domenica 8 gennaio 2017

Il mio amico Harvey ... e altri attori sottovalutati


Stasera, guardando The Piano (Lezioni di piano, di Jane Campion, NZ, 1993), mi è tornato in mente il mio incontro con Harvey, ovviamente mi riferisco a H. Keitel (come avrete già intuito dalla foto) e non al mitico coniglio gigante amico di James Stewart (vedi foto in basso, non vi perdete il film se vi capita a tiro), ma prima di parlare di lui come attore vi racconto un breve aneddoto, vissuto in prima persona.  

Museo della Carta, Amalfi, un venerdì del 2002
All'ingresso, dove c'è il Museum Shop, quel venerdì non ero il solo a cercare di ingannare il tempo ... oltre me, in attesa del mio gruppo affidato temporaneamente alle cure della guida del museo, c'era Harvey Keitel il quale, con evidente insofferenza, aspettava che la sua compagna terminasse di fare shopping. Così cominciammo a parlare del più e del meno e, avendo capito che ero una guida, soprattutto di quello che c'era da fare, da vedere e ... "da mangiare" in Costiera. Non essendo uno di quelli che assilla persone note sottoponendole ad un fuoco di fila di domande banali riguardanti la loro attività, solo poco prima di salutarci gli chiesi se fosse proprio lui e, avutane conferma, approfittai dell'occasione per chiedere l'esatta pronuncia del suo cognome: né Kèitel né Kàitel, bensì Kaitèl (ora lo sapete anche voi).
Harvey (Henry Koster, 1950) con James Stewart (Nomination) e Josephine Hull (Oscar)
Scavi di Pompei, due giorni dopo
Primo giorno del nuovo tour ... e chi trovo nei pressi della biglietteria? Harvey Keitel. Con grande nonchalance gli faccio un cenno di saluto dicendo "Hi, Harvey!" e lui, con enorme stupore dei clienti, mi risponde "Hi, Giovanni!" (ricordava anche il mio nome, forse aiutato dal mio biglietto da visita che si era fatto dare ... just in case). Quasi all’unisono molti chiesero "Conosci Harvey Keitel???", "Sì, siamo vecchi amici ..." (innocente bugia) e per tutta la settimana, in particolare le signore, mi guardarono quasi come un idolo.
 
Penso che Harvey (ovviamente ci diamo del tu ...) sia stato fra gli attori più sottovalutati di fine secolo scorso, mentre varie inespressive patate lesse come Richard Gere, Nicholas Cage e Mickey Rourke avevano miglior fortuna, ovviamente di breve durata considerata la loro inconsistenza. 
Quanto vale per Keitel è vero anche per altri miei prediletti come Robert Duvall (sopra a sx in Apocalypse Now, 1979, F. F. Coppola), Warren Oates (sopra a dx in Voglio la testa di Garcia, 1974, Sam Peckinpah) e Jeff Bridges (a sx in True Grit, J. Coen & E. Coen, 2010) che solo con gli anni sta riuscendo ad avere qualche ruolo di maggior rilievo, non ultimo quello nell'indipendente Hell or High Water (David Mackenzie, 2016) del quale ho scritto una breve recensione a fine anno e che potrebbe addirittura portargli una Nomination Oscar.
   
Harvey Keitel cominciò nel giro giusto visto che ebbe ruoli abbastanza importanti in ben 4 dei primi 5 film di Scorsese (“saltò” solo il suo secondo, Boxcar Bertha) ed in Mean Streets (foto a sx) e Taxi Driver (foto a dx) recitò al fianco di Robert De Niro che presto divenne l'attore preferito del regista che lo ha voluto come protagonista in 8 dei suoi film e per il 2018 ne è previsto un nono: The Irishman (nel quale comparirà anche "il mio amico Harvey").
   
Nella piena espansione del nuovo cinema americano evidentemente perse il treno giusto anche se quasi tenne a battesimo altri astri nascenti come Ridley Scott (che poi lo volle anche in Thelma & Louise) con I duellanti (foto a sx) e Quentin Tarantino con i suoi primi due veri film: Reservoir Dogs (foto a dx) e Pulp Fiction. Fra questi ultimi due fu protagonista in The Piano (tit. it. Lezioni di piano), ma successivamente ha avuto poche occasioni di dimostrare il suo talento in ruoli significativi.
Gli anni 91-92 avrebbero potuto rappresentare la svolta visto che in rapida successione prese parte a film di successo come Thelma & Louise (1 Oscar), Bugsy (2 Oscar e lui ottenne l’unica Nomination della carriera), Reservoir Dogs (57° nella classifica dei migliori film di sempre) e The Bad Lieutenant di Abel Ferrara che non ottenne grandi riconoscimenti, ma solo buone recensioni.
Oggi, a quasi 80 anni e dopo oltre 110 film, continua a lavorare ed ha in programma o in post-produzione ben 6 film (2017-2018). 
Si deve sperare che non faccia la fine di Robert De Niro il quale negli ultimi anni è apparso in film sempre più scadenti e si sta “rovinando la reputazione”. 
Purtroppo il più recente film di Keitel pronto ad arrivare in sala (The Comedian, del quale si parla già abbastanza male) lo vede in un cast di “vecchie glorie”, al fianco di Danny DeVito e Billy Crystal avendo  proprio il suddetto De Niro come protagonista e, come detto poc'anzi, i due si ritroveranno in The Irishman ... 
Riuscirà Scorsese a mettere le cose a posto? Ci spero, ma sono un po' scettico a tal riguardo ...

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