mercoledì 5 ottobre 2016

Un paio di aneddoti hollywoodiani, con Roger Corman, Orson Welles, Robert Mitchum e Otto Preminger

Un paio di giorni fa ho guardato The St. Valentine's Day Massacre (di Roger Corman, USA, 1967, tit. it “Il massacro del giorno di San Valentino") e, preparando la mia micro-recensione 291, mi sono imbattuto in uno dei tanti aneddoti dei quali il mondo del cinema è ricchissimo. In questo è coinvolto Orson Welles, uno dei miei artisti preferiti, sia come attore che come regista.
Come già accennato nella micro-recensione, Corman (indiscusso re dei B-movies a basso costo) aveva richiesto Orson Welles per interpretare Al Capone, ma la produzione pose il veto e Jason Robards (che in un primo momento si prevedeva dovesse interpretare Moran, il rivale di Capone) fu “promosso” a protagonista ed al suo posto fu ingaggiato Ralph Meeker, foto a destra.
 
Questa notizia mi era passata sotto agli occhi ma non ricordavo in quale pagina era inserita e se fosse attendibile e quindi mi sono dato da fare per saperne di più. Con mia sorpresa (e gioia) ho trovato questo video del 6 novembre 2014 - Creative Media Master Class alla University of Hawaii West O’ahu - nel quale lo stesso Corman (all’epoca 88enne, ma ancora in splendida forma) racconta l’aneddoto in modo molto divertente. A beneficio di chi ha scarsa conoscenza dell’inglese, riassumo quanto detto dal regista.
Avanzata la proposta di cast con Welles/Capone e Robards/Moran si sentì rispondere (in tono quasi paternalistico) che era alla sua prima grande produzione e quindi non sapeva come andavano le cose con Welles il quale era solito “impossessarsi” del set che quindi diventava caotico per tutti. Così lo forzarono a spostare Robards (che Corman giudicava perfetto per Moran) nel ruolo di Al Capone per il quale lui invece vedeva perfetto Orson Welles
Continua raccontando che un paio di anni più tardi si trovò a cena con Peter Bogdanovich e lo stesso Welles e, avendoli messi al corrente di quel veto e del commento del produttore, il buon Orson sbottò: “Ma che dici? Io sono la persona più accomodante del mondo! Sarei stato un grande Al Capone!” ... ben sapendo di mentire spudoratamente con la prima affermazione, ma certamente aveva ragione in quanto alla seconda (e qui non ci piove ...).
      
Essendo riuscito ad essere relativamente conciso, aggiungo un altro singolare aneddoto nel quale mi sono imbattuto il mese scorso, leggendo del noir Angel Face (di Otto Preminger, 1952, tit. it. Seduzione mortale) prima di stendere la mia micro-recensione 268In una delle scene del film c’è un alterco fra Robert MitchumJean Simmons, al termine del quale lei gli dà uno schiaffo e lui prontamente glielo restituisce. Il problema sorse in quanto gli schiaffi se li davano veramente e la stazza dei due era ben differente, il robusto Mitchum alto 1,85 e l’esile Simmons 1,63, problema che fu aggravato dal regista al quale non piaceva l’intensità del secondo schiaffo, a suo dire insufficiente. 

Otto Preminger (foto in alto) aveva una pessima reputazione per la sua durezza e, per questo caso particolare, c’è chi mormora che dietro la sua richiesta di ripetere quella scena quasi all’infinito ci fosse lo zampino del famoso produttore Howard Hughes (il magnate di The Aviator, di Scorsese, con DiCaprio) che era stato respinto dalla Simmons. Quando già la guancia dell’attrice era diventata ben rossa ed era spuntata anche qualche lacrima, Robert Mitchum si spazientì (forse anche per prendere la difesa della povera Jean), si avvicinò al regista, gli affibbiò un sonoro schiaffone e poi gli chiese: “Così va bene?”.
   
Le riprese furono sospese e Preminger pretese il licenziamento di Mitchum, ma ciò non avvenne in quanto il film era già quasi completato e Hughes non voleva perdere soldi (temendo oltretutto una causa da parte dell’attore). Per il film fu utilizzato uno dei tanti ciak precedenti.

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