domenica 19 marzo 2017

Flamenco al cinema, oltre Saura, prima di Saura

Quattro clip estratti da quattro film diversi. I primi due hanno in comune il regista algerino Tony Gatlif, gli altri l'artista Carmen Amaya, attrice, cantaora e, soprattutto, bailaora
 
Procedo in ordine cronologico inverso, quindi comincio con il più recente dei filmati, forse quello che sorprenderà di più per la commistione fra musica araba e flamenca, tratto dal film Vengo (di Tony Gatlif, 2000), Premio César 2001 per la migliore musica, condiviso con Sheikh Ahmad Al Tuni, Tomatito e La Caita.
Tony Gatlif è un regista, musicista, sceneggiatore, produttore e attore, nato ad Algeri nel 1948 da padre berbero e madre rom, formatosi artisticamente a Parigi. 
Per quanto riguarda il cinema, ha diretto 18 film (7 dei quali con sceneggiatura propria) molti dei quali ambientati fra i rom sia del nord-Africa che europei. Gli interessati troveranno in rete tante altre informazioni, clip e anche film completi.
Il secondo spezzone che vi propongo è tratto dal suo film Latcho Drom (1993, 4 premi fra i quali Un Certain Regard al Festival di Cannes) ma la scena si svolge stavolta in strada, con la partecipazione di un'intera comunità e interpreti di tutte le età, dal cantaor in erba alle bailaoras molto più avanti con gli anni. Tutti estremamente naturali, senza trucco, senza abiti particolari, fanno semplicemente quello che amano fare e che hanno sempre fatto, riunirsi per divertirsi e stare insieme a ritmo di musica. 
Alcuni film di Gatlif sono stati distribuiti anche in Italia e qualcuno forse li ricorderà, fra essi Swing (2001), Exils (2004) e Transylvania (2006) nel quale Asia Argento interpretava la protagonista, Zingarina

Con un salto di 30 anni, ancora a ritroso, passo all'ultimo film interpretato da Carmen Amaya, La Capitana, quasi unanimemente reputata la più grande bailaora di tutti i tempi, famosa per il suo modo di ballare non del tutto ortodosso, nel quale evidenziava la sua straordinaria velocità di movimenti. 
Si tratta di uno spezzone di Los Tarantos (di Francisco Rovira Beleta1963), film candidato all'Oscar come miglior film di lingua non inglese, nel quale l'artista si esibisce come attrice, cantaora e bailaora

L'artista morì appena due settimane dopo l'uscita del film nelle sale spagnole, a soli 50 (o 45?) anni, a causa di un tumore. Il punto interrogativo è necessario in quanto ancora si dibatte in merito all'anno della sua nascita: 1913 o 1918? Ciò che è certo è che ebbe un enorme successo anche all'estero, esibendosi nei più importanti teatri del mondo, da Parigi al Sudamerica e a New York e fu addirittura Roosevelt la volle alla Casa Bianca
   
Conclude questa breve carrellata uno spezzone di uno dei suoi maggiori successi Maria de la O (di Francisco Elías, 1939), secondo film di Carmen Amaya dopo il debutto (già da protagonista) in La hija de Juan Simón (di Nemesio M. Sobrevila e José Luis Sáenz de Heredia, 1935) nel quale compariva anche "un certo" Luis Buñuel.
Successivamente, costretta a lasciare la Spagna per motivi politici, soggiornò negli Stati Uniti e li fu scritturata per 4 film, fra i quali Follow the Boys (1944) e anche in questo caso c’era un famoso regista fra gli interpreti: Orson Welles. 
Come per Tony Gatlif, pure su Carmen Amaya si può trovare tanto materiale in rete anche se, ovviamente, i filmati sono molti di meno sia per il periodo sia in quanto in 4 dei suoi soli 10 film (quelli americani) compariva esclusivamente come artista di flamenco. 

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