venerdì 10 novembre 2017

Qualche utile anticipazione su COCO, il film di Natale della PIXAR

E finalmente ho guardato Coco, il film di Natale 2017 della Pixar-Disney, per ora uscito solo in Messico sia per essere ambientato qui, sia perché è stato lanciato in occasione della settimana di festa relativa al Dia de Muertos, qui più sentita perfino di Natale.
Al contrario di quanti molti possano pensare, Coco non è il nome del protagonista che invece è Miguel, un bambino aspirante cantante nonostante la messa al bando di ogni tipo di musica imposta dalla famiglia da generazioni e sogna di diventare una star come il suo idolo Ernesto de la Cruz.
Nel tentativo di dimostrare la sua bravura e a seguito di una serie di eventi misteriosi Miguel si ritrova nell’incredibile e coloratissimo “mondo dei morti”. Lì incontrerà il simpatico imbroglione Hector che vorrebbe tornare a vedere la propria famiglia e che lo accompagnerà in uno straordinario viaggio fra nel corso del quale troverà i suoi antenati, personaggi famosi, idolo Ernesto de la Cruz, spiriti guida sotto forma di coloratissimi animali (alebrijes), ma non sarà semplice tornare fra i vivi e non tutto è ciò che sembra. Ovviamente non dirò di più, ma mi limiterò a evidenziare alcuni elementi che potrebbero sfuggire a chi sa poco o niente del Messico e della sua cultura.
un paio di esempi di come si presentano nella realtà i cimiteri per Dia de Muertos
Quello messicano è un popolo molto fiero della propria cultura qualunque ne sia l’origine, vale a dire sia le tradizioni indigenas sia quelle di derivazione spagnola come musica, cavalli e corrida per fare qualche esempio. Per questo motivo ci sono dei personaggi “leggendari” a prescindere dalla loro etnia e dalle percentuali di sangue indigena/latina che sono stati idoli di tutti i messicani. Nel film appaiono vari di essi fra i quali Cantinflas, Jorge Negrete e Maria Felix mentre Ernesto de la Cruz sembra la caricatura di un misto di Pedro Infante e Vicente Fernandez. L’unica che tutti riconosceranno, anche perché si dichiara, è Frida Kalho a cui ha dato voce Ofelia Medina che ne interpreto il ruolo in Frida, naturaleza viva (Paul Leduc, 1983). Fra i brevi inserti cantati ci sono poi alcune strofe della Llorona, spirito mitico che dà il titolo alla famosa canzone interpretata anche da Chavela Vargas nell’altro film Frida (Julie Taymor, 2002, 2 Oscar).
Il concetto di “famiglia” è importantissimo in Messico e attorno ad esso gira tutta la storia di Miguel che, come ogni altro messicano, conosce il proprio albero genealogico e spesso i volti dei parenti deceduti e anche antenati scomparsi da molti decenni.
Sarei anche curioso di sapere come saranno tradotti nelle altre lingue (e non solo in italiano) tanti altri termini gastronomici come chicharron e chorizo (che sono anche soprannomi di personaggi del film) ma si menzionano anche i tamales e i calaveras de azucar già citati nel mio precedente post dedicato alle festività del Día de Muertos, scritto proprio per aiutare a comprendere ed apprezzare questo film. E come verrà presentato l'esordio di Miguel alle prese con il grito charro (o mexicano)? link al post
papel picado a tema, alcuni personaggi di COCO
Avevo parlato anche dei fiori bianchi o gialli che servono da segnavia per guidare gli spiriti fino agli “altari” predisposti dai parenti ancora in vita e nel film hanno una parte fondamentale sia per i poteri magici dei petali, sia per costituire lunghi ponti a più arcate che collegano i mondi dei vivi e dei morti.
Vedrete tantissimi festoni colorati e traforati spesso raffiguranti teschi e scheletri, si tratta del papel picado che si utilizza per adornare non solo case e altari ma anche strade e negozi (oggi, a circa una settimana dalla fine della festa ce ne sono ancora un sacco in giro).
Vorrei parlare più approfonditamente degli alebrijes che hanno una interessante storia anche se molto più breve della festa del Dia de Muertos, forse lo farò nei prossimi giorni dopo aver visitato di nuovo il Museo di Arte Popular dove ne sono esposti di meravigliosi. Per ora mi limito a ciò che concerne Coco e quindi all’enorme felino alato che ha un ruolo importante nello sviluppo della storia. Una replica in cartapesta fa bella mostra di sé fra gli edifici della Cineteca Nacional e sono pochi quelli che rinunciano a farsi un selfie o a farsi fotografare da qualcuno al lato del gattone (e non parlo solo di giovincelli).
Dopo quanto detto, pur essendo un sostenitore delle versioni originali dei film, capirete perché di questo ho voluto guardare la versione doppiata soprattutto in quanto il film è un omaggio alla cultura messicana attraverso una storia legata indissolubilmente alla sua più importunante festività (Día de Muertos) e oltretutto molti dei personaggi principali hanno lo stesso doppiatore per entrambe le lingue come per esempio Hector (voce di Gael García Bernal) ma anche mamà, papà Julio e Tio Berto. Per di più, come purtroppo spesso accade, nella versione americana i protagonisti parlano sì inglese, ma con un marcato accento latino ... cosa assolutamente insensata. Quindi mille volte meglio calarsi nell’ambiente con una giusta amabilissima e quasi cantata cadenza messicana.
Penso che abbiate anche capito che il film mi è piaciuto molto, similmente a Moana/Oceania dell’anno scorso non ci sono scene troppo sdolcinate né storiella d’amore, è molto colorato festoso e vivace pur essendo associato ai “morti”, ci sono delle animazioni molto originali con scomposizione e immediata ricomposizione di scheletri e trovate geniali come il "controllo passaporti" al quale si devono sottoporre le anime prima di varcare la frontiera per andare a visitare le proprie famiglie.
Dopo l’anteprima mondiale del 20 ottobre al Festival di Morelia (Messico), il film (serio candidato all'Oscar 2018) è arrivato nelle sale del paese “protagonista” della storia venerdì scorso. 
In Europa arriverà il 22-23 novembre dopo un’uscita limitata a Parigi una settimana prima, ma in Italia si dovrà aspettare fino a Natale!

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