrioli e cavoli), venduti nella loro marinatura in grossi bicchieri di plastica. 
   
In ogni cucina/barcone ho contato almeno una mezza dozzina di addetti, organizzati come in una catena di montaggio, cosa possibile in quanto preparano solo balik emek. Oltre a qualche tuttofare (pulizia, rifornimento di materie prime e altro) c'è chi taglia il pane, chi taglia le cipolle, chi prepara l'insalata, almeno un paio che cuociono il pesce al punto giusto rigirando i filetti più volte e, ovviamente, chi confeziona i panini. 
   
A un ritmo impressionante, quest’ultimo prende il pezzo di carta, ci mette sopra il panino già tagliato, aggiunge pesce, insalata e cipolla e quindi lo passa al collega sulla banchina. Mi sono preso la briga di contare i panini prodotti e ne ho visti preparare 8-10 al minuto ... diciamo almeno 500 all'ora!
Se riuscite a sedervi lì o andate in uno dei ristoranti, sul tavolo troverete sale e una bottiglia di succo di limone da aggiungere a piacimento al vostro balik emek.

giovedì 26 aprile 2018

Tentato "scippo" di Punta Campanella (II parte)

Nella settimana successiva alla fortuita scoperta dell'imminente messa in vendita dell'area demaniale di Punta Campanella si susseguirono a ritmo frenetico sequestro e abbattimento del cancello, dissequestro dell'area e una quantità di dichiarazioni e prese di posizione da ambo i lati (Marina Militare e Comune di Massa Lubrense), tanto da giustificare la pubblicazione di articoli quasi giornalieri, non solo su tutte le testate locali, ma anche su molte di quelle nazionali e anche radio e televisione si interessarono della vicenda.
         
Man mano che i giorni passavano, nuove associazioni si unirono alla pletora di oppositori (vari dei quali, però, probabilmente si aggregarono per puro opportunismo) e anche personalità del mondo politico e artistico (Il Mattino, 16 gennaio 98, sopra a destra) non fecero mancare il loro appoggio alla giusta causa, per lo meno "a chiacchiere".
Tuttavia, fu necessario aspettare quasi fino alla fine dell'anno per raggiungere un risultato quasi definitivo, grazie anche e soprattutto al decisivo intervento dell'allora Ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandricon la sentenza del TAR che accoglieva il ricorso del Comune di Massa Lubrense contro la messa all'asta dell'area (per lo più di interesse archeologico) di 11.000mq e relativi edifici, inclusa la Torre MinervaLa situazione viene ben esposta nell'articolo apparso su Repubblica il 27 novembre 98 (in basso a sx).
In conseguenza di questa decisione, pur dovendo attendere fino al febbraio 2003, l'Amministrazione Comunale (sindaco Antonio Mosca) poté far valere il suo diritto di prelazione e comprare l'intera area contesa. (vedi articolo sotto a dx, Il Mattino, 27 febbraio 2003).
    
Come scritto nel precedente post, l'atto di acquisto fu infine sottoscritto dal sindaco Leone Gargiulo nel dicembre 2006, quasi 9 anni dopo che suo padre (il sindaco Alfonso Gargiulo, coadiuvato dall'allora suo vice Antonio Mosca) aveva dato inizio a questa lunga battaglia legale.

martedì 24 aprile 2018

20 anni fa rischiammo di perdere l’uso pubblico di Punta della Campanella

L’inizio di questa vicenda, incominciata con un animato “scambio di opinioni” fra due residenti massesi e poi giunta alle più alte cariche dello Stato con il coinvolgimento di vari Ministeri, ve lo posso raccontare in prima persona in quanto io ero uno di quei due. Queste in basso sono le prime righe della lettera (riportata integralmente in calce al post) che mi affrettai a protocollare il 10 gennaio 1998, dopo che il giorno prima avevo assistito alle operazioni quasi conclusive della costruzione di una recinzione attorno alla torre Minerva.

Con il cap. Galano, presidente dell’ass. Mitilianea, ero andato a fare una passeggiata a Punta della Campanella e con mio enorme stupore vidi due recinzioni di rete metallica appena messe in opera, che dalla stradina andavano fino al ciglio delle scarpate a est e a ovest (golfi di Salerno e di Napoli), barriera resa ancor più insuperabile da linee di filo spinato sopra di essa. Proprio in quel momento gli operai stavano “quagliando” il cancello a traverso della strada ai cui pilastri sarebbero poi state agganciate le reti rendendo di fatto inaccessibile l’intera area. Avendo portato a termine nei primi anni ’90 una ricognizione completa di tutte le strade pubbliche di Massa Lubrense per la  redazione del mio Progetto Tolomeo (“per la segnatura di 100km di itinerari pedonali ...”) sapevo con certezza che la strada era comunale e solo le aree ai lati erano del Demanio Marittimo
Quindi, salutai i lavoratori e mi infilai fra cancello e rete (non ancora agganciata) per continuare la mia passeggiata lungo la strada comunale. Il capomastro, che mi conosceva ed era al corrente delle mie attività, con una certa arroganza mi disse Questa è l’ultima volta che passi, ma da domani non passi più”, quasi a sottolineare che mi stesse facendo un piacere concedendomi di raggiungere la torre per l'ultima volta; al che, con simile tono, risposi Passo adesso e pure domani e dopodomani”.
      
lettera  sottoscritta da 6 associazioni culturali massesi (12 gennaio 1998)

Così cominciò la “sfida” ... nata da uno scambio di battute fra due “civili” e sviluppatasi con un braccio di ferro durato molti mesi fra il Comune di Massa Lubrense (immediatamente sollecitato da quasi tutte le associazioni locali e poi appoggiato anche da quelle di livello nazionale, oltre a Enti, esponenti di partiti politici e personalità della cultura) ed il Ministero della Difesa, Demanio Marittimo, con denunce alla Procura e ricorsi legali, fino a giungere al TAR e ad uno scontro fra i ministri Melandri (Beni Culturali) e Andreatta (Difesa). 
Immediatamente cominciai ad allertare telefonicamente chi pensavo dovesse e potesse intervenire direttamente o almeno far sentire la propria voce, per ruolo istituzionale o per essere rappresentante di associazioni culturali, e la mattina dopo andai a protocollare la summenzionata lettera (scansione in basso).
    
Come anticipato, la risposta a questa "prepotenza" fu immediata, diretta ed efficace grazie alle azioni del comandante della P. M. Marcia che venne a verificare la situazione e procedette al sequestro immediato dell'opera (10/1) dopo aver avuto il via libera dal magistrato di turno, del vice-sindaco Mosca che martedì 13 gennaio emise ordinanza (documento sopra a sinistra) intimando al ten. col. Minervini (direttore del Genio Militare per la Marina di Napoli) l'immediato ripristino dello stato dei luoghi, al sindaco Alfonso Gargiulo che il 15/1 indisse una conferenza stampa da tenersi il sabato (17/1) "al fine di informare correttamente l'opinione pubblica locale e nazionale" (documento in alto a dx).
Così iniziò questa lunga storia che, fra promesse, proclami, delusioni e colpi di scena, andò avanti per quasi 9 anni dopo, fino al 18 dicembre 2006, quando l'area contesa fu definitivamente acquisita al patrimonio comunale di Massa Lubrense
Nel prossimo post farò un sunto di questo lungo periodo, successivo ai concitati primi giorni di "scandalo nazionale". Ovviamente, pubblicherò altri documenti e articoli dell'epoca, alcuni dei quali "divertenti".

martedì 17 aprile 2018

“Guide”, divieti e controlli sul Sentiero degli Dei

Come è ben noto ai professionisti del settore (o almeno dovrebbe esserlo) l’Ordinanza Sindacale n.30 del Comune di Positano, del 17 novembre u.s., stabilisce il “DIVIETO (sic, tutto in maiuscolo) di utilizzo” del cosiddetto Sentiero degli Dei, vale a dire il percorso che unisce Bomerano (frazione di Agerola) a Nocelle (frazione di Positano).

Lo ricordo a tutti (escursionisti, guide, tour operator, alberghi, ecc.) in modo che sappiano i rischi che corrono e anche perché mi secca ripetere a tutti quelli che ancora mi chiedono di guidarli (anche se ho abbandonato l’attività da ormai 3 anni) che il Sentiero degli Dei è ufficialmente chiuso, che possono scegliere altri itinerari e che devono diffidare da chi propone di andare lo stesso.
Ho voluto virgolettare “Guide” nel titolo in quanto, purtroppo, il settore è sempre più terra di nessuno. Ci sono guide e (pseudo)guide, abusivi e avventurieri, e ovviamente c’è chi rispetta l’ordinanza e chi se ne strainfischia e non se ne vergogna neanche, anzi mette in mostra i suoi stemmini di qualche associazione che secondo lui lo rendono “GUIDA” insieme con l'ormai immancabile GPS (anche se non lo sa usare) in bella vista, ma non è così. Basti leggere le descrizioni e i numeri al lotto che con grande indifferenza pubblicano nelle loro pagine in merito a distanze e, soprattutto, a dislivelli.
Oltre all’infrangere il divieto, questi sconsiderati non si rendono conto di correre grossi rischi per non essere neanche coperti dall’assicurazione, ammesso che ce l’abbiano. Quindi, oltre ad essere stupidi, dimostrano anche di essere tanto ignoranti (in quanto al rete sentieristica dell’area) da non riuscire a concepire e proporre escursioni alternative che includano la parte praticabile del Sentiero degli Dei, nonostante ce ne siano svariate e tutte piacevoli. Ma si sa che le conoscenze di molti che si atteggiano a guida non vanno oltre pochi sentieri standard e ultrainflazionati come il suddetto Path of the Gods e il Termini - Punta Campanella. Eppure ci sono Monte Comune, Monte Tre Calli, l’interessantissimo Faito, Valle delle Ferriere alta, e tanto altro.
Ovviamente si sta creando un clima pesante fra chi - deontologicamente - mette a conoscenza i clienti della chiusura del sentiero e propone passeggiate alternative e quelli che superano il tratto di sentiero crollato e addirittura propongono impunemente queste passeggiate sui propri siti o via Facebook, Twitter e simili, praticando di fatto una concorrenza sleale.
  
Certo anche le Amministrazioni hanno contribuito a questa lamentevole situazione visto che in quasi 6 mesi non sono intervenute per ripristinare la percorribilità in sicurezza e che continuano a non controllare che il divieto stabilito dall’ordinanza, riportata qui in basso, venga rispettato.

lunedì 9 aprile 2018

Percorso "cross" di via Campanella, altro che per disabili!


Perché i tanti che a suo tempo criticarono, denunziarono e si opposero in ogni modo al progetto di Restauro manufatti ed abbattimento barriere architettoniche di via Campanella” - non certo del tutto inopportuno - ora tacciono davanti allo scempio che si sta perpetrando lungo la discesa finale di via Campanella?
Per chi non conoscesse questo panoramico percorso fra Termini e l’estremità della Penisola Sorrentina (ad appena 5 km dalla vicinissima Capri), con splendide ed ampie viste non solo su detta isola ma anche su tutto il Golfo di Napoli nonché sulla Baia di Jeranto, preciso che mi riferisco a buona parte del tratto di 700m che, dopo un lungo tratto quasi in piano, scende verso la punta con pendenze del 20% circa. 
Dopo le varie diffide, interventi della Sovrintendenza, ricorsi e denunce, alla consegna dei lavori questo segmento si presentava come un'alternanza di tratti cementati e tratti lastricati che includevano grossi conci originali della via Minerva messi in opera circa 2.000 anni fa, affiancati da pietre più moderne. Il risultato fu accolto da opinioni e commenti molto diversi e la maggior parte delle critiche erano rivolte ai vari tratti in cemento che apparivano particolarmente fuori posto, una vera stonatura, dopo tutta la prima parte comunque in pietra e con il muretto di protezione a valle, egualmente in pietra.
    
Comunque sia, la maggior parte degli utenti fu abbastanza soddisfatta della sistemazione del percorso che (a causa dei ripetuti passaggi di mezzi a motore e dello scorrere dell’acqua piovana) era ridotto in pessime condizioni.
Purtroppo già dopo poche settimane, durante le quali nonostante il divieto centinaia di motocicli giunsero fin nei pressi della Torre Minerva, si notarono i primi danni (post del 23/5) ... ma nessuno se ne curò.
Infatti, la sbarra che doveva evitare il ripetersi del primo di detti problemi tardò un anno ad apparire (pare che inopinatamente nel progetto non fosse previsto alcun sistema di controllo) e, una volta messa in opera, si attesero vari mesi prima che fosse chiusa con un catenaccio (subito rotto, così come un altro paio successivi). Al momento la si vede perennemente alzata, quasi mimetizzata nella vegetazione. Il problema del mancato rispetto dell'ordinanza di divieto di accesso e transito a partire dalla località Cancello era ben prevedibile, praticamente una certezza, e fu già evidenziato più volte sapendo che fra i gitanti motorizzati ci sono numerosi incivili.

Risultato e situazione attuale
   
La sbarra sta sempre nell’inutile posizione verticale, nessuno controlla (per quanto ne sappia neanche saltuariamente) e, quel che è peggio, nei weekend le centinaia di escursionisti devono evitare di essere investiti da centauri che, cavalcando motorini, scooter e moto di grossa cilindrata, impunemente se ne infischiano dei divieti e, caratteristiche tecniche dei mezzi permettendo, giungono fino al termine della stradina, nei presi della Torre Minerva.
Così, dopo neanche due anni dalla sistemazione, la situazione è più o meno identica a come era nel 2015 come potete vedere da queste foto che ho scattato sabato 7 aprile 2018, dopo aver evitato di essere investito da varie moto di grossa cilindrata (e domenica era "triste e peggio").
   

    
Questo è lo stato attuale dell'ultima parte del percorso interessato dal progetto “Restauro manufatti ed abbattimento barriere architettoniche di via Campanella” ... alla faccia dei disabili e della promozione del turismo naturalistico e dell’escursionismo.

martedì 3 aprile 2018

Le coste di Sorrento e di Amalfi (eBook gratuito)

Dopo aver fatto convertire in formato elettronico il mio libro dei giochi di strada, già online da vari giorni, ecco ora la III edizione di Le coste di Sorrento e di Amalfi, toponomastica antica, moderna e dialettale, in versione eBook, disponibile per il download gratuito nei formati .ePub e .mobi.
Questo libro, certamente più impegnativo e "serio" di Barracca 'o rutunniello, cavallo cavallo mantieneme 'ntuosto, fu il frutto di quasi due anni di ricerche (1989-91) che inclusero interminabili chiacchierate con anziani pescatori e abitanti delle marine della penisola, lunghe letture di testi antichi nelle biblioteche, attenta osservazione di mappe, da quelle di vari secoli fa fino alle contemporanee, e oltre mille chilometri di ricognizioni in kayak.
Pur non avendo variato il testo, fatte salve minime correzioni, questa III edizione è impostata in modo diverso dalle precedenti. 
Infatti, è divisa in capitoli come la versione originale (ma sono tre in più) e non è più un testo unico come la seconda. I dodici capitoli dell'eBook hanno i propri limiti in marine o approdi ben noti con la sola eccezione di Punta Campanella che separa il quinto e il sesto e Punta Sant’Elia - Li Galli fra il settimo e l’ottavo.
In quanto alle mappe a corredo, ho proceduto come per la seconda edizione producendo nuove mappe dettagliate (undici, con area di accavallamento, stampabili in A4 a 250dpi) che tuttavia, per comodità di consultazione e per ottenere un eBook quanto più “leggero” e veloce possibile, non sono inserite nel testo ma caricate in rete. Le undici cartine potranno essere sia consultate online cliccando sui link inseriti all'inizio di ciascun capitolo, sotto al titolo, o riprodotte offline dopo averle scaricate e salvate sul proprio dispositivo. 
In basso, stralcio della mappa 3, costa fra Marina Piccola di Sorrento e Puolo.
Personalmente suggerisco questa ultima opzione in modo da avere sempre a portata di mano l'intera cartografia, consultabile semplicemente cambiando applicazione. Per di più, avendo anche un PC a disposizione (sul quale si siano salvate le mappe), la lettura sarà ancora più comoda tenendo aperta la mappa al massimo della definizione sullo schermo più grande e leggendo l'ebook dal tablet o altro dispositivo. 
Rispetto alle precedenti edizioni ci sono alcune appendici in meno (botanica, biologia marina, ...), ma ho mantenuto quella secondo me più significativa relativa ai “Cenni storici”. Ho inoltre incluso varie recensioni relative alla I edizione.
In basso, stralcio della mappa 4, coste circostanti Punta della Campanella.
Considerata l’attuale diffusione di smartphone e tablet in grado di visualizzare eBook, spero che i tanti “naviganti” che solcano le acque della penisola sorrentino-amalfitana non si lascino scappare l’occasione di avere con sé questa guida, dettagliata per quanto possibile, di facile e rapida consultazione.
Anche a chi è già in possesso di una versione cartacea potrà tornare utile averla con sé nel pratico formato digitale.

Si consiglia la navigazione a velocità ridotta, meglio se a propulsione umana.