giovedì 24 agosto 2017

Secondo me, un vero capolavoro (ma di difficile visione)

Altro film che merita un post in questo blog.

Guerra e pace (Sergey Bondarchuk, URSS, 1966-7) tit. or. “Voyna i mir
con Sergey Bondarchuk, Lyudmila SavelevaVyacheslav Tikhonov
nel 1969 vinse l'Oscar come miglior film non in lingua inglese
  
Sono rimasto di nuovo affascinato dalla visione di questo kolossal che non fa pesare assolutamente le sue quasi 7 ore di durata. Lo avevo già apprezzato a inizio 2011 alla Cineteca Nacional Mexico che, come dovrebbe sempre essere anche se nel caso fu un po’ estremo, propose il film in un’unica soluzione ... e senza intervallo!
Oltre ad avere dalla sua un soggetto eccezionale quale l’omonimo famoso romanzo storico di Lev Tolstoj, il film è quasi un manuale di tutti i possibili effetti ottici e movimenti di camera possibili all’epoca, tutti magistralmente realizzati e assolutamente appropriati e, come se non bastasse, Bondarchuk sperimentò varie nuove tecniche. Non si contano doppie esposizioni e dissolvenze - sia al nero che incrociate - divisione schermo in parti uguali o un terzo e due terzi (talvolta, p.e., con campo lungo esterno da un lato e primo piano in interno dell’altro), riprese dall’alto (da mongolfiera, elicottero e altissime gru, non esistendo ancora i droni), lunghe carrellate all’indietro nei corridoi dei magnifici palazzi, piani sequenza spettacolari e perfetti (impressionanti quelli del ballo), trasparenze e velature usando vetri, veli e fiammelle di candele in primo piano, sfocature, profondità di campo sempre diverse. Per quanto riguarda il ballo, ho scoperto che buona parte delle riprese furono realizzate con camera a spalla, da un operatore su pattini a rotelle! Per le scene delle battaglie campali utilizzò (per primo al mondo) cineprese comandate a distanza tramite cavi lunghi anche varie centinaia di metri.
   
Il più grande kolossal russo, prodotto in pieno periodo di guerra fredda, in risposta a quelli americani dell’epoca. All’epoca si combatteva soprattutto con la propaganda e le due superpotenze si “sfidavano” in qualunque campo, non solo in quello tecnologico, ma anche in quello artistico, e quindi anche con il cinema. Pare che il progetto di Bondarchuk (già nel ’51 insignito dallo stesso Stalin dell’onorificenza "Artista del Popolo dell'Unione Sovietica") fu visto come una vera e propria ripicca nei confronti degli americani che avevano “osato appropriarsi” del più famoso romanzo russo adattandolo per il film di King Vidor, versione nella quale - ovviamente - i sovietici non si riconoscevano.
Pressoché unanimemente il film in stile hollywoodiano (1956, 2h58, 3 Nomination Oscar) con un cast internazionale di qualità che includeva Audrey Hepburn, Henry Fonda, Mel Ferrer, Anita Ekberg, Vittorio Gassman, fu considerato troppo riassuntivo rispetto al testo di Tolstoi e dal momento in cui giunse nelle sale la versione russa lunga oltre il doppio nessuno ebbe dubbi nel vedere in questa un adattamento molto più fedele e di qualità molto migliore.
   

Ovviamente, i russi ebbero il vantaggio di poter utilizzare scenari molto più realistici, sia per gli esterni, sia per gli interni per i quali furono sfruttati palazzi storici, arredi originali (molti dei quali avuti in prestito dai musei) e, non da ultimo, volti molto più “russi” di quelli delle comparse americane. A tal proposito è bene sottolineare che furono impiegate circa 120.000 comparse, fra le quali numerose migliaia di soldati dell’Armata Rossa, in quanto gli unici in grado di marciare e muoversi a cavallo perfettamente allineati.
La produzione durò circa 6 anni e ciò comportò non pochi problemi derivanti dai cambiamenti naturali nelle apparenze degli attori, in particolare i più giovani. Fu scelto i formato 70mm ma la qualità della pellicola russa risultò molto scadente e Bondarchuk dovette ri-girare non poche scene solo a causa del supporto molto scadente. Il film fu distribuito in una infinità di versioni, da quella originale completa russa di 484 minuti (8h04’), a quella in due parti di “soli” 263 minuti (4h33’), ma quella che si trova più facilmente è quella in 4 parti (parti, non film) di 403’ (6h43’):
  1. Andrei Bolkonsky (aka Austerlitz)
  2. Natasha Rostova (aka Natascia)
  3. 1812 (aka La battaglia di Borodino)
  4. Pierre Bezukhov (aka L’incendio di Mosca)
Da qualunque punto di vista si voglia analizzare il film, le lodi e gli apprezzamenti sono di gran lunga superiori a poche, se esistenti, sbavature.
Avendo già detto della regia (e montaggio), passo agli ottimi attori. L’unica critica che più di uno mosse a Bondarchuk (che, oltre ad essere regista, interpreta il protagonista Pierre Bezuchov - foto a sinistra) è quella di essere troppo “vecchio” per quel ruolo, ma sulla performance non si discute.
   

Vyacheslav Tikhonov (Andrej Bolkonskij - nella foto in basso con Boris Zakhava che interpreta Mikhail Kutuzov) era il più apprezzato e amato attore russo dell’epoca mentre per il ruolo di Natascia fu scelta l’esordiente Lyudmila Saveleva (nella foto a destra), già affermata ballerina, ma anche tutti gli altri personaggi principali sono interpretati magistralmente.
Le location nei palazzi (quasi tutti originali) sono a dir poco spettacolari e certamente i sovietici non fecero economie per i costumi e addobbi, buona parte dei quali provenivano direttamente dai musei. Del commento sonoro  si incaricò Vyacheslav Ovchinnikov e le musiche risultano coinvolgenti, appropriate e di ottimo livello.
Corre voce che si stia provvedendo ad un nuovo restauro con le tecniche più all’avanguardia. Il precedente era stato realizzato utilizzando la versione 35mm in quanto l’originale 70mm era troppo rovinata. Oggi, per fortuna dei cinefili, con il restauro digitale si riescono a fare miracoli e quindi si può sperare che prima o poi riusciremo a guardare una versione di “Guerra e pace” di qualità, probabilmente ancora migliore di quella del 1966-7.
Se così fosse, sarebbe assolutamente imperdibile!

venerdì 18 agosto 2017

“Tintin” (Stéphane Bernasconi, Can, 1991-92)

Trattandosi di serie televisiva e non di film, avendola guardata tutta nell'arco di 10 serate e volendo scrivere questo relativamente breve commento onnicomprensivo, ho scelto di inserirlo in questo blog e non semplicemente in Google+.

249-258 * “Tintin (Stéphane Bernasconi, Can, 1991-92) * animazione 

La serie consta di 21 storie create da Hergé, divise in 39 puntate (18 in 2 parti + 3 episodi singoli) di una ventina di minuti ciascuna , per una durata complessiva di circa 14 ore.
Gi eventi sono riportati in modo pedissequo, utilizzando perfino alcuni inserti di disegni originali, punto di inizio dell’animazione della scena successiva.

Pur restando fedele allo spirito del personaggio dei fumetti, Stéphane Bernasconi e gli sceneggiatori hanno dovuto edulcorare un po’ le trame eliminando buona parte della violenza e dell’uso di armi, oltre alla quasi scomparsa del fumo e del bere (in poche occasioni si vede Haddock, noto beone, ubriaco).
  
I protagonisti sempre presenti al fianco di Tintin sono il Captian Haddock e il fido cane Snowy (Milou), un fox terrier stranamente tutto bianco, uno dei cani più accettabili, simpatici e “umani” (ma non umanizzato) dello schermo, che non viene presentato come un genio infallibile ed è sempre pronto a farsi distrarre da un qualunque osso (anche se di solito ci ripensa e si comporta come ci si aspetta). Nella maggior parte delle storie compaiono anche il Prof. Calculus (Professeur Tournesol, geniale, ma abbastanza distratto e sordo come una campana) e gli ineffabili detective Thompson e Thomson (Dupont et Dupond), fonte inesauribile di danni, equivoci, incidenti e incomprensioni, un po’ arroganti e sempre ripetitivi, con un classico accento inglese che contrasta con il più “americanizzato” tono di Tintin e di tutti gli altri con forti caratterizzazioni di diverse etnie.
  
Altri personaggi compaiono di tanto in tanto in ruoli importanti, mentre in altri casi la loro presenza si limita a brevi incontri. Fra loro ce ne sono di “buoni” come l’insopportabile soprano Bianca Castafiore (“l’usignolo milanese”), alcuni un po’ equivoci come il Generale Alcazar, ma soprattutto di cattivissimi come Rastapopoulos e Doctor J.W.  Müller, criminali internazionali dediti a ogni tipo di azioni e imprese scellerate, dal contrabbando, alle rivoluzioni, allo spionaggio industriale, alla tratta di esseri umani, puntualmente smascherati e sconfitti da Tintin.
  
Anche chi avesse poca familiarità con questa famosa serie di fumetti avrà senz’altro capito dai nomi che ognuno dei suddetti personaggi di contorno (similmente a quelli che compaiono in un solo episodio) è legato ad un paese diverso e quindi a vari stereotipi, resi tuttavia con garbo e ironia. Tintin è un reporter ed è sempre pronto a partire, qualunque sia la destinazione, in particolar modo se il motivo è aiutare o soccorrere un amico e infatti il tema dell’amicizia è l’asse portante di gran parte delle storie.
La professione di Tintin (reporter) e la sua disponibilità a viaggiare fanno sì che le storie siano ambientate nei posti più diversi, dalle giungle ai deserti, dagli oceani alle vette tibetane, dai paesi arabi a quelli dell’America Latina e finanche sulla luna.
  
   

Il disegni sono essenziali, l’espressività facciale si basa soprattutto sulle sottili linee (sempre di forme diverse) che rappresentano le sopracciglia, i colori pastello di sfondi e particolari rendono piacevole e “leggera” la visione, le sequenze di immagini (spesso abbastanza rapide) sono significative e di tipo cinematografico classico. Quasi ogni episodio potrebbe essere preso come storyboard di un noir, un film di avventura o di spionaggio.
In generale ho trovato tutti gli episodi molto piacevoli, ben costruiti, pieni di colpi di scena, coinvolgenti con la sola eccezione, forse, degli ultimi episodi nei quali c’è un po’ meno azione e più “filosofia”.

La serie nel suo complesso è consigliata, consigliata, consigliata.

mercoledì 16 agosto 2017

Navigatori satellitari e "turisti sprovveduti"


La foto è la prima delle 166 illustrazioni del piccolo manuale “Uso della carta topografica” (Cecioni, Istituto Geografico Militare, 3^ ed., 1987). Evidentemente anche i militari, che producevano le proprie carte e quindi le dovevano ritenere affidabili per i propri fini, suggerivano di “chiedere indicazioni”! Anche se l’immagine può sembrare ridicola e certamente datata, il consiglio è tutt’oggi valido, qualunque strumento usiate: navigatore, gps, mappa.
Chi non ha un minimo di buon senso non dovrebbe mai andare in giro affidandosi alle informazioni fornite dai “diabolici strumenti”. Per quanto questi possano essere utili fra le mani di persone di giudizio, per raccogliere informazioni e confrontarle con altre, se seguiti ciecamente dando per scontata la loro infallibilità possono portare a contrattempi, problemi e finanche a situazioni pericolose. 
Questa volta non mi riferisco ai gps usati da escursionisti, ma ai navigatori satellitari stradali che rispetto ai altri appaiono ancor più precisi e attendibili visto che il simbolo che rappresenta l’auto si trova sempre esattamente sulla strada (in effetti è ancorato).
Man mano che ci si allontana da autostrade, statali e strade principali, chi è attento comincia a notare strade inesistenti, dubbie o mancanti e di conseguenza presta più attenzione. Al contrario, quelli di fede incrollabile nel Tomtom o simile di turno imboccheranno senza esitazione stradine strette, scalinate e altri percorsi dove neanche loro, in mancanza di navigatore, si avventurerebbero mai.
La Penisola Sorrentina, dove risiedo, fornisce ogni giorno tanti di questi esempi anche perché molte stradine in effetti transitabili per piccole utilitarie non sono abbastanza larghe da consentire il passaggio a SUV e simili. Ci sono vicoli nei quali frequentemente i guidatori, una volta resisi conto che non sono sufficientemente larghi, hanno grandi difficoltà a uscirne a marcia indietro senza graffiare l’auto e non possono neanche uscire dall’abitacolo non avendo spazio per aprire l sportello (a meno che non abbiano una decappottabile o una monovolume con apertura interna della porta posteriore ...)
Proprio al lato di casa mia c’è un vicolo transitabile anche per un’auto di medie dimensioni ma chi la percorre, giunto a 10 metri dalla strada principale (che vorrebbe raggiungere), si trova di fronte a due rampe di scale! Arrivare fin lì può essere semplice ma, non essendo proprio rettilineo, a marcia indietro crea non pochi grattacapi. Molte volte, per loro fortuna, incontrano qualche locale che li dissuade prima di giungere a quel punto.
Scendendo lungo la strada principale (lungo la quale transitano anche grandi bus e camion) fra i due centri maggiori il navigatore consiglia di abbandonarla per prendere una traversa (in effetti stretta e con alcuni scalini) che permetterebbe di “risparmiare” un paio di centinaia di metri e a chi prosegue (visto che l’imbocco - per fortuna - quasi non si nota ed è pressoché impossibile) raccomanda la traversa successiva, con accesso più ampio e visibile, che però dopo una ventina di metri diventa anch’essa intransitabile.
Leggendo un post pubblicato su FB la settimana scorsa da una mia collega escursionista, ho appreso che i navigatori satellitari, non contenti delle informazioni stradali errate, ne forniscono anche per i sentieri ... ovviamente ancor più errate. Eccone un estratto:
“Rientrando dalla mia camminata, vicino alla pineta di Monte San Costanzo mi affianca una macchina con diverse persone a bordo fra cui un bambino.
Autista
: Andiamo bene qui per la spiaggia di Jeranto?
Risposta: No, qui fra poco finisce la strada. A: ma il TomTom mi dice che il sentiero inizia qui e che in 15 minuti a piedi saremo sulla spiaggia.R: (Non so se ridere o piangere ...) Qui siamo ad oltre 400 metri di quota, quindi come pensate di arrivare giù al livello del mare in 15 minuti? (almeno che non sappiate volare o abbiate istinti suicidi... ) Esiste un sentiero.. anzi due. Ma uno è poco evidente, pressoché impraticabile e assolutamente sconsigliato in discesa e l'altro, solo per chi è esperto, arriva a Nerano e poi ci sono altri 45 minuti a piedi..A: Come dobbiamo fare?R: tornate indietro e andate a Nerano, imboccate il sentiero e camminate. Comunque il percorso non è dei più semplici e ci sono tratti esposti e ripidi e lì non troverete bar, né ristoranti e neanche acquaA: Ma non abbiamo portato niente con noi ...
R: Potete comprare ciò che volete a Nerano prima di incamminarvi.
A: quanto tempo ci vorrà a piedi? (di nuovo)
R: (dopo averli osservati) Ripeto, non meno di 45 minuti.A: Non può essere. Qui dice 15 minuti (sempre TomTom, presumo in discesa verticale ...).
N.d.r. - In linea d’aria ci sono circa 1.000m fra il punto in cui si trovavano (P) e la loro meta (A), ma con quasi 450m di dislivello e passando sul mare. L’itinerario più breve per sentieri “ufficiali” (evidenziato in mappa) è di circa 3 km con quasi 500m di dislivello in discesa. 

domenica 6 agosto 2017

La versione beta di “giovistrailmaps.com” è online

La visualizzazione per PC è quasi definitiva, su quella per smartphone stiamo ancora lavorando, ma i contenuti sono visibili in entrambe le modalità. Potete cominciare a navigare e scaricare cartine.
Il mio nuovo sito giovistrailmaps.com è dedicato esclusivamente all’escursionismo, essenziale e per lo più estratto da www.giovis.com, ma con mappe ampliate, aggiornate e rese più idonee all’utilizzo con tablet e smartphone.
Il lavoro è rivolto ai camminatori e quindi le mappe sono generalizzate nelle aree urbane e più dettagliate in quelle non antropizzate. Non vi dovrete quindi meravigliare se troverete rappresentate tracce di sentiero appena visibili (se funzionali come per collegamenti fra sentieri, vie di fuga o di accesso a punti particolari) e non stradine e vicoli non importanti nei centri abitati. Altrettanto volutamente ho tralasciato alcuni sentieri (qualcuno anche segnalato dal CAI) in quanto con destinazioni fuori carta o per essere troppo a rischio per i meno esperti.

In sintesi, ecco le caratteristiche essenziali e novità del sito:
  • le mappe sono tutte in formato GIF, che restituisce la migliore leggibilità, pur essendo più “leggero” di pdf e jpg delle stesse dimensioni grafiche
  • le mappe sono liberamente e gratuitamente scaricabili
  • considerato che ormai sono pochi quelli che se le stampano, non mi sento più “costretto” a dimensionarle per riprodurle in formato A4 e quindi ho potuto ampliare le aree attento solo a non creare file troppo grandi
  • ho individuato le 7 aree di maggior interesse escursionistico e le ho evidenziate in apertura in un quadro d'unione in modo da rendere facile la loro localizzazione anche a chi non conosce perfettamente il territorio
  • delle 7 mappe Capri (map 1) è per forza “isolata” (nel vero senso della parola)
  • 3 non sono contigue ad altre: il classico comprensorio Campanella, San Costanzo, Santa Croce e Jeranto (map 2), il quasi adiacente lungo tratto fra Marina del Cantone e Colli di Fontanelle (map 3, ma in effetti per congiungerla alla 2 manca solo il brevissimo e inequivocabile collegamento Nerano-Cantone) e la Valle delle Ferriere di Scala e Amalfi (map 7) opportunamente ampliata a nord fino al Cervigliano e Santa Maria ai Monti e a ovest fino a San Lazzaro
  • le restanti tre (map 4, 5 e 6) sono connesse fra loro e hanno parti in comune per facilitare il passaggio da una all’altra. Coprono tutta l’area compresa fra Colli San Pietro (valico stradale fra piana sorrentina e Positano, ss 163 Amalfitana) e la valle di Agerola spingendosi a nord fino a tutto il Faito e Sant’Angelo a Tre Pizzi (1.444m) e includendo Positano a sud
  • tranne Capri e San Costanzo/Campanella (disegno originale in scala maggiore), tutte le mappe nascono in scala 1:15.000 e sono state convertite in GIF con gli stessi dpi, quindi sono di medesime proporzioni e leggibilità
  • ho aggiornato la numerazione dei sentieri CAI (Club Alpino Italiano), operazione resasi necessaria a seguito della revisione sostanziale di qualche anno fa con la quale sono stati proposti nuovi itinerari, alcuni vecchi numeri sono stati cambiati non limitandosi ad aggiungere il 3 all’inizio, molti sentieri hanno ora varianti e bretelle con lo stesso numero base seguito da una lettera
  • i numeri saranno comodi per cercare le relative tracce dei sentieri, ma accertatevi di scaricare quelle giuste e ricordate che per definizione le tracce gps non sono mai precise e affidabili al 100%
  • non tutte le sette mappe hanno esattamente la stessa simbologia essendo state redatte con finalità diverse, in diversi momenti, per diversi committenti, a diversa scala. La cartina dell’isola di Capri (che include anche tutte le aree urbane, con toponomastica stradale) è quella che più differisce dalle altre e la numerazione degli itinerari è della rete sentieristica caprese ... non quella del CAI
  • il territorio rappresentato nelle map 2 e 3 (Campanella e Sirenuse) è incluso in quello del mio Progetto Tolomeo (1990, successivamente rielaborato e aggiornato più volte) e pertanto, oltre ai relativamente pochi sentieri CAI presenti, sono evidenziati anche altri itinerari come ad esempio il Giro di Santa Croce, il Sentiero delle Sirenuse e via discorrendo, evidenziati con tratteggio colorato parallelo
  • ciascuna mappa è inserita in una diversa pagina (dalla quale è scaricabile) ed è accompagnata da un testo descrittivo generale dell’area, con suggerimenti e idee di itinerari di vario impegno
  • oltre alle 7 pagine con le mappe, c’è quella delle NEWS contenente brevi avvisi, dai prossimi appuntamenti per camminate a chiusure di sentieri, da incontri a nuove pubblicazioni. Tutto ciò è elencato nella prima colonna, in continua evoluzione, e anticipazioni delle notizie più recenti e importanti sono riportate anche nella pagina HOME. Nella seconda ci sono link ai percorsi di Maratrail e Trek, altre cartine, video, post di interesse escursionistico, ecc.

DISCLAIMER
Attenzione! Considerate le tante piccole variazioni (aggiunte, adeguamenti, uniformazione di simboli, adattamenti e aggiornamenti numerazioni) è molto probabile che potrete trovare alcuni errori o imprecisioni. Visto che uno dei lati positivi della cartografia in formato elettronico è quello di poter aggiornare o correggere le mappe anche più volte al giorno - senza aspettare anni per una nuova edizione cartacea - siete invitati a segnalare dati o porzioni di disegno palesemente errati che potrebbero creare confusione o fornire indicazioni sbagliate inviando un messaggio a giovis@giovis.com.

Ringrazio fin d’ora chi vorrà collaborare a migliorare le mappe.