giovedì 16 marzo 2017

Le “camicie hawaiiane” ... di origine nippo-sino-libanesi

Le Aloha shirt, altrimenti conosciute come camicie Hawaiiane, furono lanciate alle Hawaii negli anni ’30, ma la loro storia inizia qualche decennio prima. Tale Kōichirō Miyamoto, figlio di un immigrato giapponese che nel 1904 aveva aperto un negozio di abbigliamento, dopo la morte del padre (1915) cominciò a produrre in proprio realizzando camicie con i tessuti utilizzati originariamente per i kimono. La le prime vere Aloha shirt furono disegnate dal cinese Ellery Chun che aveva un negozio a Waikiki ed ebbero subito un grande successo sia fra i locali che fra i surfisti giunti dal continente. Dopo pochi anni tutte le più importanti aziende del settore, anche quelle in U.S.A., cominciarono a produrle con disegni molto vari ma anche in quantità industriali con disegno unico per grandi aziende che decisero di utilizzarle come divise per i dipendenti.
Dopo la II Guerra Mondiale praticamente tutti i tanti militari che avevano prestato servizio nel Pacifico portarono a casa almeno una camicia. Negli anni successivi grazie ai più facili e rapidi collegamenti aerei e ancor di più dopo che le Hawaii divennero il 50° stato U.S.A. nel 1959 ci fu il boom del turismo.
Questo settore dell’abbigliamento fu rivoluzionato quando Alfred Shaheen (nato nel New Jersey, figlio di commercianti tessili libanesi) cominciò a stampare i tessuti e a produrre a basso costo non solo camicie, ma anche vestiti femminili. Successivamente migliorò il design e la qualità dei tessuti fino ad ottenere abbigliamento di classe. 
Allo stato attuale sembra che il top del design sia quello del marchio Tori Richard, specialmente per il settore femminile.
In molte occasioni festive le coppie, o anche intere famiglie, indossano abiti prodotti con il medesimo tessuto.  
Le Aloha shirt sono attualmente il maggior prodotto di esportazione del reparto tessile. Quelle moderne sono per lo più stampate, a maniche corte, con colletto, con tasca sul petto a sinistra cucita in modo che il disegno non sia interrotto, con pochi bottoni (non sempre fino al collo) e tagliate per dare il massimo confort (non aderenti) e per essere indossate fuori dei pantaloni. 
 
Quelle indossate dai locali, al lavoro o per puro piacere, sono di solito molto sobrie mentre quelle con colori sgargianti (spesso pacchiane e di cattivo gusto) sono quelle più ambite dai turisti.
   
Ciò per quanto riguarda la produzione e il commercio, ma è altrettanto interessante l'iter "sociale" delle Aloha shirts.
Già nel 1947 la City and County of Honolulu deliberò di consentire ai propri dipendenti di indossarle al lavoro nel periodo estivo, ma in senso ampio, da marzo a ottobre. 
A seguito di ciò fu creato l’Aloha Week Festival che si tiene ogni ottobre e continua ad avere un grande successo. La sede è il grande Ala Moana Park in riva al mare (già citato più volte) ed è come un revival delle antiche tradizioni hawaiiane, quindi con balli, canti, musica, sport tradizionali e, ovviamente, tanto cibo.
Oggi è consentito indossare le Aloha shirts in qualunque giorno dell'anno e pare che sia anche espressamente suggerito in molti ambienti di lavoro in quanto indossando queste ampie e leggere camicie non c'è bisogno di un eccessivo utilizzo dell'aria condizionata. Qui alle Hawaii ormai quasi tutti vanno al lavoro con questo tipo di abbigliamento ed è rarissimo vedere qualcuno in giacca e cravatta. Anche in molte occasioni semi-formali viene spesso richiesto l’Aloha Attire, che pur non essendo “elegante e impegnativo” non è assolutamente casual. In particolari occasioni anche i membri della Camera delle Hawaii indossano la loro Aloha shirt “di ordinanza”(foto in basso).

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