sabato 30 dicembre 2017

Il caso Tabarnia dilaga ...

Oramai ne parlano tutti, perfino la Real Academia Española (RAE, equivalente della nostra Accademia della Crusca) se ne è occupata stabilendo che i suoi abitanti si chiameranno “tabarneses”, ma verranno accettati anche “tabarnienses” o “tabarnianos”.
Gli hashtag in merito sorgono come funghi e oltre al più semplice e ovvio #Tabarnia, hanno molto successo #TabarniaisnotCatalonia (T. non è Catalogna) #Tabarnnialliure (T. libera) #TabarniaEsEspaña (T. è Spagna) e #ViscaTabarniaLliure  (Viva T. libera). 
Nell'immagine a sinistra si vede sventolare una delle tante proposte di bandiera per la futura Tabarnia, combinazione di quelle cittadine di Barcellona e Tarragona, in calce alla quale si legge uno dei tanti legittimi interrogativi che circolano attualmente in rete:
"Più che chiedere se vogliamo far parte della Spagna dovrebbero chiedere se vogliamo far parte della Catalogna."
I secessionisti chiaramente non rispondono e non prendono neanche in considerazione questa domanda e neanche altre legittime e logiche come: 
Perché per “separar Cataluña de España” basta chiedere ai soli catalani ... però per “separar Tabarnia de Cataluña” non basta chiedere ai soli tabarneses, ma a tutti i catalani?"

  
proposte di bandiere di Tabarnia

Stamattina un articolo (serio) apparso su El Pais mette in guardia quelli che sottovalutano questa idea nata quasi per scherzo ricordando eventi storici, assolutamente reali, che hanno causato gravi danni e perdite a varie comunità e nazioni europee
I conflitti provocati dalle indipendenze all’interno delle indipendenze
sono state una costante in Europa, dall’Irlanda ai Balcani.
Un paio di giorni fa, invece, ce n’era un altro di taglio logico/filosofico che sottolineava l’irrealizzabilità del processo secessionista catalano secondo le “regole” di Puigdemont e soci. Questi sostengono che è loro diritto separarsi dalla nazione di appartenenza mediante semplice referendum unilaterale non tenendo conto che, se questa fosse la loro legge, Tabarnia (le province di Barcellona e Tarragona) avrebbero lo stesso diritto di separarsi dalla Catalunya. Ma non finirebbe qui in quanto i vari municipi a maggioranza separatista di dette province chiederebbero di separarsene e così via con una frammentazione a catena che passerebbe per le circoscrizioni, delegazioni, quartieri e perfino condomini nei quali la scala B si vorrà separare dalle scale A e C.

Usando le stesse “armi” utilizzate dai secessionisti negli ultimi mesi, i tabarneses cominciano a convocare caceroladas (rumorose manifestazioni accompagnate dal fracasso creato non solo pentole e casseruole, ma tanti altri utensili da cucina come padelle, mestoli, ruoti, coperchi, ecc.) per gridare al mondo “Help Tabarnia” (ricordate il ridicolo Help Catalunya” che nessuno prese in considerazione se non il venezuelano Maduro?). In alcuni siti web addirittura si parla di un referéndum de autodeterminación da tenersi il prossimo ottobre!
Sull'altro versante, dopo che qualcuno (probabilmente secessionista) ha scritto “Tabarnia me suena a "bar" o "taberna", no debe ser un mal lugar para pasar un buen rato.” i detrattori di questa eventuale futura nazione già la chiamano Tabernia.

PS - Prima dell'Epifania si dovrebbe sapere qualcosa in merito all'eventuale rilascio dei 3 secessionisti (eletti) attualmente in prigione ed il 17 gennaio dovrebbe insediarsi il Parlament e quindi per tale data Puigdemont dovrà chiarire le sue intenzioni. L'ex President attualmente è in Belgio insieme ad altri 4 eletti e, in mancanza di novità, se ritornano vanno direttamente in prigione e di conseguenza non potranno essere presenti. Senza questi voti i secessionisti non avrebbero più la maggioranza, a meno che gli 8 non rinuncino al loro incarico.
Una proposta di investitura "telematica" di Puigdemont è stata scartata da tutti in quanto illegale, irrealizzabile e vista come ridicola.

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