lunedì 30 novembre 2015

Don Antonio Maestro de Trompo (app. al post precedente)

Il protagonista di questo video (del primo tipo) è un vero professionista del trompo, e non solo. Nei primi secondi del filmato c'è addirittura il suo biglietto da visita leggendo il quale si apprende che è tornitore di oggetti di legno tradizionali, non solo di vari attrezzi per passatempi, ma anche utensili da cucina ed altro. Si propone anche per "esibizioni di trompos".


In questo filmato, girato all'esterno di una stazione della metropolitana di Medellin (Colombia) Don Antonio Dìaz mostra varie "figure acrobatiche" del trompo, specificandone il nome una per una. 
Nel corso della mia ricerca ho constatato che la maggior parte delle clip riguardano acrobazie e non sfide fra più persone. Inoltre per questo tipo di uso dello strummolo si usa una cordicella molto più lunga di quella che si utilizzava per lanciarlo nell'intento di colpire quello dell'avversario.
Godetevi il video.  

domenica 29 novembre 2015

Trompomanìa = Strummolomania

Di tanto in tanto, purtroppo non abbastanza spesso, si può celebrare con estremo piacere un “ritorno al passato”. Il fatto è ancora più apprezzabile in quanto in questo caso si tratta di un passatempo molto più economico delle playstation e derivati, non crea dipendenza, aiuta a socializzare ed invita a stare all’aria aperta. 
Trompos boliviani pronti all'uso.

Da pochissimo a Tenerife è scoppiata la mania del trompo, identico al famoso strummolo napoletano, non so se trottola sia termine italiano preciso, a me sembra troppo ampio e mi dà più l’idea di un passatempo solitario per bambini piccoli. Al contrario, con lo strummolo si gareggiava, in vari modi, secondo regole ben precise, variabili però da luogo a luogo. Si tratta di un attrezzo più che un giocattolo certamente vecchio di oltre 2.000 anni essendo citato sia in testi greci che latini (perfino da Catone). Oltre questa “estensione temporale” è notevole la sua estensione geografica vista la diffusione in oriente fino al Giappone e, chiaramente in secoli più recenti, diffusissimo in America Latina introdotto dai conquistadores. In questo primo video vedrete cosa si può fare con un trompo, ma è ovviamente solo una prova di abilità.
NON VI PERDETE QUESTO FILMATO  (2'06")
  
Nel secondo video si vede un incontro a squadre in occasione di una festa tradizionale nel nord dell’India. Nei primi 40" si vedono solo le teste e parte del busto di alcuni "strummolieri", ma poi la sfida si fa interessante ed è ben visibile.
In quest'ultimo, invece, dei ragazzini cinesi (quello con la camicia a quadri e quello con i pantaloncini celesti sembrano i migliori del gruppo)giocano e si esibiscono “liberamente”.

Potrete trovare un'infinità di video del genere utilizzando, per esempio le parole chiave "trompo tradicional" o "traditional spinning top". Io ne ho trovati, ed in parte visto, di Messicani, giapponesi, cileni e coreani ma certamente ce ne saranno anche di altre nazionalità. 
Come qualcuno sa, nel 1992 scrissi Barracca 'o rutunniello, cavallo cavallo mantieneme 'ntuosto e altri giochi dimenticati, libro nel quale descrivevo i passatempi più diffusi che si praticavano in strada fino ad una cinquantina di anni fa e fra essi era ovviamente compreso lo Strummolo
Qui al lato, copertina della I edizione.
Nel 2011 ne ho prodotto una seconda edizione virtuale in pdf (80 pagg.) scaricabile gratuitamente da questa pagina che contiene anche una breve introduzione. Il capitolo dedicato allo Strummolo inizia a pag. 53 e vengono descritte le caratteristiche del gioco nostrano e di alcune varianti.
Plaza del Charco, Puerto de la Cruz: tutti ad arruta’, ragazzine e ragazzini


Tuttavia, fra i trompos attualmente in giro a Puerto de la Cruz, non ne ho visto nessuno in legno. Ce ne sono di gomma, di metallo leggero, di plastica, alcuni trasparenti e parzialmente riempiti d'acqua. Anche le corde per avviarlo sono "fuori norma" essendo esageratamente lunghe anche se è meglio così che troppo corte. 
A proposito della lunghezza della funicella vale la pena di ricordare un modo di dire molto significativo: s'aunesciono 'o strummolo a tiritippete e 'a funicella corta (si uniscono lo strummolo a tiritippete e la corda corta). Uno strummolo veniva definito a tiritippete (o tiriteppola) quando non era ben bilanciato e quindi roteava poco ed in modo irregolare e traballante. Di conseguenza l'espressione si usava riferendosi a cose o persone con più di un difetto grave.

venerdì 27 novembre 2015

Foto, curiosità e “scoperte” a Puerto de la Cruz

Punta Brava, Puerto de la Cruz - 26 novembre 2015

Stamattina un po' a sorpresa, il cielo era limpido ed è apparso il Teide (3.718m), che gli spagnoli pubblicizzano come “vulcano più alto d’Europa” sorvolando sul fatto che, geograficamente, è praticamente africano ...
Non potendomi allontanare troppo da casa (poi dirò il perché), ma volendo profittare della bella luce, ho percorso la mia decina di km mattutini a vista mare, scattando foto a piante, pietre e cannoni. Avete letto bene, cannoni.
   
Già conoscevo la Bateria de Santa Barbara, situata su un bastione fra il piccolo porto e l’Ermita de San Telmo e ricordavo anche i vari pezzi di artiglieria, alcuni dei quali lavorati finemente, almeno considerato che l’estetica non era qualità principale o necessaria per il loro utilizzo. Fotografandoli, come al solito quando si osserva con maggiore attenzione, mi hanno incuriosito alcuni particolari che mi hanno anche spinto ad una successiva indagine in rete. 
I due cannoni più grandi si possono dire gemelli (identico stampo) pur essendo nati in anni diversi, el Hipomenes (Ippomene, o Melanione, figura della mitologia greca) è del 1732, el Iupiter del 1733. E sì, i pezzi più importanti venivano battezzati ed il loro nome proprio, almeno in questo caso, era inciso su un fregio in altorilievo sulla canna, verso la bocca, ma più in basso di Viola, fulmina, regis che era il motto ricorrente riportato sulla maggior parte delle bocche da fuoco all’epoca di Filippo V. Più indietro, verso la culatta, sporgono gli stemmi e i nomi dei reali di Spagna dell'epoca, vale a dire Felipe V Hispani Rex e Elisabetia Farnesia Hisp. Regina.
Filippo V, il Coraggioso (el Animoso), primo della dinastia Borbone a salire sul trono di Spagna, ed Elisabetta Farnese, più comunemente citata in Spagna come Isabel de Farnesio. Infatti in spagnolo è variante molto più comune, quasi esclusiva, di Elisabetta, originatasi dalla stessa radice ebraica cambiando  la terminazione da -bet in -bel diventando prima Elisabel e infine Isabel. Anche se tuttavia esistono i due distinti posso citare un esempio attuale: Elisabetta II del Regno Unito = Isabel II del Reino Unido
Sul bordo della culatta é invece inciso il nome del fonditore, seguito da luogo e anno della fusione. Stranamente el Hipomene è firmato da Francus Mir, el Iupiter da Franciscus Mir, ma con tutta probabilità si tratta della stessa persona visto che entrambi i cannoni furono fusi a Barcellona. Anche da questa incisione ho appreso qualcosa di nuovo, Barcelona veniva abbreviata Bar.na e, pronunciata,è diventata Barna nome tuttora utilizzato in alcuni ambienti catalani.
   
Per concludere le scoperte, nel corso di una conferenza di argomento botanico, per lo più trattando di specie endemiche Canarie ed in particolare di Gomera, ho appreso che le crassulente viste e fotografate a Pejes Reyes (guarda tutte le foto) tecnicamente non sono cactus (Cactaceae) come li avevo chiamati, bensì Euforbiaceae: Euphorbia canariensis ... faccio pubblica ammenda.

mercoledì 25 novembre 2015

I miei sentieri preferiti (3)

Caserma Forestale - frana da Monte Catiello (4 gennaio 2002)

Terza puntata, terzo tratto fra i miei sentieri preferiti; il secondo tratto, crinale Conocchia - Molare, sarà oggetto del prossimo post in modo da rimanere poi in zona Faito per il quarto: Bandera.
Come nel caso precedente, e come spesso accade, i percorsi più spettacolari non hanno origine nelle immediate vicinanze di una strada. Ognuno potrà scegliere come raggiungere il punto di partenza (uno o l’altro capo) e l’itinerario per tornare alla propria auto/moto o raggiungere un luogo dove poter usufruire di un trasporto. A chiusura del post elencherò vari suggerimenti in merito.

Ma perché è tanto interessante? Di tutto il percorso da Santa Maria del Castello a Capo Muro, questa è la parte più varia in quanto è la più alta, passa ai piedi di imponenti falesie, attraversa (in quota) profonde forre che pur essendo esposte a sud ricevono molta poca luce, in particolare nella porzione occidentale comprende tratti aperti che aprono allo sguardo ampi panorami ed in quella orientale viste dell’impressionante frana del 2002 da diverse angolazioni. Come se tutto ciò non bastasse, proprio a causa di questa varietà di ambienti anche la vegetazione cambia spesso e di molto: dalla gariga al bosco, dai cipressi alle querce, e non mancano orchidee ed altre specie non proprio comuni.
   
Il percorso non presenta difficoltà di sorta e solo volendo attraversare la frana i timorosi e quelli meno agili o con pochissimo equilibrio potranno incontrare problemi (foto sopra). Tuttavia, anche per loro c’è la possibilità pi percorre il tratto limitandosi al minimo indispensabile, vale a dire andare da S. Maria del Castello al margine della frana e ritorno. Questa non è certo la soluzione perfetta per chi ha gambe e tempo ma riduce al minimo distanza complessiva e dislivello. Un paio di chilometri per la Forestale.(bivio Conocchia), 700m per traversa che si ricongiunge al sentiero che dalla Forestale scende alla strada Montepertuso-Nocelle e altri 1200 per la frana. In totale circa 4km “buon peso” con circa 300m di dislivello.

Questa cartina, seppur essenziale, può fornire varie idee per comporre circuiti o comunque non limitarsi al solo suddetto tragitto andata/ritorno.
In sostanza ci sono tre punti relativamente comodi raggiungibili in auto e anche con trasporto pubblico:
  • S. Maria del Castello (pochi bus fin lì, ma frequenti poco più in basso - scendere ad Anaro, fra Moiano e Ticciano)
  • strada fra Montepertuso e Nocelle (linea bus Positano-Nocelle, quasi ogni ora)
  • Bomerano (bus), in auto si può arrivare fin oltre Paipo.
Da qualunque posto si voglia partire la cosa più logica è quella di includere il Sentiero degli Dei, quasi parallelo al tratto in questione, ma dai 300 ai 400m più in basso. Aiutandosi ancora una volta con il planner si potranno scegliere le bretelle (chiaramente abbastanza ripide) che uniscano i due tratti che i buoni camminatori considerano quasi in piano vista le loro limitate pendenze.
Volendo limitare la distanza si rinuncia al Sentiero degli Dei e dalla frana ci si collega direttamente a Nocelle passando per Vagnulo. Il tratto basso in quota necessario per chiudere l'anello è lungo poco più di 1 chilometro, ed è su strada o lungo il sentiero completamente cementato che si immette sulla rotabile in prossimità del ponte. 
In teoria, partendo da più distante, esistono tanti altri circuiti ma senza allontanarsi troppo chi ha buone gambe potrebbe prendere in considerazione il giro attorno al Sant’Angelo a Tre Pizzi

Parte alta del crinale della Conocchia, fuori sentiero percorso da pochi

Partendo da qualunque posto della zona Faito si può scendere per Palmentiello, nei pressi di Crocella svoltare verso Capo Muro, proseguire fino alla Forestale via frana e risalire per la Conocchia. Si può anche percorrere in senso inverso ma la Conocchia se è tosta in salita, in discesa distrugge le ginocchia di parecchi!
Questo sarebbe l’optimum come spettacolarità in quanto si può includere anche il prossimo tratto della mia lista, vale a dire crinale Conocchia - Molare, ma anche tutto il resto merita.

martedì 24 novembre 2015

Querce a San Costanzo (ultima puntata) e risposte a quesiti capziosi

Come si evince dal titolo, con questo post lascio il tema e, pur non essendo giunto ad alcuna conclusione certa, spero almeno di aver fatto riflettere qualcuno. E ancor più perplesso che per l'intervento in sé e per sé lo sono per il fatto che nessuno abbia "rivendicato" a posteriori il (mis)fatto. Resta pertanto in piedi l'ipotesi che il WWF Penisola Sorrentina in collaborazione con i "ragazzi del Progetto MARE" abbiano promosso e annunciato l'operazione, ma nulla e nessuno conferma che l'abbiano poi realizzato personalmente.


Questo che vedete sopra è lo screenshot del testo che si poteva leggere fino a qualche giorno fa su Telestreetarcobaleno.tv, pagina successivamente non più disponibile (rimossa?) ma, a detta dello smanettone che me l'ha inviata, ancora in rete tramite "cache di Google" (non mi chiedete cosa sia ...).
Inoltre, sollecitato da varie persone che mi hanno inviato messaggi diretti, sono andato a leggere anche i commenti su FB ai quali avevo già accennato e mi sono reso conto che il sig. Terminiello probabilmente ce l'ha con me "a prescindere" (ma perché), è convinto di conoscere le destinazioni ed itinerari delle mie uscite e mi attribuisce certezze mai espresse ("per quanto ne so" e una frase che si conclude con un "?" stanno a significare tutt'altra cosa). 


Arturo Terminiello: "visto che sarà passato spesso per Punta campanella, probabilmente avrà notato quelle piante segate lungo la strada..."November 19 at 12:04pm
Anche se non devo certo rendere conto al sig. Arturo Terminiello di dove vado e dove non vado, né di ciò che vedo e ciò che mi potrebbe anche sfuggire, non ricordo di aver fatto escursioni in primavera oltre a quella del 2 aprile per scattare queste macro e sicuramente non ho mai oltrepassato il cancello del cantiere apposto a luglio scorso in località Cancello. Suppongo che le piante alle quali si riferisce siano state “segate” a lavori iniziati e quindi non avrei avuto modo di vederle. 
Ergo, illazione/insinuazione gratuita ed assolutamente campata in aria!
Arturo Terminiello: "Scusate, ma come fa Visetti a sapere che le querce a San Costanzo non sono MAI cresciute naturalmente?"
November 19 at 2:02pm 
Mai affermato di esserne certo e comunque sarebbe stato più logico chiederlo a me. Questo è quanto avevo scritto nel post del 17/11:
per quanto ne so, lungo i pendii di Monte San Costanzo da secoli sono stati eretti muretti a secco in modo da creare terrazzamenti da utilizzare a fini agricoli. Una volta che i campi sono stati abbandonati, una notevole varietà di arbusti ed erbacee della macchia mediterranea ha “naturalmente” provveduto a ricoprire tutto di verde. Sono mai esistite querce sul Monte? Si sta “ripristinando lo stato dei luoghi” o si (e)seguono le idee - per me balzane - di qualcuno?
Il sig. Arturo Terminiello ha per caso chiesto anche al WWF (rappresentato da Claudio d'Esposito che firmò il comunicato) o ai "ragazzi del Progetto Mare" se fossero certi dell'esistenza delle querce su Monte San Costanzo? Loro ne dovrebbero sapere più di me visto che hanno promosso e (probabilmente) realizzato l'intervento.
Da parte mia posso solo aggiungere che probabilmente vari secoli fa anche il Monte vantava una sua lecceta (bosco di lecci, Quercus ilex, quindi querce). Tuttavia già nell'800 i terrazzamenti creati con la costruzione di innumerevoli muretti a secco erano senz'altro destinati ad uso agricolo ... solo un pazzo si sarebbe spaccato la schiena ammassando tante pietre per spianare il terreno attorno ad una quercia.
Con questo spero di aver chiuso il discorso e sono certo che la Natura (anche se molto più lentamente rispetto agli interventi umani) farà ricrescere le piante giuste al posto giusto. 

domenica 22 novembre 2015

Quando la realtà supera la fantasia

Molte volte, io per primo, guardando un film d'azione si è portati a pensare che la storia sia piena di esagerazioni. Spesso ciò e vero ma altre volte anche le situazioni più incredibili rispecchiano la realtà o sono addirittura repliche di fatti realmente avvenuti. Comincio con le fiction, in fondo l'incredibile realtà. 
Ieri sono andato a vedere Sicario, film di Denis Villeneuve, con Emily Blunt, Josh Brolin, Benicio Del Torouscito a settembre dopo la prima al Festival di Cannes (nomination per la Palma d’Oro). Pur non essendo assolutamente amante di questo genere di film d'azione, devo riconoscere che sono rimasto più che soddisfatto essendo ben girato e montato e avvalendosi di una trama molto interessante. Qualcosa del narcotraffico Mexico-USA già sapevo avendo visto vari film che ne trattavano, ma solo marginalmente, ed essendo a conoscenza delle mattanze di Ciudad Juarez e dell'incredibile mondo dei narcocorridos. Pur avendo argomento simile a Traffic (di Soderbergh, 2000, 4 Oscar) non è assolutamente un remake, né un doppione e per molti critici addirittura migliore. In 15 anni sono cambiate tante cose e ne ho avuto certezza in quanto ho profittato del momento per guardare un documentario sullo stesso tema Narco Cultura (2013, pluripremiato).
 
Ciudad Juarez, città di confine, separata da El Paso (Texas, USA) da una recinzione supercontrollata, è la location principale sia di Sicario che di Narco Cultura. Ma la differenza è enorme in quanto a vivibilità e all'epoca del documentario El Paso era per il terzo anno consecutivo la città con oltre mezzo milione di abitanti più sicura degli USA (meno di 10 omicidi per anno), mentre Juarez nello stesso periodo contava oltre 3.000 omicidi accertati, ma considerando gli "scomparsi" si arrivava a circa 10 morti al giorno!
Continuando a parlare di morti, quasi tutti legati al narcotraffico, una parte del documentario è dedicata al recentissimo cimitero monumentale di Culiacan: il Panteón Jardines del Humaya. Per farvene un'idea guardate questo video e anche la serie di foto linkate alla fine del clip (lato sinistro).
Si vedono gli onnipresenti mariachi che cantano narcocorridos anche ai funerali e si apprende che vari jefes (capi, boss) si sono fatti seppellire con le loro armi e addirittura con la camioneta (van o mega pick-up, classico veicolo dei narcos). Dei narcocorridos già parlai in questo post ma, se non lo volete leggere vi ricordo che ormai sono banditi da radio, televisione e commercio ufficiale il che non impedisce che siano estremamente diffusi, non solo in Messico ma anche negli Stati Uniti, e che continuino a proporre concerti.
I cantanti si presentano spesso sul palco armati non solo del "comune" cuerno de chivo (letteralmente corno di capra, soprannome del Kalashnikov AK-47) ma anche di bazooka! come in questa foto in basso scattata per un poster (si tratta di una delle band più conosciute: i Buknas di Culiacàn). 


   
Altri, come El Komander (all'anagrafe Alfredo Rios), l'AK-47 l'hanno fatto inserire nel loro logo. Il cuerno de chivo è un "gadget" che non manca mai e qualcuno ne ha richiesto anche la versione in oro.

Concludo accennando al famoso Joaquin Guzman "El Chapo", inserito per parecchi anni nella lista degli uomini più ricchi del mondo dalla rivista Forbes e la sua posizione nell'altra classifica dei più potenti è arrivata ad essere addirittura nei primi 50. La pagina Wikipedia in spagnolo, molto candidamente riporta: "Ocupación: NarcotraficanteLíder de la organización criminal "El Cártel de Sinaloa""
Arrestato il 22 febbraio 2014, dopo 13 anni di latitanza, l’11 luglio 2015 è evaso attraverso un tunnel lungo 1km e mezzo. Le autorità messicane hanno riconosciuto che Chapo Guzmán (tuttora latitante) è l’unico ad essere scappato due volte da carceri di massima sicurezza (la prima volta nel 2001). Nell’organizzazione della fuga sono state coinvolte oltre 70 persone delle quali almeno 10 guardie del carcere. Gli Stati Uniti hanno posto una taglia fino a 5milioni di dollari, e il governo messicano poco meno: 60mln di Pesos (rispettivamente 4,7 e 3,5 milioni di Euro). Pertanto, chi fornirà notizie determinanti per la sua cattura riceverà l'equivalente di oltre 8 milioni di Euro.
Il quotidiano spagnolo El Pais ha una sezione dedicata esclusivamente a lui e alla sua attuale latitanza. Ci sono migliaia di uomini di vari corpi di polizia (sia messicani che statunitensi) alle sue calcagna e pare che al momento El Chapo sia ferito.
Per essere sempre aggiornati sappiate che esiste il blog-del-narco.com.
E tutto quanto detto nella seconda parte del post non fa parte della trama di un film, ma è l'incredibile realtà.

sabato 21 novembre 2015

Le querce su Monte San Costanzo restano avvolte nel mistero ...

... ma forse si intravede qualcosa. Ecco cosa ho trovato su Google, ma è solo questo in quanto non è possibile saperne di più poiché entrambe i link riconducono a pagine di 4 giorni fa (quindi 17 novembre) oggi non più esistenti. 

Non voglio dubitare né di Google, né di Telestreetarcobaleno.tv, né del WWF né di Claudio d’Esposito che lo rappresenta in Penisola Sorrentina, ma penso che qualcuno di loro dovrebbe essere in grado di confermare o o smentire categoricamente la notizia e, nel primo caso, spiegare ciò che qualche giorno fa dichiaravo di non capire (post “Cose che non capisco” del 17/11).
Sinceramente non penso proprio che Claudio d'Esposito sia l'autore materiale dell'intervento; sono più propenso a credere che abbia patrocinato una proposta senza aver poi modo di controllare materialmente l'operazione. Ma questo solo lui lo può dire.
Capita spesso che da Termini in su tutto sia avvolto da una densa nube (erroneamente definita nebbia) ma non capisco il perché di questo silenzio da parte di chi ha piantato gli alberelli, chiunque sia. Se chi ha lasciato così le balze pensa di aver fatto cosa giusta (e sono certo che lo abbia fatto in buona fede, forse solo mal consigliato e comunque poco pratico), perché non spiega agli ignoranti come me le motivazioni che lo hanno spinto a farlo? Avrà la possibilità di convincermi e senz’altro plaudirò alla sua iniziativa.
Chi si è dato tanta pena è senz'altro amante della natura e pensava di fare cosa giusta e saggia. Può capitare a tutti di pensare di fare bene e invece raggiungere  risultati con bilancio benefici/danni negativo. E nel caso ci fossero ragioni non evidenti a tutti che riportano il bilancio in attivo dovrebbero essere spiegate e ottenere il giusto merito.
   
Ho ricevuto vari messaggi personali di sostegno sia alle perplessità esposte nel precedente post di pari oggetto che alla dichiarazione “del fatto che si piantino alberi sono sempre contento” in quanto non sono assolutamente contrario al rimboschimento anche se qualcuno sembra non aver capito molto di quanto ho scritto. Mi hanno riferito di un intervento a sproposito su una pagina FB (social network del quale non sono utente) nel quale l'autore mi accusa di sostenere il taglio selvaggio e sconsiderato di alberi e addirittura di appoggiare l'apertura di un chiosco-bar a Punta Campanella. Tutto chiaramente risibile, con attacco personale fuori luogo e fuori tema (San Costanzo vs Campanella, distruzione gariga vs taglio di alberi) e certamente non lo querelerò per diffamazione come qualcuno (egualmente a sproposito) mi ha suggerito di fare. 
Il commento  talmente irreale e lontano dalla realtà che non vale neanche la pena di smentirlo ... mi vedete a vendere CocaCola (bevanda addirittura bandita da casa mia) lungo via Campanella? Chi mi conosce, seppur minimamente, potrebbe eventualmente immaginarmi in una più realistica e consona cantina ... ma quanto durerebbe il vino con quel sole? Per continuare su questo tono quasi surreale, aggiungo che finanzierò personalmente uno studio per costruire un ascensore che dalla Torre Minerva arrivi direttamente alla grotta Salara senza dover discendere la "scala osca" e di lì far partire un tunnel sottomarino che conduca alla grotta Zenzinada (alias "del presepe") e che poi prosegua per le due spiagge di JerantoOra tutti i creduloni e le malelingue avranno motivo di dare libero sfogo alla loro penna, o più probabilmente tastiera, criticando questo mio "progetto".
Purtroppo mi sembra che la brutta abitudine di attaccare (spesso gratuitamente) il singolo o concentrarsi su una determinata situazione stia diventando prassi relegando quasi nel dimenticatoio discussioni di carattere generale, basate su una congrua casistica, che pertanto restano valide anche per lo specifico,
Spero ancora che qualcuno possa aiutarmi a capire la logica (forse anche altri sono interessati) e, dimostrando di aver operato nel giusto, avrà anche tutto il mio sostegno. 
A prescindere, penso che sarebbe stato più opportuno piantare quelle stesse querce in una delle tante aree andate a fuoco, dove c'erano querce ... Quando tornerò, se sarà approvato un progetto con queste finalità, sarò ben lieto di partecipare come semplice manovale (sono tutt'altro che un pollice verde) chiaramente come volontario e a titolo gratuito. 
Spero in un pronto chiarimento ed in una fattiva collaborazione fra tutti quelli che hanno a cuore le sorti di quello che per i terminesi è 'o Monte.



NB - ribadisco che non sono utente FaceBook, mi capita raramente di leggere lì notizie e ancor meno i commenti e comunque non posso rispondere. 
Chi vuole intervenire può commentare questo post o, per messaggi riservati e diretti, inviare email a giovis@giovis.com

venerdì 20 novembre 2015

I miei sentieri preferiti (2)

Nel titolo ho scritto (2) anche se questo è il primo post specifico. Ho considerato come (1) l'introduzione al tema che inserii in calce alle considerazioni sull'esistenza de "il migliore".
Gli attenti lettori, e ancor di più gli escursionisti navigati, avranno notato che nella mia lista 5 delle 7 preferenze vanno a zone di crinale e le rimanenti 2 si sviluppano con pendenze poco significative, quasi in costa, lungo pendii molto 
scoscesi se non a tratti verticali che consentono di avere magnifiche viste, non solo verso il basso ma anche alzando lo sguardo. Pertanto, in quasi tutti i casi è bene avere passo sicuro e non soffrire di vertigini anche se non li definirei in alcun modo "pericolosi".
Ne consegue che appare evidente, anche a chi non mi conoscesse, la mia predilezione per i panorami vasti, per i luoghi un po' distanti dall'invadente antropizzazione, per gli ambienti aperti, senza tuttavia disdegnare le uscite in ambienti boschivi o nelle valli e nelle forre , in particolare quelle in cui corre ancora acqua (sorgiva ...).
Tre Calli - Capo Muro (+Monte Catiello)
Comincio con questa area (schizzo a sx, estratto dal mio planner) in quanto è la più orientale e proseguirò muovendomi verso ovest approdando sull'isola di Capri per la settima descrizione.
In linea di massima preferisco pianificare escursioni più lunghe evitando inutili andirivieni, ma in questo caso i più pigri (molto relativamente considerati i dislivelli) potranno ridurre all'osso la passeggiata partendo imboccando il sentiero CAI in prossimità del crocifisso al lato del tornante della strada di Paipo, ascendere al Tre Calli, proseguire fino a Capo Muro e lì decidere se vorranno anche affrontare gli ulteriori 300m circa di dislivello per la cima di Monte Catiello. A quest'ultimo tratto (necessariamente andata e ritorno a meno di affrontare percorsi strani fuori sentiero) l'anno scorso dedicai un breve post e qui in basso c'è il video di quell'escursione (10 maggio 2014) (FOTO).
Il tratto principale che è l'effettivo motivo dell'inclusione nella lista è quello fra Capo Muro e il crinale a sud del Tre Calli, vale a dire quello che si spinge verso Paipo. La parte di sentiero segnata, di conseguenza la più battuta, si sviluppa a momenti lungo il crinale ma più spesso aggira le varie piccole alture poco pronunciate fra la sella a nord del Tre Calli e Capo Muro. Il mio consiglio-suggerimento è quello di lasciare la traccia di tanto in tanto per raggiungere migliori punti di osservazione e alcuni dei miei preferiti sono quelli che si raggiungono di scendendo il crinale verso Paipo, ma fermandosi prima che diventi troppo scosceso (ricordandosi che si deve tornare in cima).
Altri due punti forti sono i panorami verso Positano, Li Galli e Capri, simili ad altri ma praticamente unici in quanto hanno il vantaggio della quota (circa 1.100m) e della prominenza verso il mare, e le viste del massiccio di Sant'Angelo a Tre Pizzi da quasi qualunque posto del crinale ed in particolare dalla pietraia fra Monte Calabrice e Capo Muro.
La foto a sx fu scattata in occasione del concerto Alba Magica 2013, che praticamente concluse la Notte dei Tammurrianti.
Osservando la cartina qui in basso si possono prendere altri spunti circa il come accedere all'area da ovest e notare che, anche se c'è modo di scendere da Capo Muro verso la strada di Paipo per poi percorrerla quasi interamente verso Bomerano (Agerola), in questo caso pur essendo "nemico" delle andata-e-ritorno vale senz'altro la pena percorre il crinale nei due sensi, è molto ma molto meglio ... 


martedì 17 novembre 2015

Cose che non capisco ...

Proprio non ci arrivo, ma certamente altri sanno quello che fanno.
Oggi su Monte San Costanzo ho visto numerose piantine che qualcuno spera diventino querce visto che al mio occhio poco esperto sono sembrati lecci (Quercus ilex) e roverelle (Quercus pubescens).
   
Ma non è questo il problema, del fatto che si piantino alberi sono sempre contento, ma perché in un’area che è già tutta verde e che rimane verde da anni nonostante gli incendi? A mio modesto parere sarebbe molto più opportuno piantare alberi in zone che necessitano verde e non dove non ce n’è alcun bisogno.
Mi permetto di fare qualche altra osservazione:
  • per quanto ne so, lungo i pendii di Monte San Costanzo da secoli sono stati eretti muretti a secco in modo da creare terrazzamenti da utilizzare a fini agricoli. Una volta che i campi sono stati abbandonati, una notevole varietà di arbusti ed erbacee della macchia mediterranea ha “naturalmente” provveduto a ricoprire tutto di verde. Sono mai esistite querce sul Monte? Si sta “ripristinando lo stato dei luoghi” o si (e)seguono le idee - per me balzane - di qualcuno?
  • per mettere a dimora queste piantine era veramente necessario scavare tanto tutt’intorno rovinando la vegetazione “naturale”, spontanea e locale? Guardate il disastro con le tante radici sono state lasciate esposte ... chi ha scavato non sembra essere tanto esperto, né rispettoso della natura.

  • ove mai queste piantine diventassero effettivamente querce (ma ne dubito visto anche il precario stato di alcune di loro già adesso) si sarebbe ottenuto solo una cortina di fogliame, un ostacolo ad uno splendido panorama.
Sono sicuro che a breve l’ideatore di questo intervento o chi lo ha messo in atto (nel caso non fossero la stessa persona) spiegherà a noi del volgo le finalità e l’essenza dell’operazione. Probabilmente interverranno sostenitori e detrattori, agronomi e botanici che la pensano in modo diametralmente opposto e altri che, pur non capendo assolutamente niente di flora e non conoscendo neanche i luoghi, si getteranno con gran piacere nella mischia.  
Sembra che viga ancora il vecchio detto: “Chi si sveglia per primo comanda ...”

Monte San Costanzo è un luogo bellissimo che però, per ragioni diversissime fra loro, viene continuamente “attaccato” da interventi umani, alcuni forse giusti, altri socialmente utili o dannosi per la salute, altri ancora misteriosi: pineta (anni ‘50-‘60), strada aperta con dinamite per il “radar” e poi lo stesso modificato più volte (radiazioni eccessive?), più recentemente l’invasione delle croci (assolutamente troppo invasive, benissimo aggiustare il sentiero e anche sistemare una Via Crucis, ma non sarebbe stato meglio evidenziare le stazioni in modo più “leggero” ed eventualmente artistico?), i pini ai lati della salita verso la cappella (anche questo lavoro a mio parere fuori luogo e mal eseguito visti i risultati) e infine le querce! 
Di queste ultime non si sente proprio la mancanza in quanto, se crescessero, farebbero scomparire alla vista il pendio della foto in alto, che all'inizio della primavera si tinge del rosaceo degli asfodeli.

Quanto altro dovrà sopportare ‘o Monte?

domenica 15 novembre 2015

Ha senso chiedere “Qual è il/la migliore?”

Domande di questo tipo erano ricorrenti e fra le più frequenti che gli escursionisti (in particolare gli americani) che facevano parte dei gruppi che guidavo lungo i sentieri mi ponevano.
Qual è il/la migliore xxx?” riferendosi a pizzerie, gelaterie, vini, pasticcerie, ristoranti, caffè, sentieri, alberghi, e via discorrendo. Ho sempre trovato domande di questo tipo assolutamente oziose, futili, inutili, e potrei continuare con quasi-sinonimi che ai più suscettibili potrebbero apparire offensivi. Per tutti gli esempi appena proposti il metro di giudizio è estremamente soggettivo e quindi dare un consiglio-valutazione di quel tipo ad una persona che non si conosce per niente diventa ancora più campato in aria, senza senso e inopportuno.
Per fare qualche esempio, la pizza napoletana (originale) è morbida e sottile, ma molti la preferiscono croccante o spessa quanto una focaccia. Come si fa ad indicare la migliore ammesso che si abbia avuto l’occasione di mangiare in “tutte” le pizzerie dell’area?
Discorso simile vale per i gelati e ancor di più per i vini non sapendo se l’interlocutore preferisce i secchi, corposi, rossi o bianchi, ad alta o bassa gradazione per non parlare dell’accoppiamento con i cibi.
Per gli alberghi dipende da ciò che si richiede: tranquillità, panorama, piscina, centralità ... e tuttavia si dovrebbe presupporre che chi risponde dovrebbe conoscere un numero spropositato di alberghi.
Qualunque sia l’argomento neanche gli “esperti”, veri o presunti che siano, riescono a concordare su alcuna decisione tant’è vero che nemmeno sui più famosi e semplici dualismi sportivi si contrappongono opinioni contrastanti: Coppi vs Bartali, Mazzola vs Rivera, Messi vs CR7 ...
Penso sia chiaro che è inutile pormi questo tipo di domande e nei casi nei quali non posso fare a meno di rispondere non fornisco risposte nette ed univoche ma una lunga e articolata discettazione composta di tanti “se” (ipotesi iniziali) seguiti dalle relative conclusioni.
Al contrario, trovo molto utili le liste di “suggerimenti” (brevi o lunghe che siano) in quanto comprendono una buona varietà di proposte fra le quali ognuno potrà scegliere quelle che più si addicono ai propri gusti, capacità e possibilità economiche. Per esempio in una lista di dieci o più buoni film o libri (senza alcun ordine di merito) senz’altro ognuno potrà trovarne alcuni che fanno al caso proprio. 
Tutto quanto detto finora è perfettamente applicabile anche ai sentieri in quanto, come ho già scritto tante volte, non può esistere il migliore poiché si dovrebbero considerare una marea di fattori che vanno al di là dei pochi elementi oggettivi quali lunghezza, dislivello e pendenze, includendo periodo dell’anno, condizioni meteo e capacità e forma dell’escursionista.

Sulla scorta di queste premesse nei prossimi post suggerirò una serie di sentieri che, a mio parere, sono fra i più interessanti e spettacolari. Descriverò concisamente i meriti quanto più oggettivi possibile di alcuni tratti, ma non escursioni complete, aggiungendo qualche suggerimento per includerli in un percorso più lungo che ciascuno organizzerà liberamente.
Nell’intento di evitare che qualcuno possa interpretare la lista in calce come una classifica, ho elencato i sentieri in base alla loro posizione procedendo da est verso ovest, in direzione di Punta Campanella e Capri. Ripeto, a scanso di equivoci, che io stesso non saprei comporre una classifica fra essi poiché potenzialmente sono tutti egualmente affascinanti se affrontati nei giorni adatti, con tempo, visibilità e temperatura giusti, per le persone che siano in grado di goderseli senza “farsi uscire gli occhi di fuori” ...
  • Tre Calli - Capo Muro (+Monte Catiello)
  • Crinale Conocchia (+Molare)
  • Caserma Forestale - frana 4 gennaio 2002
  • Punta Bandera - Casa del Monaco (+Cerasuolo)
  • Capodacqua - Monte Comune - cancello di Arola
  • Campanella - San Costanzo (+Vuallariello)
  • Migliera - Cocuzzo - Solaro - Cetrella 

Il migliore in assoluto non esiste, ma probabilmente ognuno potrà trovare il suo personale preferito nelle "liste dei migliori".

venerdì 13 novembre 2015

30 febbraio, 38 luglio, ventordici ottembre

Date strane, inesistenti, eppure la prima è stampata sul mio passaporto degli anni ’80.

Copacabana (Bolivia), 30 febbraio (!!!) 1980

Nel corso del mio primo viaggio oltreoceano, dall’Ecuador mi spinsi a sud percorrendo tutto il Perù fino ad Arequipa ed al Lago Titicaca
Da Puno, città più importante sulle rive occidentali del lago, decisi poi di effettuare una escursione in Bolivia, accedendo da Copacabana, cittadina di frontiera a sud della parte più grande del bacino, ad oltre 3.800m di altitudine. Sappiate, per pura curiosità, che la estremamente più famosa Copacabana brasiliana (quartiere e spiaggia di Rio de Janeiro) deve il suo nome proprio a questa cittadina andina in quanto nel XVIII secolo venne costruita cappella dedicata alla Virgen de la Candelaria de Copacabana, patrona della Bolivia, che ha uno dei più importanti santuari a lei dedicati proprio vicino alle acque del Lago Titicaca.
Tornando alla mia escursione, sappiate che non sono mai riuscito a raggiungere la cattedrale in quanto le disposizioni dell’epoca, emanate allo scopo di tentare di contrastare il contrabbando, prevedevano che chi attraversava la frontiera, prima di rientrare in Perù, dovesse rimanere in Bolivia almeno 48 ore. Tutto ciò lo scoprii solo dopo che mi ebbero timbrato il passaporto e, dopo aver spiegato che non potevo restare in quanto senza alcun bagaglio, praticamente fui “espulso” dopo aver effettuato un breve giro nella terra di nessuno fra le due frontiere. 
Solo per questo motivo sul timbro triangolare di ingresso in Bolivia fu annotato con pennarello verde “Anulado” e non perché qualcuno si fosse reso conto della data insistente. Comunque, avevano sforato di un solo giorno poiché il 1980 era bisestile e quindi il 29 febbraio esisteva, ma certamente non il 30. Nell’immagine delle due pagine intere del passaporto si può vedere chiaramente il timbro dell’Ecuador con la data reale: 1 marzo 1980.

Altre date “strane” sono state invece inventate di sana pianta e qualcuna è anche diventata abbastanza famosa, come per esempio il “38 luglio” (video YouTube)  titolo di una delle più famose canzoni degli Squallor. Questo gruppo musicale demenziale produceva testi fra l’assurdo e il surreale che venivano più recitati che cantati e incredibilmente vari loro versi diventarono una specie di tormentone che molti giovani dell’epoca usavano.
Dato che il loro linguaggio scivolava quasi sempre nello scurrile, o quanto meno nel molto equivoco e allusivo, erano praticamente banditi dalle radio nazionali e non si esibirono mai in pubblico. Penso che la foto a destra sia abbastanza significativa ...
Facevano parte del gruppo famosi parolieri come Daniele Pace e Giancarlo Bigazzi, ma di tanto in tanto collaborarono con loro vari personaggi noti come Gianni Boncompagni e Gigi Sabani.
In questo post del blog The voice of voiceless, troverete molte notizie sugli Squallor e potrete anche ascoltare vari loro pezzi. I nostalgici ed i curiosi troveranno facilmente tanto altro materiale in rete.

L’ultima data citata nel titolo (ventordici ottembre) è ancora più particolare in quanto non solo non esiste quel giorno sul calendario, ma nemmeno il numero e il mese. Non penso si conoscano i geni che hanno creato questi neologismi spacciati per numero e mese (probabilmente la stessa mente scellerata) eppure hanno avuto grande successo, in particolare il primo. 
In effetti in questa pagina Nonciclopedia viene riportata una storia relativa all’origine di ventordici (la grafia "corretta" è qui a sinistra), ma suggerirei di non prenderla troppo sul serio. Al contrario, alcune delle tante peculiarità del numero - elencate nella stessa pagina - sono molto interessanti e dimostrano che chi l'ha creato sa anche di matematica.
  • È l'ultimo dei numeri primi e il primo dei numeri ultimi
  • Non è divisibile nemmeno per se stesso
  • Moltiplicato per 1 dà 0
Anche ottembre ha la sua pagina Nonciclopedia nella quale si apprende il vero calendario di 19 mesi, anche se nella stessa pagina si ipotizza che possano essere settordici.
Sembra che i due vocaboli qui brevemente presentati siano stati i primi e sono certamente i più conosciuti della serie che conta tanti altri numeri e mesi. 
I loro nomi sono stati scelti per club, pagine FB, nickname e avatar.
  
Né la demenza creativa né la creatività demenziale hanno limiti o confini, ma almeno questi tipi di follia provocano danni molto limitati ... se ne causassero alcuno .