domenica 23 marzo 2014

Escursionismo: abbiamo già cominciato con gli escursionisti in difficoltà

Un paio di giorni fa c’è stato il primo “disperso” dell’anno lungo i sentieri della Penisola, poi recuperato con l’ausilio di un elicottero. Ho letto e ascoltato varie versioni del fatto, saggi suggerimenti (già ripetuti più volte) e commenti vaneggianti.
L’escursionista in questione si è avventurato nell'area fra Spina e Recommone che, da almeno 20 anni, è il tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari più soggetto a sparire coperto dalla vegetazione. Spesso si passa dove si può e gli sporadici segnavia visibili appaiono qui e lì senza continuità in quanto apposti in epoche diverse da volontari che hanno percorso rotte differenti. 
I vari incendi e crolli di muretti a secco non hanno certo migliorato la situazione. 
Da molto tempo sconsiglio quel tratto ai poco esperti e a chi non è pratico della zona. Ormai da anni sul mio sito si può leggere questa breve informazione:
L'ultima parte di questa tappa dell'Alta Via è molto malandata, a tratti mal segnata e non è neanche lontanamente bella e spettacolare come il tragitto fin qui percorso.” 
Non è mancato il solito commento insulso
“la colpa è del comune di MASSALUBRENSE perchè bisogna pulire e segnalare i sentieri ......”. 
Pur non essendo un grande sostenitore e/o paladino delle P.A. in genere ed in particolare del Comune di Massa Lubrense (tutte quelle maiuscole sono inutili, non aumentano l'ipotizzata colpa dell'Amministrazione, ed il nome del Comune è errato), vorrei ricordare al “commentatore” che:
  • non esiste nessun obbligo (per fortuna) di “segnalare” i sentieri da parte dei Comuni, è solo una scelta "politica" di promozione turistica;
  • il tratto di sentiero in questione non è una strada comunale e neanche vicinale e di conseguenza il Comune non ha titolo per intervenire;
  • l’area è privata e i proprietari gentilmente tollerano il passaggio degli escursionisti che quindi la attraversano a  proprio rischio e pericolo come avviene anche in tante altre parti dei Monti Lattari;
  • la segnatura dei sentieri dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) è compito del Club Alpino Italiano, ma non è certo un obbligo;
  • i volontari che si occupano della segnatura vanno ringraziati e non biasimati, in particolare da chi non è in grado di procedere autonomamente.
Fatti salvi i rari casi di pura malasorte, la colpa di ciò che accade lungo i sentieri è degli escursionisti improvvidi, incauti e imprudenti che si avventurano in aree non conosciute o pericolose. Oltretutto si deve tener presente che in molte aree lontane dai centri abitati la copertura delle rete telefonica è scarsissima o addirittura assente e ciò contribuisce ad aumentare i rischi degli escursionisti e i problemi dei soccorritori.
In particolare in queste zone, ripetiamolo per l’ennesima volta, è assolutamente sconsigliato andare da soli. 
Il gps da solo non è sufficiente per una sicura navigazione, ci vuole comunque la cartina, eventualmente la bussola e una sufficiente dose di buonsenso, che spesso sembra mancare quasi del tutto. Ciò non toglie che, come in questo caso, il gps sia utilissimo per comunicare la propria posizione in caso di emergenza.
L’immagine in basso è tratta dal materiale didattico dal corso “IL GPS IN ESCURSIONISMO” organizzato dalla Lega Montagna UISP, ma di documenti simili in rete se ne trovano a centinaia.

5 commenti:

  1. Il gps può essere utile ai fini statistici o per dare la posizione esatta in caso di difficoltà, ma la cosa essenziale per chi fa escursionismo è innanzitutto valutare le proprie capacità fisiche e poi come scriveva Giovis di saper leggere una mappa e valutare i fattori ambientali.
    L'anno scorso, il 16 agosto fu evacuato con l'elicottero un signore cardiopatico che decise di intraprendere il Sentiero degli Dei in tarda mattinata, cosa assurda ad agosto su un sentiero esposto a sud.
    La pulizia dei sentieri comunque è un aspetto importante, senza colpevolizzare nessuno, un sentiero pulito è sicuramente un sentiero più sicuro, spesso tra l'erba alta si nascondono buche, radici e sassi che possono causare incidenti, un ramo scorge, o un rovo ad altezza faccia può far fare dei movimenti che possono far perdere l'equilibrio.
    Come guida escursionistica e come amante dei sentieri, cammino sempre con delle cesoie nello zaino e cerco sempre di spuntare rami e rovi che invadono i percorsi, se ognuno facesse la propria parte, senza esagerare ovviamente, forse la situazione sarebbe diversa.
    Come soccorritore devo dire che quando qualcuno è in difficoltà si parte per portare aiuto senza farsi troppe domande e senza colpevolizzare nessuno tranne casi particolari dove l'incolumità dei soccorritori stessi viene messa a repentaglio come sulle valanghe.
    saluti
    Luigi Esposito

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  2. Quoto il tuo nuovo post Giovanni e vorrei aggiungere (Luigi mi correggerà eventualmente) che qualora in difficoltà e pur rispettando tutte le buone regole di sicurezza del lento pede (preparazione fisica e mentale, conoscenza del percorso, supporti tecnici cartografici e\o elettronici, presenza di "compagni" d'escursione, ecc...), è necessario anche SAPER chiedere aiuto agli organi preposti. Se ci troviamo con un infortunato in ambiente montano o comunque impervio (lontano da strade carrabili e quindi dalla possibilità di un'ambulanza vicina) occorre chiamare SEMPRE il 118 e chiedere SEMPRE che venga attivato il CNSAS (Soccorso Alpino e Seleologico) di competenza.... se la strada carrabile è vicina o il luogo seppur impervio è contiguo alla sede stradale il Soccorso Tecnico Urgente è di solito espletato dai VVF (pompieri) insieme al soccorso sanitario (118)....tutto il resto è (fatemi passare l'esagerazione) è "aria fritta" poichè chiamando TUTTI si innescherà una catena di "incoordinamento" che nuovcerà gravemente al recupero dell'infortunato poichè ognuno vorrà dire la sua (cetamente in buona fede) e l'azione degli specialisti verrà rallentata se non ostacolata....
    Marco Celentano, farmacista, disaster manager

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  3. L’arroganza mal celata con cui risponde al commentatore insulso non si addice a chi come lei percepisce un onere pubblico per redigere cartine sentieristiche in cui non si evince la chiusura di tratti non consentiti a chi non armato come un” Rambo”. Forse perché agli occhi attenti del turista che giunge alla baia di Recommone potrebbero dar fastidio i tanti abusi facilmente condonati dal comune di Massa Lubrense ( ho scritto bene il nome del comune ?).

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    1. Ho pubblicato la risposta, più che esauriente, nel post del 25 marzo:
      Comunicazione ai lettori e risposta a un commentatore

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  4. Ho eliminato un altro messaggio, postato da un anonimo che si dichiara "camminatore" della domenica, ma appare come un polemico di tutti i giorni .
    Inoltre non ha ancora capito che non faccio politica né mi interessano le sue chiacchiere. Si rivolga altrove.
    Giovanni

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